Parte 4. Croce

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-Croce-Simile ad una macchia d'olio, il tempo sembra dilatarsi all'infinito; Claudio continua a rimanere accanto a Mario, immobile, stringendogli la mano, facendogli sentire la sua presenza, assorbendo la sua disperazione, facendola propria pur no...

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-Croce-
Simile ad una macchia d'olio, il tempo sembra dilatarsi all'infinito; Claudio continua a rimanere accanto a Mario, immobile, stringendogli la mano, facendogli sentire la sua presenza, assorbendo la sua disperazione, facendola propria pur non conoscendone i confini mentre Mario sfoga le sue emozioni più profonde, la propria stanchezza emotiva, la sensazione disperata di non riuscire a uscire da quella percezione di angustia che non gli permette di respirare.
Quanto tempo?
Poi, lentamente, le lacrime diminuiscono di intensità, cessano del tutto ed il respiro diventa normale.
Claudio ha aspettato pazientemente che Mario si calmasse  prima di alzarsi ed inginocchiarsi davanti a Mario; per cercare il suo sguardo che ancora lo sfugge, indecifrabile.
-Mario.. Mario..
Solo il suo nome, pronunciato con tenerezza, una carezza sulla guancia e due labbra che si avvicinano sempre più.
Quello che è iniziato come un tentativo di conforto, ben presto, si trasforma in desiderio incontrollato.
Mario assorbe ogni gesto, ogni carezza, ogni bacio di Claudio come un assetato in mezzo ad un deserto. Questo è il suo amore... che importa tutto il resto?.. che importa, se adesso è con lui? Se è lui che bacia, in questo preciso momento? Se è con lui che vuole fare l'amore?
Senza staccarsi un solo momento da Claudio, lo trascina nel suo studio e, sorridendo, gli ricorda quando lo aveva minacciato di chiuderlo in un angolo e di non liberarlo più.
-Lo ricordo, volevi spaventarmi ma hai ottenuto solo che la semplice prospettiva mi attirasse a te sempre di più.
Mario osserva gli occhi di Claudio, appannati dalla passione e, con il palmo della mano vibrante di emozioni contenute, gli accarezza il viso.
-Non volevo spaventarti, solo avvertirti. Perché sapevo che tutto questo sarebbe accaduto tra noi, non potevo prevedere quando ma ero certo che a "questo" saremmo arrivati, che era il nostro destino.
-Il nostro destino! Non sai quanta forza mi ha dato questa speranza.. quanta forza mi da ancora adesso.. perché tu sei la mia vita Mario. Solo tu.. solo tu..
Come resistere a questa dichiarazione? Come non stringerlo forte.. spingerlo contro il muro.. cercare la sua pelle.. baciarlo come un affamato..
Quanto gli era mancato l'amore, nella sua vita, quanto! Solo adesso Mario lo comprende e, per un breve istante, questa consapevolezza non gli fa paura... solo per un momento l'abisso delle sue paure più incontrollate può aspettare.
Con furia contenuta cerca la sua pelle nuda, espone il torace di Claudio ai suoi baci mentre le sue braccia rimangono intrappolate nella camicia lasciata mezza aperta e strattonata verso il basso.
Annaspa, Claudio, come un naufrago travolto dalle onde del mare in tempesta, barcolla e, finalmente, trova appoggio contro la porta della stanza mentre Mario continua a saccheggiare il suo corpo con furia contenuta.
Mario bacia.. lecca.. succhia.. morde il petto di Claudio.. le braccia, il collo .. le labbra.. e lì si acquieta in un bacio profondo, lungo, adorante... totalizzante... e poi ricomincia di nuovo, quasi a voler marcare il territorio.. ad assicurarsi che nessun altro percorrerà più lo stesso sentiero.
Perché Claudio è suo.. solo suo... ed una volta per tutte lui deve rendersene conto.
Avverte il suo tentativo di liberarsi dei vestiti che lo intrappolano e lo rendono inerme; lo guarda per un istante senza capire, poi segue ogni suo movimento, deciso e sensuale al tempo stesso.
Quanto è erotico vederlo nudo, di fronte  a lui che è ancora vestito; quanto piacere prova nel vederlo ansimare, le pupille dilatate di passione, in attesa delle sue prossime mosse.
Non resistendo più all'attesa, Claudio tenta di aprire la camicia di Mario, per svestirlo a sua volta, ma lui glielo impedisce.
-No. Adesso no. Non è ancora il momento.
-No?
-No. Fai fare a me.
E di nuovo lo bacia con foga inesauribile, la lingua come una saetta percorre tutti i sentieri conosciuti bruciando nel passare, le mani in ogni dove.. la bocca in ogni dove, poi Mario si inginocchia ed inizia ad esplorare il suo addome, la sua essenza di uomo,  con uguale foga ed attenzione.
Mai è stato così, tra di loro, mai con questa furia che devasta al passare, neppure quella volta sul Delta è stato in questo modo, neppure quella volta..
Mario lo prende con furia, con fame rabbiosa, con brama accumulata e Claudio si lascia prendere senza opporre resistenza; si lascia travolgere da quella tormenta di passione, come una canna al vento, assorbendo le onde di piacere che minacciano di lasciarlo senza respiro, senza provare alcuna paura, certo di trovarlo accanto passata la tempesta.
Scivolano a terra ancora allacciati, gli occhi chiusi, il respiro ancora affrettato.. poi Claudio si gira lentamente nel cerchio delle braccia di Mario ed annida il volto nell'incavo del suo collo.
-Ti amo.
Mario è rimasto quasi del tutto vestito, lo guarda impassibile e poi, senza profferire parola, lo aiuta ad alzarsi.
Senza guardarlo, raccoglie i suoi vestiti e glieli porge, poi si gira, si versa un bicchiere di whiskey e si siede dietro il suo scrittoio, assorto nei suoi pensieri.
-Ritorniamo a casa?
Basta questa semplice frase perché Mario riprenda contatto con ciò che lo circonda.
Claudio osserva attentamente la reazione istintiva di Mario finendo per parlare al suo posto.
-No. La frattura tra di noi è troppo profonda per essere sanata così, semplicemente facendo sesso.
Mario annuisce, distratto da un pensiero ossessivo.
-Fra l'altro, se devo confessare la verità, non sono neppure orgoglioso di quello che è successo.
Lo guarda negli occhi, con uno sguardo determinato, senza ombre ma lontano allo stesso tempo.
-Lo comprendi anche tu che non sono capace di far finta che tutto vada bene; non riesco a pensare che tutto sia tornato al suo posto dopo quello che è successo in questi giorni, e questa sera in particolare, tra di noi.
Lo sguardo di Claudio si fa vigile mentre, finito di vestirsi, si siede di fronte a lui dando inizio ad un acceso confronto che li vede su fronti diverse, incapaci di accettare i dubbi e le titubanze dell'altro.
Una danza infinita dove il dolore per il fallimento di quello che hanno sempre considerato fondamentale nel loro rapporto, ovvero l'incondizionata fiducia nell'altro, li costringe in posizioni contrastanti.
-Non è così che debbono andare le cose tra di noi. Non è così che intendo vivere la mia vita, in futuro. Sono un uomo adulto, ho vissuto tanto e mi rifiuto di cadere preda di passioni incontrollate come se fossi un adolescente foruncoloso. No. Non mi piace. Non mi piace tutto questo.
-Perché la vedi in questo modo. Abbiamo fatto pace, abbiamo fatto l'amore, io ti amo..
-C'è una profonda diversità tra fare l'amore e fare sesso. Noi abbiamo fatto sesso, Claudio. Per meglio dire: io ho fatto sesso e tu l'hai subito.
-Non è così. Tu lo sai che se non l'avessi voluto anche io tu ti saresti fermato.
-Tu credi? Lo credi veramente? Io non ne sono certo, anzi penso tutto il contrario. Non mi avresti fermato perché io non te lo avrei consentito.
Sotto quello sguardo duro, determinato, Claudio non riesce a trovare un argomento in grado di far capacitare Mario.
-Non mi hai perdonato. Questa è la verità. Non hai perdonato le mie bugie anche se dovresti sapere che non sono capace..
-Di tradirmi? Di preferire un tuo coetaneo che ha i tuoi stessi interessi? Con il quale condividere ciò che non riesci a fare con me? E perché dovrei pensare questo? Perché hai appena fatto sesso con me? No, tesoro, non è così semplice.
Le parole di Mario, come salaci frustate, colpiscono Claudio senza pietà.
-Io ti amo. Non puoi avere dimenticato tutto per un equivoco.. per una bugia.. per una mia stupidaggine. Sono sempre io. O la verità è che non mi ami più?
Mario vede il dolore brillare negli occhi di Claudio, quegli occhi che sempre lo hanno riportato a lui e che, adesso, gli impongono sincerità.
-Claudio, non mi piace perdere il controllo in questo modo. Non mi piace e non voglio si ripeta in futuro.
All'improvviso si sente uno spettatore indiscreto e avverte il peso delle parole che ha appena pronunciato; vorrebbe rimangiarsele tutte, una ad una, ma la reazione di Claudio lo immobilizza.
Lo vede annuire,  e rispondergli con voce rassegnata, seppure decisa.
-Hai ragione. Non è con te il problema, è con me. Anche io ti amo, anche se non mi è sempre facile dirtelo, ti amo profondamente. Come non ho mai amato nessuno. Ma, in questo momento, ho bisogno di stare solo e di fare ulteriore chiarezza in me.
Lo sguardo di Claudio è difficile da reggere, così come è difficile vedere una via d'uscita al profondo momento di crisi che stanno vivendo, ma Mario sente che stare separati, a questo punto, è l'unica opzione possibile e che deve accettare la decisione di Claudio anche se, l'orgoglio, lo porta a rinchiudersi in se stesso e a mantenere le distanze non sopportando il fatto che lui abbia deciso per entrambi.
-Sono d'accordo. Limitiamo i nostri rapporti al lavoro poi decideremo il da farsi. Per fortuna hai ancora casa tua così non devi trovare un altro appartamento dove trasferirti
Il colpo arriva a destinazione, duro e spietato; Mario lo vede chiudere gli occhi quando sente quel "casa tua" detto così freddamente e con l'evidente intenzione di escluderlo dalla propria vita.
Lo vede alzarsi, prendere il giaccone e dirigersi verso la porta, fermarsi per un attimo e chiedere se vuole essere accompagnato a casa.
-No, grazie, mi verrà a prendere Yuri più tardi.
L'ultimo affondo, quello decisivo, poi solo il rumore quieto di una porta che quietamente si chiude.
La routine quotidiana riprende ben presto. Studio, Facoltà, appuntamenti con vecchi amici; tutto pur di non rimanere da solo in casa.
E Claudio sempre più invisibile...man mano sempre più assente dalla vita dello studio.
Lavoro, lavoro.. solo lavoro; le poche volte che Mario è riuscito ad incrociare il suo sguardo gli è sembrato di vedere un estraneo, senza alcuna espressione... senza vita...solo l'immagine del Claudio di un tempo.
Fino a quando Claudio va sempre meno allo studio... decidendo di lavorare a casa ogni volta che ne ha l'occasione.
Fino a quando Marco, approfittando dell'assenza di Rosita e Alessandro, non lo ha affrontato con decisione.
-Lo sai Mario che non mi metto nella tua vita.
-Che cosa c'è Marco?
-Sai anche che rispetto molto le decisioni degli altri ma questa volta ti devo dire che con Claudio stai commettendo un grosso errore.
-Non ti mettere in mezzo, Marco, non conosci i fatti.
Marco si appoggia con le mani sulla scrivania e si china verso Mario.
-Claudio non ce la fa più. Tutto questo lo sta distruggendo perché pensa che tu non lo ami più e che è tutta colpa sua.
-Colpa sua?
-Colpa sua! Ti ha visto uscire con chiunque meno che con lui; pensa che se tu lo fai, così impunemente, è perché tra di voi tutto è terminato... che non c'è speranza di...
All'improvviso tutto acquista una nuova luce, una nuova dimensione, una nuova prospettiva...
-Ma non è così!
-Io lo so. Ti conosco bene e so che non lo hai fatto neppure per dispetto, ma lui non lo sa.. e ne sta uscendo con le ossa rotte.
-Rotte? Cosa significa?
Un sospiro esasperato di Marco gli fa comprendere che il peggio deve ancora venire.
-Non so quanto riuscirà a sopportare a questa pressione, di fatto non viene quasi più qui in studio. Te ne sarai accorto, vero?
Questo, Mario, non lo aveva considerato; ascoltarlo dalle labbra di Marco e farsi carico del suo recente comportamento e tutt'uno.
-Mi passi le chiavi dell'auto?
Marco sorride mentre mostra a Mario le chiavi dell'auto che ha già preso prima di andare a parlare con lui e lo vede uscire, in velocità, dallo studio.
Per la prima volta Mario ha l'impressione di guidare come l'autista di un vecchio prelato, pare trascorsa una vita e non 20 minuti da che si è chiuso, con violenza, la porta dello studio alle sue spalle.
Tutte le finestre sono serrate, Mario lo guarda sconsolato quando, all'improvviso, vede un taxi fermarsi vicino al portone e Claudio uscire con Diego.
Un esilio, un fallimento, un... cosa importa, a questo punto, dare un nome a quello Claudio ha sentito dentro di sé e che l'ha spinto a riafferrarsi alla vita che aveva prima di innamorarsi di lui per poter continuare a vivere normalmente.. una fuga.. è certamente una fuga; anche per lui accettare la separazione è stato lo stesso, frutto di una scelta sbagliata.. adesso ne è consapevole.
Mario conosce, perfettamente, i meccanismi della mente di Claudio; fuggire dall'ambiente dove tutto ti ricorda l'amore della tua vita.. dove non puoi più rimanere senza rivivere, attimo dopo attimo e con un'eco ossessiva, tutto ciò che hai vissuto insieme a chi non ti ama più, è diventata una scelta obbligata per il suo Claudio.
Quando i ricordi non sono sufficienti a lenire il dolore che ti assale e rende secchi i tuoi occhi ogni volta che lo vedi vivere la sua vita senza di te, comprendi che non hai un'altra alternativa.
Lo vede ridere e scherzare con Diego e la sua tensione, improvvisamente, sparisce.
Marco si è sbagliato, Claudio ha ripreso le redini della sua vita; chi è lui per metterla a subbuglio di nuovo?
Chissà, partire per il giro di conferenze programmate da più tempo riuscirà a dare un senso a quanto sta loro succedendo; ritorna in studio e, con rinnovata energia, si dedica ad organizzare la partenza e lasciare tutto a posto.
Rimette in moto l'auto e ritorna allo studio; sente pesare sulle sue spalle lo sguardo interrogativo di Marco.
-Prima che tu me lo chieda... no, non ho parlato con lui. Le cose, tra di noi, sono definitivamente cambiate. Stare lontani ci farà solo bene. Ho deciso di accettare l'offerta dell'Università, farò quel giro di conferenze.
Non gli permette di controbattere e si chiude, con decisione, nel suo ufficio.
Il tempo corre velocemente e, pochi giorni dopo, Mario si ritrova in fila di fronte al controllo Passaporti, il cuore stretto in una morsa d'angustia che non provava da più giorni.
Non ha voluto che Marco lo accompagnasse in aeroporto, alla ricerca di un taglio netto e indolore.
Assorto nei suoi pensieri, sobbalza quando si sente toccare sulla spalla e si ritrova ad annegare nello sguardo disperato di Claudio.
-Ti prego, Mario, non questo. Questo non lo sopporterei. Non riesco ad immaginare di stare lontano da te.. di non avere la possibilità di vederti... di parlarti.. fosse anche solo di litigare con te. Questo no, ti prego, questo no.
Mario lo guarda a lungo negli occhi; la stessa inquietudine che sente nel suo cuore sembra riflettersi negli occhi di Claudio che adesso si trova di fronte a lui, nello stesso stato di febbrile tormento che lo aveva posseduto quell'alba in cui era andato casa sua per confessargli che pensava tutto il tempo a lui e che non sapeva cosa fare, quando gli ha confessato che necessitava risposte perché in quello stato non poteva più rimanere.
La stessa frenesia che lo aveva posseduto sino ad un momento prima ma che, adesso, misteriosamente si è acquietata di fronte a quel Claudio così disarmante.
Non riesce a credere in quel che vede, ma la sua mano è reale.. la sua voce è reale... quello che gli sta dicendo è quello che il suo cuore ha atteso di sentire da più giorni.
-Non mi è piaciuto, Claudio, tutto quello che abbiamo vissuto. Se stiamo insieme.. stiamo insieme. Questi vuoti, questi equivoci, non mi fanno bene.. mi fanno male... e molto... non mi permettono di vivere...
-Lo so. Ne sono consapevole, così come sono consapevole che "questo" è qualcosa per il quale giocarsi tutto. Non sono capace di vivere senza di te. La sola prospettiva mi uccide. E' stata tutta colpa mia. Perdonami. Tutto, accetterei tutto da te meno un abbandono. Ti prego.
-No. La colpa è stata mia. Non sono riuscito a fare null'altro se non sentire la tua mancanza e provare questo desiderio insopportabile di andare via. Avrei dovuto spiegarti meglio.. insistere...
-Non farlo. Non mi serve alcuna spiegazione. Dentro di me è ben chiaro quello che sento per te. Al di là di tutti gli equivoci che possono esserci stati, al di là dell'intolleranza del momento, solo tu conti per me. La prospettiva di perderti.. non voglio neppure pensarci!
Con un sorriso, Mario gli accarezza la fronte, con il suo tipico gesto di sempre, la sua mano scende sulla guancia e lì riposa.
-Nemmeno io. Amore mio. Nemmeno io.
E' il segnale atteso da entrambi che, d'improvviso, si stringono in un abbraccio senza fine.
Poco importa che siano circondati da una marea di gente sconosciuta, poco importa che occhi curiosi si chiedano il perché di questo abbraccio disperato.
Perché, entrambi, hanno raggiunto la propria destinazione.. il loro porto sicuro.. l'inizio e la fine della propria esistenza.
Perché "questo" è l'amore nella vita di ciascun uomo!
Per sempre!
FINE

Perché "questo" è l'amore nella vita di ciascun uomo!Per sempre!FINE

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