Capitolo 5

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Lo stregone osservava dubbioso l'insegna colorata sopra la porta. Una chioma di capelli rosa shocking disegnata con dei led sembrava avvertire i clienti: "lasciate ogni speranza, voi ch'intrate".

Si fece coraggio, era esattamente quello che ci voleva. Un respiro, un veloce movimento di mano, ed eccolo nel piccolo locale. In meno di un secondo fu investito dal tipico odore di lacca, di shampoo profumati, di schiuma per capelli. Sì, era sicuro.

Un signore dal grande ventre lo fece accomodare. Non sembrava un parrucchiere, sarebbe stato più adatto da macellaio. Invece si limitò a sollevare delle semplici forbicette (non una mannaia, grazie a Raziel) e a tagliare. I capelli nell'ultimo anno gli erano cresciuti fino alle spalle, scuri come l'ebano. Era proprio arrivato il momento di cambiare.

Mentre osservava distratto il parrucchiere lavorare con la tinta (viola chiaro) con cui gli avrebbe colorato la parte superiore della cresta, Magnus teneva la mano in tasca, a toccare quella busta di carta così stranamente rigonfia. Non c'era solo una lettera. Lo sapeva, la aveva letta prima.

Tornò con la mente alla mattina. Si era osservato allo specchio, i lunghi capelli ormai a stento sopportati. Cosa fare?

Cercare tra le lettere una risposta, che altro? L'aveva trovata così. La busta era piena, quasi troppo. Un verdino sbiadito, delicato.

Si era seduto sul letto e la aveva aperta. Dentro, una lettera. E foto. Foto di tutti gli assurdi look di Magnus.

Per quando deciderai di cambiare aspetto.

"Magnus, amore, ciao.
Sono sereno nello scrivere questa lettera, forse perché abbiamo avuto questa discussione altre decine, centinaia di volte.

"Alexander, secondo te come starei con uno chignon?"
"Tesoro, secondo te rasato starei tanto male?"
"Amore, tinta lilla o giallo canarino?"
"Alec, e se provassi lo stile emo?"

Amore mio, sei un disastro. E stai bene con qualsiasi cosa. Perciò sì, qualsiasi cosa tu abbia in mente, falla. Fatti i rasta, rasati a zero e tatuati la nuca, tingiti di rosa. Ricopriti la pelle di scritte, compra quella nuova camicia che si illumina al buio, prendi quei pantaloni argentati.

Puoi permetterti questo e altro. Magnus, tu sei un diamante, non dimenticarlo. No, non un diamante grezzo, un diamante vero e proprio, solido e brillante. Attiri gli sguardi di tutti, nessuno può ignorarti. Ti diranno che sei diverso, che non vai bene, che sei sbagliato. Ma la sai una cosa? Vorrebbero solo essere te. Vorrebbero brillare come te, risplendere di luce propria. Vorrebbero uscire dallo sfondo del quadro della vita, entrare in primo piano. Ma non ne sono capaci e allora criticano, criticano, criticano. Ti sorridono e poi ti pugnalano alle spalle. Ma tu sei una stella, sai di essere bello così come sei. Cammini a testa alta, il diamante che sei non si può intaccare neanche con il pugnale più velenoso. È indistruttibile.

Tu sei quel diamante. Perciò continua così, continua a farti notare, non nasconderti. Neanche ora che io non ci sono. Non puoi, non devi smettere di essere una stella, un diamante.  Cammina a testa alta senza chiedere.

Non smettere mai.

Perciò sì, qualunque cambiamento tu voglia fare, fallo. Sarai perfetto e brillante come sempre.

Tuo,
Alexander".

Già solo la lettera lo aveva commosso. Le foto poi... gli mancava Alexander.

"Dear Magnus..." |Malec|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora