Incontro

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Mentre decideva che giacca mettere Diana ripensò a come è strana a volte la vita. 

Nel corso degli anni era stato un continuo susseguirsi di tappe, tutte condizionate dalla conoscenza di nuove persone e mentre la vita andava avanti molte scomparivano, altre restavano dando speranza ma purtroppo si era accorta che prima poi tutti andavano a perdersi. Alcune ovviamente restavano da sempre ma erano un po' i punti saldi, quelli che consideri parte della tua vita come l'aria, sono lì e puoi non sentirli per un mese ma è come fosse un giorno. Non che lei fosse una persona particolarmente espansiva, ma a partire dai primi anni di liceo con le prime chat, poi i primi social network conoscere gente, amici di amici (nemmeno troppo a volte), era così facile che la cosa quasi perdeva di significato. Giravano intorno a lei la solita di decina di conoscenze fisse, che ovviamente con il passare degli anni sono passate attraverso alti e bassi ma in generale, ancora oggi, sono stabili. Di quelle dieci forse solo un paio resteranno sino alla fine ma va bene così, tutto nella norma. Ed accanto a loro c'era una miriade di altri personaggi, molto più simili a delle ombre che delle persone per il poco che ci lasciano. Eppure, proprio una di quelle che era finita insieme alle altre ombre nell'oblio era tornata a farsi viva da un annetto a quella parte.

Ovviamente non appena era esploso il fenomeno Diana si era iscritta a Facebook, quindi dopo l'aggiunta del cerchio stretto di persone più tutte le altre del periodo era iniziata l'aggiunta molesta degli amici degli amici, esclusi quelli che dopo che la loro amicizia era stata accettata si presentavano con un saluto e un complimento ed una richiesta di uscita (bloccati tutti all'istante). Il numero di amici, così vengono chiamati anche se ovviamente non lo sono, iniziò a crescere vertiginosamente e se alcuni utenti preferiscono avere una lista non molto folta ma pulita, altri, come Diana, preferivano avere sempre qualcosa di nuovo da vedere quando aprivano l'applicazione o il sito sul portatile, certo c'era il rischio di perdere il contenuto che qualcuno condivideva ma sotto sotto se una persona si rivela essere interessante si tende anche a cercare ciò che pubblica con più interesse ed impegno anche sul suo profilo. 

Diana, però, nell'ultimo anno si era trovata davanti a ciò che proprio si aspettava. Ciò che era tornato dal passato e che aveva prima dimenticato e sottovalutato ed ora quasi si pentiva di dover lasciare il giorno dopo.

No. No. Stava correndo troppo. Non era niente di tutto quello. Era solo una persona con cui aveva costruito un rapporto nel tempo, prima qualche like, poi qualche like a delle foto vecchie, gli auguri del compleanno fatti via chat e non nel massacro comune della bacheca e oltre agli auguri anche qualche chiacchiera in più, che poi a volte si è trasformata in richieste di consigli per lavoro o magari cose più banali come togliere le pubblicità e scoprire che il modo più efficace era installare una piccola estensione che criptava tutto e quindi nascondeva tutti i dati dell'utente ai siti. Così la cosa, senza chissà che secondi fini, si era trasformata in una promessa di offrire una cosa per ringraziamento ma come accade nei vent'anni c'era sempre qualcosa da fare e appunto certo c'era simpatia reciproca ma niente di più. Il privato restava privato. Ma pian piano senza forzarlo e superando qualche contrattempo siamo arrivati a questo momento, finalmente i debiti, se si possono definire tali, in sospeso stavano per essere ripagati.

Diana aveva scelto di escludere una giacca e mettere una camicia di flanella a quadri e così finalmente era pronta per l'ultima uscita prima di iniziare il dottorato dall'altra parte dell'oceano.

Così prese la sua piccola borsetta marrone con dentro l'indispensabile, controllò il cellulare per vedere l'ora e lo mise in tasca, più comodo che in borsa. Un'ultima occhiata allo specchio, non che i capelli corti avessero bisogno di chissà che cura, ed il trucco era il minimo indispensabile. 

Chiuse la porta, passò a salutare il padre che aspettava impaziente l'inizio della gara di formula uno, era in completo assetto da tifoso con birra chiara, leggera perché oramai non reggeva più nulla, e due ciotole con popcorn e patatine, ovviamente la madre aveva anche aggiunto un numero bello consistente di fazzoletti onde evitare spiacevoli zampate oleose in giro per il salotto.

La cena di classeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora