15 Perdite su perdite

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Quattro ore dopo la fine dello scontro, arrivarono finalmente i soccorsi, carichi di militari pronti all'azione; appena arrivati posizionarono il campo base e tutte le tende, organizzandosi sul da farsi.
Perfino i ragazzi diedero il loro contributo, tutti ma non Newt.
Il biondino era seduto sul confine tra la spiaggia e la terra ferma, con le ginocchia al petto e la mente chissà dove; non riusciva ancora a credere che nonostante quella mattina d'inferno nessuno avesse voluto parlare di ciò, come se niente fosse accaduto. Il mare era ancora rosso e tra la sabbia si potevano ancora intravedere le budella di qualche soldato caduto in una mina antiuomo; i cadaveri invece erano stati portati via, radunati un un'unica area dedicata a loro. Newt aveva ucciso quella mattina; aveva sulle mani il sangue di uomini come lui tedeschi...era un traditore. No anzi, un disertore.
"Non sei l'unico che sta male".
Al ragazzo non servì voltarsi per riconoscere la voce: sapeva molto bene che quella era di Thomas.
"Anch'io non riesco a perdonarmi per quello che ho fatto", continuò il moro, sedendosi di fianco a lui.
"È stato un massacro. Dopo quest'oggi, che cosa faremo?".
"Beh, ho sentito dal generale che tra non molto partiremo per Parigi. Dobbiamo liberare la Francia da-".
"Partiremo? Voi partirete, io me ne ritorno a Berlino".
Thomas rimase del tutto impreparato a quella risposta.
"Come sarebbe? Ci andremmo insieme".
"Io non ho mai voluto essere un soldato. Queste cose non fanno per me".
"E allora perché sei venuto?".
Newt sbuffo'.
"Volevo seguirti. Non potevo rimanere in America sapendo che avresti rischiato la morte".
"Ma se è per questo, perché vorresti ritornare in Germania? Là i tuoi parenti ti daranno per morto".
"Lo so benissimo, ma voglio sistemare le cose tra me e mio padre. Una volta per tutte".
"Allora io e gli verremo con te".
"No. Questa è una faccenda privata; cose che non potresti capire".
Newt si sentì uno stupido, ma si pentì troppo tardi; Thomas era diventato taciturno e aveva lo sguardo basso.
"Mi dispiace Thomas-".
Con le lacrime agli occhi, l'ebreo lo interruppe con una sberla sulla guancia.
"Il mondo non gira attorno a te!" urlò "avrai un pessimo rapporto con i tuoi genitori ma almeno ce li hai! Io non ho niente, soltanto te! Per colpa dei tedeschi ho perso tutto, quindi smettila di dire non avere niente perché c'è gente che è messa peggio!".
Non lasciò il tempo a parlare Newt che Thomas se ne andò, sbattendo i piedi sul terreno.

Newt non riusciva a dormire; ripensava ancora al pomeriggio trascorso con Thomas: perché aveva detto quella cosa? Era ovvio che lo capiva, ma il biondino era così preso dalla sua disperazione che non aveva capito che non era l'unico che stava soffrendo.
Devo chiedergli scusa
Deciso, uscì dalla tenda; un vento freschissimo lo investì in piena faccia, svegliandolo del tutto. Si diresse verso alla tenda di Thomas e lo chiamò a bassa voce, senza ricevere alcuna risposta; decise di entrare, ma l'unica cosa che trovò fu un biglietto. Di lui, nessuna traccia.

Luce nell'ombra ~Newtmas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora