Epilogo

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Erano passati anni, centinaia di anni. Magnus aveva perso il conto. La vita gli era passata davanti, a volte lenta, a volte impetuosa come un torrente. Aveva perso molto, e molto aveva guadagnato. Ma gli anni erano passati, uno dietro l'altro, e lui era rimasto vivo.

Faceva freddo, in quella parte della foresta. Sdraiato sull'erba umida di rugiada, osservava il cielo con gli occhi socchiusi, una mano a coprirsi il petto. Il suo respiro era pesante, irregolare, ma il cielo era magnifico. Le stelle lo punteggiavano come tante piccole fiammelle, alte a illuminarne l'oscurità. La luna era piena, regina di quel mondo sconosciuto. Era una bella vista, era stato fortunato.

Gli anni erano passati anche per lui. Non era invecchiato fisicamente, quello no, ma nello spirito sì. Aveva perso quella scintilla, quella luce. Aveva lentamente smesso di fare feste, di andare a ballare, di viaggiare. Si era stabilito in una casetta in quella stessa foresta, isolato da tutti, solo con i suoi ricordi.

Stava bene. Non era felice, ma stava bene. Aveva smesso di soffrire per la morte delle persone che amava. Non era più rimasto nessuno. Jace, Clary, Isabelle, Simon... anche Melissa, tutti morti. Anche la loro scintilla si era spenta, anche se in modo diverso dalla sua.

A volte, quando si sentiva particolarmente in forze, apriva un portale e andava a New York. Entrava in quell'Istituto che conosceva così bene e si guardava attorno, ogni volta stupito di ritrovarlo uguale. Ritrovava ogni stanza, ogni arma e ripensava al passato. Gli mancavano quei Nephilim.

Era a loro che pensava, sdraiato sull'erba, una mano a coprire la ferita sul petto. Respirare stava diventando sempre più difficile. Ma, se esisteva una vita dopo la morte, entro poco li avrebbe rivisti. Lo avrebbe rivisto.

Non era mai riuscito ad andare veramente avanti. A lasciarselo alle spalle. Alexander era lì, accanto a lui, lo sentiva a ogni passo, a ogni respiro. Le sue lettere lo avevano accompagnato per tutta la vita e ognuna di esse era gelosamente conservata nella casetta nel bosco. A volte le rileggeva, anche se sapeva che gli faceva male.

Non era così male, però. Aveva sempre pensato che morire sarebbe stato peggio. Grida di dolore, lampi, fiamme. Invece niente, solo la quiete del bosco. Lo aveva ucciso il demone, certo. Ma c'era un qualche veleno nella ferita, un veleno contro cui la sua magia non poteva niente. Non era così male. Aveva fatto tutto quello che poteva, aveva lottato. Ma non gli era rimasta nessuna possibilità. Se non aspettare guardando il cielo e le sue stelle. No, non era male, nonostante il dolore.

Alexander. Ecco su cosa si concentrava quando il dolore si faceva più acuto e il respiro più debole. Quegli anni senza lui erano stati duri, come se gli mancasse una parte fondamentale di sé. Ma non si era arreso, aveva vissuto, come avrebbe voluto il ragazzo dagli occhi blu. Non l'aveva deluso, era rimasto forte.

Le sue lettere lo avevano tenuto in piedi. Le aveva lette tutte, dalla prima all'ultima. O almeno, quasi tutte. Una non l'aveva letta, e mai l'avrebbe letta. Non perché il tempo non gli sarebbe più bastato, ma perché non ne avrebbe mai avuto bisogno. Quella busta blu, ancora sigillata e appoggiata sulla scrivania di legno della sua casa, era stata inutile. Era stata inutile perché non ci sarebbe mai stato un "Quando non ti ricorderai più l'esatta sfumatura di blu dei miei occhi". A volte avrebbe voluta aprirla, solo per leggere le parole di Alexander. Ma non l'aveva fatta, si era sempre trattenuto. Non sapeva neanche lui bene perché.

Non che importasse, non avrebbe più potuto farlo. Non ora che il suo petto aveva smesso di muoversi e i suoi polmoni avevano smesso di fare il loro lavoro. Forse una sagoma vestita di nero, dai profondi occhi azzurri lo stava aspettando dall'altra parte, noi non lo sapremo mai. Però è così che mi piace immaginarlo: uno scambio di sguardi e un abbraccio stretto, di quelli che non ti lasciano respirare. E tre parole: "Ti stava aspettando".

Spazio me
Buongiorno a tutti.
Siamo finalmente arrivati alla fine di questa storia e spero che l'epilogo non sia stato una delusione.
Mi è piaciuto scriverla, ma non credo che pubblicherò qualcos'altro su Wattpad per un bel po'. Voglio concentrarmi su progetti più personali.
Grazie per avermi seguita e appoggiata, grazie per ogni voto e per ogni commento.
Vi adoro, davvero.
~Gy

"Dear Magnus..." |Malec|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora