Capitolo 4

1.3K 138 9
                                    

Erano passati dodici lunghi mesi. E a Magnus sembrava di stare leggermente meglio. Non bene, quello no. A volte si svegliava ancora la notte con le lacrime agli occhi, senza riuscire a fermarle.

Ma aveva ricominciato a uscire, a mangiare normalmente, a sorridere. Non aveva più aperto nessuna lettera, non ne aveva sentito il bisogno. Perché sì, Alec gliele aveva lasciate, ma stava a lui decidere quali e quante leggerne. Dopotutto stava a lui capire di cosa aveva bisogno.

Quella sera era seduto su un pouf bianco (l'ultimo arrivato del suo salotto) e stava sorseggiando lentamente una tazza di tè. Glielo aveva mandato un suo amico stregone direttamente dalla Cina, dove aveva vissuto per diversi anni. Sorrise al pensiero della sua giovinezza, se così si poteva chiamarla, in oriente. Aveva viaggiato, questo era certo. E aveva vissuto tante esperienze meravigliose.

Strinse la lettera che aveva in mano, ancora più convinto che fosse arrivato il momento giusto per leggerla: "Per quando tornerai a sorridere". Sì, era la serata adatta.

Appoggiò la tazza su un mobiletto e aprì la busta. Il messaggio al suo interno era stato tracciato in verde, il colore della speranza. Sorrise, chiedendosi se Alexander lo avesse scelto proprio per quel motivo.

"Buongiorno amore.
O dovrei dire buonasera? Non so quando leggerai questa lettera. Comunque, io la sto scrivendo di mattina, sul tavolo nella cucina del tuo loft. Dalla porta socchiusa della camera riesco a scorgerti, mentre dormi circondato da strati di coperte.

Sei bello, bellissimo.

Ma lo sai già, non è vero? E non siamo qui per parlare di questo.

Spero che tu stia bene, amore mio. E, visto il titolo di questa lettera, credo di sì. Sono tanto, tanto felice che tu stia facendo progressi. Odio immaginarti triste, chino su te stesso, a piangere per me. Ma ora sorridi, stai meglio. Ed è bello saperlo.

In realtà in questa lettera non ho molto da dire. Stai meglio, cosa ci potrebbe essere di più positivo? Niente direi.

Perciò credo che parlerò un po' del più e del meno. Sai, mi piacerebbe sapere come stanno gli altri. Spero che anche loro stiano leggermente meglio. Non voglio che la mia morte sia un peso.

Lo so, lo so cosa pensi: "Non sei un peso, non pensarlo neanche per un secondo". Lo so questo, è che non voglio avervi bloccati quando voi avete ancora tutta la vita davanti.

Sai, il Magnus che vedo attraverso la porta si è mosso. Si è scrollato le coperte di dosso e ora la sua pelle ambrata è illuminata dal sole. Al mattino sei la cosa più bella del mondo. E anche al pomeriggio e alla sera.

E anche la notte. Quando hai tutti i capelli disordinati a causa mia e ti sento sopra di me. Il resto lo lascio alla tua immaginazione.

Oh, ti stai svegliando. Lo capisco da quegli strani miagolii (sì, assomigliano a miagolii, fidati) che stai emettendo.

Ora vado, prima che tu mi veda e mi chieda spiegazioni su quello che sto facendo.

Alla prossima lettera.
Tuo,
Alexander."

Spazio me
Buongiorno (o buonasera) a tutti!
Scusate il capitolo più corto del solito e il ritardo, ma questa settimana ho quattro verifiche e non ho davvero tempo di fare di più.
Spero che lo abbiate apprezzato lo stesso.
Alla prossima settimana.
~Gy

"Dear Magnus..." |Malec|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora