-Testa-
Simile ad una macchia d'olio, il tempo sembra dilatarsi all'infinito; Claudio continua a rimanere accanto a Mario, immobile, stringendogli la mano, facendogli sentire la sua presenza, assorbendo la sua disperazione, facendola propria pur non conoscendone i confini mentre Mario sfoga le sue emozioni più profonde, la propria stanchezza emotiva, la sensazione disperata di non riuscire a uscire da quella percezione di angustia che non gli permette di respirare.
Quanto tempo?
Poi, lentamente, le lacrime diminuiscono di intensità, cessano del tutto ed il respiro diventa normale.
Claudio ha aspettato pazientemente che Mario si calmasse prima di alzarsi ed inginocchiarsi davanti a Mario; per cercare il suo sguardo che ancora lo sfugge, indecifrabile.
-Mario.. Mario..
Solo il suo nome, pronunciato con tenerezza, una carezza sulla guancia e due labbra che si avvicinano sempre più, come una calamita attirata dal traguardo della propria affannosa corsa.
Quello che è iniziato come un tentativo di conforto, nato dal più profondo del proprio essere, come una inconscia ricerca di conferme per Claudio, ben presto si trasforma in desiderio incontrollato.
La stessa danza di sempre, lo stesso cercarsi spasmodico, lo stesso desiderio lancinante di consumarti nel calore intenso di Mario... di raggiungere la tua immagine riflessa nello specchio ove ti stai guardando.
Per un attimo, solo per un attimo, Claudio e Mario si guardano negli occhi ed il ricordo di ciò che li ha legati, sin dal primo momento in cui le loro vite si sono incrociate annulla la realtà attorno a loro.
Intrecciare le dita delle mani, baciarne il palmo a turno senza distogliere lo sguardo.. chiedere e rispondere senza profferire parola.
"Da quanto tempo... Dio mio.. da quanto tempo!"
Com'è naturale tornare nello studio di Mario, al riparo dello sguardo indiscreto della notte!
Com'è naturale accarezzare il suo volto con baci lievi.. con una tenerezza mai avvertita con tanta intensità..
Claudio non si è mai concesso il piacere di spogliare Mario con lentezza.. di osservare, come con impaziente aspettativa, lui attende che compia il suo gesto successivo... di assorbire, nel profondo, il suo stesso piacere della scoperta dell'altro..
Non si è mai concesso il piacere di spogliarsi, a sua volta, lentamente di fronte allo sguardo intenso del suo compagno.. di liberare la propria pelle, insieme ai vestiti, da ogni pensiero razionale.. di diventare pura essenza di fronte a quella che è l'essenza dell'amore nella sua vita.
Dove tutto ha inizio e dove tutto ha fine.
Di assaggiare il gusto inenarrabile dell'eternità di un momento che sempre si ripete nel cuore.. nella mente.. nei ricordi.. nel futuro che ti attende.
Bruciare di desiderio su quel divano, ad occhi chiusi, per assaporare fino in fondo il piacere di brividi che distruggono ogni tuo pensiero.. ogni tuo ricordo.. ogni tuo desiderio.
Perché ogni volta, fare l'amore con Mario, è riscoprire l'amore...
Perché ogni volta, che fai l'amore con Mario, ti sembra che sia la prima volta... ed alla fine, quando il piacere si fa più intenso e ti fagocita senza pietà, ti lasci cadere in un abisso senza fine ove tu sai, senza ombra di dubbio, che troverai le sue braccia ad attenderti... ad accoglierti.. a salvarti..
Claudio non saprebbe dire per quanto tempo, dopo aver fatto l'amore, siano rimasti stretti, in un abbraccio convulso, sopra quello stesso divano ... certamente fino a quando il freddo della notte ha dato modo alla realtà di rientrare nelle fessure del loro rapporto, di prendere nuovamente possesso delle sue paure più recondite.
Lentamente si è rivestito, sovrappensiero, incerto su cosa dire.. su come affrontare Mario..
Perché, malgrado tutto, niente è stato chiarito tra di loro; le incomprensioni, le accuse, sono riemerse intonse e devono essere affrontate.
-Ritorniamo a casa?
Basta assorbire la sua reazione a questa semplice frase perché Claudio capisca che i dubbi sono ancora lì, tra di loro; tenta, senza neppure crederci veramente, di ricomporre le cose tra di loro ma non si sorprende di non riuscire a fargli cambiare idea.
-No. Comprendi anche tu che tutto questo non basta per ricomporre la frattura tra di noi.
Lo guarda negli occhi, tranquillo e determinato allo stesso tempo, senza timore di nascondere nulla se non con la volontà di rendere manifesto ogni singolo pensiero; senza più pazienza o tolleranza anche se ogni cellula del suo corpo grida il contrario.
-Tu lo sai, ti amo più della mia vita. Sei la mia vita. Ma perché questo non è stato sufficiente ad evitare questo disastro? Perché ho dubitato di te? Hai ragione, non avrebbe senso ritornare alla nostra routine quotidiana senza aver dato una risposta definitiva a questa domanda, se vogliamo avere speranza di sanare questa frattura.. Lo capisci anche tu..
Mario lo ascolta con attenzione, la freddezza apparente di Claudio lo gela nell'animo.
-Come puoi dirmi questo se, dentro di te, sei consapevole che non ho fatto nulla? Che sono sempre io? Che ti amo come prima? Che ho bisogno..
-Sono io che devo amarti di più. E' questo il problema.. io, da qualche parte, mi sono perso ed ho bisogno di ritrovarmi prima di ritrovare te.
-Quello che abbiamo appena provato non significa nulla per te?
Con tenerezza, Claudio accarezza la guancia di Mario mentre risponde accorato.
-Come puoi solo pensarlo? Sei la mia vita. Continui ad essere la mia vita. Sono io che ho smarrito la strada...e non posso permettere a me stesso che si ripeta nel futuro. Di nuovo. Sarebbe un'agonia che non intendo ripetere mai più.
-Non si ripeterà. Ne sono convinto.
-Lo so che tu ne sei convinto, sono io a non esserlo. Perdonami ma devo fare chiarezza in me stesso prima di riprendere. Da dove abbiamo lasciato.
Mario si siede dietro il suo scrittoio, comprende che Claudio ha già deciso anche per lui e lo guarda meditativo.
-Cosa hai intenzione di fare?
-Torno a casa mia. Per il lavoro.. non ho problemi a tornare allo studio.
-Così? Semplicemente?
-Così...
Mario sospira con forza, si alza e lo guarda a lungo; è di nuovo lui, il Serpa autentico, lo sguardo tornato indecifrabile, come quello di un giocatore di scacchi. Guardingo e diffidente.
-Bene. Non penso ci sia altro da dire.
-Ti accompagno?
-Meglio di no. Finisco questo lavoro e poi chiamo Marco. A domani.
Ma il giorno dopo Mario non torna allo studio.
La sua poltrona rimane vuota per tutto il giorno; è al Tribunale, gli riferisce Rosita, ma allora perché Marco non è con lui, perché è rimasto allo studio?
Il giorno successivo Mario arriva in ritardo, il tempo di aggiornarsi sulla situazione dello studio e di distribuire alcuni incarichi ad Alessandro e Rosita ed arriva Fabrizio, un suo giovane collega, a prenderlo.
Un nuovo caso da studiare insieme.. un nuovo caso..
Mentre pranza in cucina, qualcosa di leggero preparato da Dafne che non smette un attimo di parlare, Claudio si sforza nel non pensare che, nello stesso momento, Mario sta pranzando con qualcun altro.. con Fabrizio probabilmente..
-Rosita.. Mario ritorna nel pomeriggio?
-No. L'ho appena sentito al telefono. Era a casa di Fabrizio. Aveva intenzione di fermarsi lì per studiare il fascicolo Delgado insieme con lui. Problemi?
-No. Quali problemi? Te l'ho chiesto perché ho intenzione di andare in palestra nel pomeriggio e non volevo sconvolgere i piani di Mario.
Sente lo sguardo di Marco seguirlo mentre si allontana dalla cucina e da quell'ambiente diventato, all'improvviso, privo di luce.
I giorni successivi non sono migliori; decisamente Mario ha deciso di rispettare la sua decisione ed evita, quanto possibile, di incrociarsi con lui nello studio.
Niente più casi studiati insieme, le assenze per andare in facoltà aumentano esponenzialmente; se non è Fabrizio allora è Mattia.. Francesco..Riccardo.. Mario esce con tutti, trascorre il suo tempo libero con tutti, meno che con lui.
La vita di Mario è continuata senza di lui.. Claudio sente che qualcosa gli sfugge.. ma non saprebbe dire cosa.
Si è rinchiuso, da solo, in una gabbia senza uscita ed ora si sente come di fronte a delle grate che lo separano da tutto ciò che lo circonda; osserva quanto gli succede intorno, senza poter forzare questo volontario esilio... non riesce a trovare la chiave giusta..
Le assenze di Mario diventano sempre più lunghe, sempre giustificate, politicamente corrette oserebbe dire, ma dolorose.. per lui che le osserva, muto.
Claudio incomincia a trovare mille scuse per lavorare a casa, per non andare in studio; la situazione si trascina penosamente.
Un mattino, mentre Claudio fuma una sigaretta nel patio, Marco gli si avvicina con circospezione.
-Claudio. Tu lo sai che ti voglio bene?
-Certo Marco. Perché lo chiedi?
-E sai che voglio bene anche a Mario?
-Quindi?
-Non voglio intervenire nei vostri problemi ma proprio non posso lasciare che Mario..
-Cosa? Mario cosa?
Adesso tutta l'attenzione di Claudio è per Marco, perché raramente lui interviene nella loro vita se non ritiene sia per una cosa importante.
-Mario va via, Claudio. Va via.
Per un istante Claudio non riesce a pronunciare una parola, il cervello nel panico assoluto.
-Via? Cosa significa che Mario va via? Via da dove?
-Ha deciso di andare a fare delle conferenze in varie Università all'estero. In questo istante sta per andare all'aeroporto. Non ho sentito molta voglia, in lui, di ritornare. Proprio no..
-Adesso? Senza dire nulla? Senza dirmi nulla?
Marco lo guarda con rassegnata accettazione.
-Mi ha detto di avvertirti solo dopo la sua partenza. Ha lasciato scritto come devono procedere le cose nello studio per il futuro.. quindi.. ho pensato che la decisione di andarsene potrebbe essere definitiva.. e che tu avevi il diritto di saperlo prima che..
Solo. Sarebbe rimasto solo. Perché? Perché è uno stupido.. questa è la verità.
Lui non può vivere senza Mario, proprio non può..
-Vai. Corri. Raggiungilo. Diglielo. Lui non cambierà idea, lo conosci...
Le parole di Marco lo rincorrono mentre Claudio afferra il suo giaccone, le chiavi dell'auto ed esce, di corsa, dallo studio.
L'aeroporto è pieno di gente, con difficoltà è riuscito a parcheggiare e si è diretto verso le postazioni ove si effettua il check-in per i voli internazionali, ma non riesce a trovare Mario da nessuna parte.
Non riesce a vederlo e l'angoscia diventa disperazione.
"Non può succedere questo, non può..." poi per fortuna lo intravvede da lontano.
E' in fila per il controllo dei passaporti.
In un lampo arriva alle sue spalle ed attira la sua attenzione toccandolo sulla spalla.
-Ti prego, Mario, non questo. Questo non lo sopporterei. Non riesco ad immaginare di starti lontano .. di non avere la possibilità di vederti... di parlarti.. fosse anche solo di litigare con te. Questo no, ti prego, questo no. Questi giorni sono stati tremendi da superare senza di te.
Mario si gira lentamente e lo guarda a lungo negli occhi; la stessa disperazione che sente nel suo sguardo sembra riflettersi negli occhi di Claudio che adesso si trova di fronte a lui, nello stesso stato di febbrile angustia che lo possedeva quell'alba in cui è venuto alla tua casa per confessarti che pensava tutto il tempo a te e che non sapeva cosa fare, ma che aveva la necessità di fare qualcosa perché in quello stato non poteva più resistere.
La stessa frenesia che aveva posseduto Mario sino ad un momento prima, e che lo aveva spinto a prendere la decisione di andar via, ma che, adesso, misteriosamente si è acquietata di fronte a quel Claudio così privo di difese che, ancora una volta, è capace di confessargli il suo bisogno di lui, senza alcun pudore e con un candore assoluto.
Un candore che, per l'ennesima volta, lo conquista ed abbatte ogni possibile sua resistenza per la sua assoluta imprevedibilità.
-Non mi è piaciuto, Claudio, tutto quello che abbiamo vissuto. Se stiamo insieme.. stiamo insieme. Questi vuoti, questi equivoci, non mi fanno bene.. non ci fanno bene. Non ho più l'età per questo.
-Lo so. Ne sono consapevole, così come sono consapevole che "questo" è qualcosa per il quale giocarsi tutto. Non sono capace di vivere senza di te. La sola prospettiva mi uccide. E' stata tutta colpa mia. Perdonami. Tutto, accetterei tutto da te meno un abbandono. Ti prego.
Mario sorride con tenerezza.
-No. La colpa è stata mia. Non ho saputo gestire questo momento di crisi che, francamente, non avevo previsto. Avrei dovuto tenere ben altra attitudine ma, proprio, non sono riuscito a fare null'altro se non sentire la tua mancanza e provare questo desiderio insopportabile di andare via.
-Non farlo. Non mi serve alcuna spiegazione Mario. Dentro di me è ben chiaro quello che sento per te. Al di là di tutti gli equivoci che possono esserci stati, al di là dell'intolleranza del momento, solo tu conti per me. La prospettiva di perderti.. non voglio neppure pensarci!
Con un sorriso, Mario gli accarezza la fronte, con il suo tipico gesto di sempre, la sua mano scende sulla guancia e lì riposa.
-Nemmeno io, Clà. Nemmeno io.
E' il segnale atteso da entrambi che, d'improvviso, si stringono in un abbraccio senza fine.
Poco importa che siano circondati da una marea di gente sconosciuta, poco importa che occhi curiosi si chiedano il perché di questo abbraccio disperato.
Perché, entrambi, hanno raggiunto la propria destinazione.. il loro porto sicuro.. l'inizio e la fine della propria esistenza.
Perché questo è l'amore nella vita di ciascun uomo!
"Questo" è l'amore nella loro vita!
Per sempre!
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FanfictionE' lo stesso racconto però, al tempo stesso, sono due racconti che si guardano a distanza, che si fanno l'occhiolino, si sfiorano ma che continuano a svilupparsi separati fino alla fine. Claudio/Mario... Mario/Claudio... Quale storia catturerà di p...