1 Un brutto pomeriggio

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Berlin, 5 November 1935

Guten Morgen,
Ich muss Ihnen sagen, dass Ihr Sohn, Newton von Salomon, das einzige lebende Kind in der Familie, keinen Zugang zum Militärdienst erhalten wird; Tatsächlich wurde bei ihm ein lahmer Fuß diagnostiziert, was ihn in der Armee des Führers völlig nutzlos und ineffektiv machte. Daher muss ich Ihnen sagen, dass er keine Militärzone betreten wird.

Mit freundlichen Grüßen Janson von Arnim, General der 15 Division.


(Traduzione 👇)


Berlino, 5 novembre 1935

Buongiorno,
Sono costretto ad annuciarvi che vostro figlio Newton von Salomon, unico figlio vivente della famiglia, non potrà accedere al servizio militare; a lui infatti è stato diagnosticato un piede zoppo, rendendolo del tutto inutile e inefficace nell'esercito del Führer, pertanto sono costretto a comunicarvi che non entrerà in nessuna zona militare.

Cordiali saluti, Janson von Arnim, generale della 15esima divisione.

Ormai a forza di leggerlo, Newt lo sapeva a memoria. Quel telegramma - ricevuto tre anni prima - gli aveva rovinato la vita; era colpa di quel pezzo di carta se suo padre lo odiava, era colpa sua se la sua esistenza era a dir poco schifosa. Anche se lo desiderava, non aveva il coraggio di distruggerlo; una parte del suo io lo arrestava prima di prendere un acciarino e bruciare il telegramma.
Sbuffando, Newt lo ripiegò e se lo mise in tasca, poi si appoggiò alla ruvida corteccia della quercia, chiudendo gli occhi; il sole di fine agosto filtrava attraverso le fronde dell'albero, caldo ma non soffocante. "Bene bene...", sentì dire.
Aprì gli occhi, vedendo a soli pochi metri da sé Galileo - o semplicemente Gally - Mutterschipt, il classico  borghese che si vantava di tutto, dalla corporatura massiccia e dai biondi capelli. Non era solo; infatti veniva accompagnato dai suoi inseparabili compari, ovvero Clint Steffi e Benjamin Kugel.
"Sempre per i fatti tuoi, eh Newt?", continuò Gally.
"Lasciami stare".
"Sennò?" domandò Clint "chiamerai il tuo adorato paparino?".
"Sì provaci" incitò Benjamin, o se volete Ben "ma non credo farai molta strada con quel piede zoppo".
Cercando di essere neutrale alle loro prese in giro, Newt si mise in piedi appoggiandosi all'albero.
"Per alzarti ti fai addirittura aiutare dagli alberi" commentò Gally "sei veramente patetico".
"Tra noi quello patetico sei tu".
Il bullo non contrattaccò. Newt fece per andarsene quando l'altro lo spinse a terra, facendolo cadere di sedere sull'erba secca; tentò di rimettersi in piedi, ma Gally lo spinse di nuovo facendolo cadere di nuovo.
"Che ti prende Newt?" gli domandò il bullo con tono provocatorio "hai difficoltà a camminare?".
Il biondino serrò la mascella innervosito mentre Gally ridacchiava.

"Con te non ci si diverte mai" disse riferendosi poi a Ben e Clint "dai andiamocene".
Con un po' di difficoltà, Newt si rimise in piedi, contemplando Gally e gli altri due andarsene spensierati. Col sole che tramontava, il biondino imboccò il sentiero e si diresse verso il centro abitato più vicino: Berlino. La città era tappezzata di enormi stendardi rossi con disegnati in nero delle svastiche oblique; quando arrivò, era quasi sera e in giro non c'era praticamente nessuno; Newt imboccò la via alla sua destra e continuò a camminare, faticando per il piede zoppo. Finalmente giunse alla villa Salomon, posta alla sua destra; era mastodontica, con grandi colonne di marmo a sovrastare l'entrata, costituita da una porta a due ante, di palissandro. Newt si mise sotto il portico e batté il battente di ottone, provocando un potente risuono. Dopo pochi minuti l'anta di destra di aprì, rivelando una figura; era Markus, il maggiordomo di famiglia.
"Signorino Salomon" disse accogliendo il giovane "dové stato? I suoi genitori-".
"Sto bene Markus. Dì loro che non ho niente".
"La stanno aspettando in soggiorno".
Sbuffando, Newt mise piede dentro casa e imboccò il corridoio davanti a sé, arrivando subito dopo in soggiorno. Lì dentro c'erano due figure: una in piedi, l'altra seduta su una poltrona. Quella in piedi era un uomo, che lo stava guardando con uno sguardo a dir poco adirato; aveva i capelli corti -, di un grigio smorto - con gli occhi piccoli e scuri. Una folta barba biancastra occupava gran parte del mento, ben lavata e curata; l'uomo indossava giacca e cravatta, con le mani dietro la schiena e sulla spalla una fascia decorata con una svastica nera.
"Si può sapere dov'eri finito?", domandò.
Fu molto severo; in fondo Newt ci era abituato, visto che il suo legame con suo padre Ernst non poteva essere definito un legame padre - figlio.
"Ero in giro", rispose acidamente il ragazzo.
"E perché sei sporco?", domandò la figura seduta sulla poltrona.
Quest'ultima era una donna con i capelli tendenti al rosso e il viso semicoperto di rughe leggere; gli occhi erano color caffè e lo sguardo preoccupato.
"Sto bene, mamma", rispose il biondino.
"Sentimi bene" disse Ernst, guadagnandosi l'attenzione del figlio "non mi piace che tu vada in giro a fare rissa con i tuoi coetanei".
"Ma non sono stato io-".
"Devi comportarti da uomo, ma vedo che per te è difficile con quel piede zoppo che ti ritrovi".
Newt strinse i pugni, trattenendo la rabbia.
"Sei la delusione della nostra famiglia; tuo fratello a differenza tua non mi ha mai deluso".
"Chuck era più piccolo-".
"Osi contraddirmi?!".
Newt si bloccò, zittendosi. Con suo padre era inutile parlare; era irremovibile.
"Ora fatti un bagno e sparisci dalla mia vista. Non voglio più vederti per il resto della serata".
Il figlio non poté far altro che annuire. Zoppicando leggermente, uscì dal soggiorno e salì le scale, entrando poi nella sala che chiamavano bagno; era enorme con le pareti riscoperte di mattonelle di ceramica, di un bianco sporco. Al centro della stanza c'era una vasca piena zeppa di acqua. Newt si svestì, contemplandosi allo specchio che vigeva sulla parete di sinistra: i capelli biondo scuro erano increspati, pieni di granuli di terra secca. Gli occhi color caffè risaltavano sulla pallida carnagione, con le labbra piene di tagli cicatrizzati. Quasi con solennità, s'immerse completamente nella vasca; l'acqua era piacevolmente tiepida, quindi cominciò a spalmarsi gli oli profumati su tutto il corpo, utilizzando poi una saponetta. Finito di lavarsi, uscì dalla vasca e si asciugò con un asciugamano; finito ciò, notò la presenza dell'intimo e di una vestaglia da notte, il tutto ripiegato sul mobiletto vicino al lavandino. Newt si vestì ed uscì, dirigendosi verso alla camera da letto; era enorme e ricamata, con un enorme letto a baldacchino a sovrastare la parete di sinistra, con i muri tappezzati di librerie, piene zeppe di libri. Davanti a sé c'era una finestra, chiusa con una chiave.
Newt si chiuse la porta alle spalle e spense la luce, poi si gettò sul letto e lì il sonno lo avvolse.

Luce nell'ombra ~Newtmas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora