Le gocce di pioggia leggere erano rimaste tali per tutto il tragitto. L'aria era fresca e gradevole, Diana però con il solito gesto automatico chiuse la camicia, la canottiera umida le si era attaccata alla schiena ed un brivido le aveva percorso tutta la schiena.
Il ragazzo a colpo sicuro la guidò verso le scale, si fermò un istante, posò la mano sulla ringhiera bagnata ma non ci diede peso. Scese il primo gradino e Diana lo seguì ad un paio di passi di distanza. Arrivarono davanti ad una porta blindata, il ragazzo senza la minima esitazione schiacciò un piccolo pulsante, quasi invisibile nella penombra, alla destra dell'ingresso e senza muoversi di un millimetro attese.
Attorno a loro c'erano solo i rumori generici della notte: sporadiche macchine, mezzi pubblici ed il vociare lontano di gruppi di ragazzi, la stagione estiva li spingeva ancora a restare fuori sino a tardi.
La porta si aprì lentamente, spuntò un viso smunto e magro, occhi grigi che non si fermavano un attimo.
"Sei già sveglio. Mattiniero oggi"
"Già. Già. Giàgià. Anche tu. Anche tu. Che vuoi? Eh?"
"Sì, ecco. Mi, mi serve il solito"
"No. Nono. No. Non si può"
"Dai cazzo, mi serve, so che puoi"
"No no. Non hai un appuntamento. Non si può"
Quello al di là della porta tirò la testa all'interno ma lasciò l'uscio aperto. Il ragazzo immerse la faccia tra le mani, sospirò e poggiò una mano sul muro.
"Forza, cerca di fare uno sforzo. Uno strappo alla regola, per una sera, non sono qui per lavoro. Sono qui per un favore"
"Quindi. Quindi paghi? Paghi? Hai i soldi?"
"Sì, sì. Li ho. Pago sempre, ci fidiamo l'uno dell'altro"
"Mh- mh- mh- mh
"Possiamo entrare"
"Lei però? Lei non è sicura!"
"Sì, è un'amica. Le puoi far vedere le stampanti 3D che hai, non tocca nulla"
"No, no. Lei no. Non puoi, lo sai"
"E cosa fa? Resta fuori? So che hai le tue regole ma stasera devi fare uno strappo, giusto un poco. Dieci minuti"
"Veramente eh, cioè sto tranquilla e non tocco nulla"
"Oh sì. Sì. Ma non si accendono eh. No, troppo presto. Troppo presto"
"Tranquillo, non ho mai visto uno studio-"
"Laboratorio! L-laboratorio. C'è. C'è. C'è differenza. Laboratorio specializzato..."
"Ehm, sì. OK. Un laboratorio specializzato, sono curiosa"
"Sì, sì. Curiosa. Va bene. Dentro. Forza, forza in fretta"
La faccia scheletrica sparì nuovamente all'interno del laboratorio. Diana mise le mani in tasca, sperò che il ragazzo si girasse per scambiare due parole e magari darle un po' di supporto ma sembrava invece attendere con impazienza di entrare.
Alla fine la porta si spalancò come per magia davanti a loro e si trovarono in una stanza completamente bianca. Il pavimento, in plastica, era quasi un tutt'uno con le pareti. Diana per un istante quasi pensò di trovarsi non propriamente in piano. L'illuminazione era affidata a quattro coppie di neon che non lasciavano uno spiraglio di ombra all'interno del locale.
La ragazza si girò di scatto alle sue spalle quando la porta si chiuse con un rumore secco. Le sembrò di essere dentro una cassaforte per la pesantezza del rumore.
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La cena di classe
Mystery / ThrillerUna rimpatriata tra compagni di classe, prima che Diana parta per una paese straniero, si trasformerà lentamente in una cascata di avvenimenti imprevedibili. La nostra protagonista in questa notte infinita crescerà, cambierà e si troverà in situazio...