Capitolo 10

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Lei era bella. Davvero, davvero bella. I lunghi capelli rossi le scendevano morbidi lungo la schiena, annodandosi in dolci boccoli. I suoi occhi, anche se nocciola, non erano per niente banali: avevano il calore del legno di un falò, il sapore del cioccolato fuso. Erano forti, determinati, sotto quelle sopracciglia talmente bionde da non essere quasi visibili sulla sua pelle chiara. Era come un quadro, piena di macchie di colore chiamate lentiggini. Era bella, davvero. Lo era anche il modo con cui non se ne accorgeva, le guance rosse a un minimo complimento.

Ma non era questo che lo aveva colpito. Quello che l'aveva colpito era la sua forza, la sua tenacia, davanti a tutto e a tutti. Non aveva paura di niente, neanche di quello strano mondo magico che solo lei sembrava vedere. Perché sì, era una mondana. Con la vista, certo, ma pur sempre una mondana. Magnus l'aveva incontrata mentre, forse senza capire bene cosa stava facendo, cercava di fermare una lotta tra lupi mannari. I suoi occhi nocciola erano vivi e, nonostante il suo corpo tremasse dalla paura, la sua voce era alta e autoritaria. Non che questo ai lupi importasse. Li aveva fermati Magnus, uno schiocco di dita per farsi identificare ed erano spariti. Chi si sarebbe messo contro il sommo stregone di Roma? La ragazza l'aveva guardato colpita, indecisa su cosa fare. E poi se ne era andata, non prima di avergli sorriso e di averlo ringraziato.

La seconda volta che l'aveva vista era stato nel suo bar. Al vederlo dietro al bancone aveva spalancato gli occhi sorpresa, ma aveva fatto finto di niente. Aveva ordinato, bevuto con le sue amiche e se ne andata. In realtà, come scoprì più tardi, lo aveva aspettato fuori, con mille domande su quel mondo che non capiva. Lo stregone le aveva risposto, aggiungendo aneddoti e curiosità ai suoi discorsi. Aveva scoperto in lei una ragazza sveglia, intelligente, divertente. Era fantastica, davvero fantastica.

Si chiamava Melissa. Era un nome che sapeva di miele, di dolci, di pace. Era stata lei a chiedergli di uscire, incurante della sua età e della sua magia. Si erano frequentati, alla ricerca delle mille sfaccettature l'uno dell'altra. E viceversa, ovviamente. Era da tanto che Magnus non si sentiva così a suo agio con qualcuno. Così libero di essere se stesso, con tutte le sue stravaganze e i suoi hobby. Melissa era presto stata presentata a quasi tutto il mondo di nascosti di Roma e dintorni, fino a diventarne un vero e proprio membro onorario.

Anche se, va detto, non aveva rinunciato a cercare di fermare le risse tra lupi mannari né quelle tra vampiri, rischiando spesso la vita. Tornava a casa piena di ferite, salva perché qualcuno si era ricordato chi fosse. Magnus alzava gli occhi al cielo ridendo e la guariva, mentre lei di lamentava di come la violenza fosse inutile. E lo stregone dagli occhi da gatto la ascoltava, cercando di spiegarle come quelle cose andassero, ma lei no. Continuava a lottare contro la violenza, incurante di ferite e botte. E che chiunque in quel mondo fosse più forte di lei.

E più si comportava così, più Magnus si innamorava di quella ragazza così sicura dei suoi principi, delle sue idee, per cui era pronta a rischiare tutto. I due, insieme, arrivano a creare una pattuglia di nascosti scelti che sorvegliava la città di notte, cercando di impedire più risse possibili. Indirono riunioni per sensibilizzare tutti rispetto a quel problema e ottennero qualche risultato. Le risse, i morti, i feriti divennero più rari.

E Melissa entrò sempre più nel cuore di Magnus. Perché sì, lo stregone, per la prima volta dopo la morte di Alec, si era innamorato.

Spazio me
Non uccidetemi Melissa, cara. Per quanto non sia Alec, non è così male. O almeno, nella mia mente non lo è. Comunque questo era un capitolo di passaggio, il prossimo avrà una lettera di Alexander.
~Gy

"Dear Magnus..." |Malec|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora