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[Ed eccoci qui, siamo a due passi dalla mia ex casa.]

Riconosco tutto di questo luogo, nonostante siano passati anni da quando ci ho messo piede l'ultima volta, mi sembra ancora di sentire il profumo della torta al cioccolato che mi preparava la mamma e le urla di papà che si arrabbiava sempre quando lasciavo i giochi sul pavimento del suo studio... mi mancano ogni giorno di più. <<tutto okay Morgana?>> mi sveglia dai miei ricordi Shamash, sembra veramente in pensiero per me <<stai tranquilla, ti spiego dopo.>> lei risponde con un sorriso e mi stringe la mano per confortarmi. Il beta egocentrico si è fermato davanti alla porta di quello che è lo studio, diamine ero capace di venirci anche io! Che cosa stupida aver bisogno della guida turistica in casa propria, quasi gli rido in faccia. Meglio non farlo però. <<siamo arrivate ragazze, dietro questa porta c'è l'ufficio dell'alpha. Gli ho gia comunicato del vostro arrivo e vi attende.>> dice l'idiota, <<ti ringrazio per averci accompagnate, ti siamo riconoscenti>> risponde Shamash con il suo sorriso, riconoscenti un emerita minchia. Questa è casa mia. Questo è il mio branco.
La mia amica mi rivolge uno sguardo deciso come per chiedere il consenso di aprire la porta che io gli do subito e ci troviamo faccia a faccia con il mostro che mi ha rovinato la vita.
<<buongiorno signorine, di cosa volevate parlarmi?>> dice con un sorriso più falso di giuda e io rispondo con finta gentilezza <<volevamo chiedere il permesso di poter permanere presso il suo branco per qualche tempo, siccome ne cerchiamo uno e vorremmo vedere se questo fa al caso nostro.>> la sua faccia si fa rossa di furia <<SOLITARIIII???!>> dice urlando <<eemmm, no signore. Siamo nate umane. Abbiamo scoperto da poco la nostra natura.>> risponde la mia amica, come sempre ha i riflessi più pronti di me in questi casi. Lui sembra calmarsi e annuisce <<Va bene. Starete nella casa-branco, ma non dovete creare alcun disturbo. Deve essere come se non esistiate. Intesi?>> risponde con tono da alpha, Shamash si trova ad annuire spaventata ma io rispondo con un semplice <<intesi>> che non lascia trapelare nessuna emozione. Dopo questo ci congeda continuando a guardarmi male, oh mio caro questo è solo l'inizio. Aspetta che ci troveremo soli.
Usciamo dall'ufficio dove troviamo un servitore (lo si capisce dai vestiti logori e dai numerosi lividi che ha sul corpo) che probabilmente è stato incaricato di accompagnarci alla casa-branco, esso prende le nostre borse e ci fa strada verso quella che è appunto la struttura che ci ospiterà. Eppure a me sembra di conoscerlo quest'uomo che ci accompagna... forse è solo un impressione.
Arriviamo e scopro con grande sorpresa che ci è stata assegnata la camera doppia, quindi potremmo discutere in tranquillità. L'uomo appoggia le borse sui letti e ci mostra il bagno e ci spiega la strada per la mensa del branco. Però quando ha finito continua comunque a fissarmi dopo un po' chiede <<scusi signorina, potrei sapere il suo nome?>> poi subito abbassa la testa come se aspettasse una botta forse per la sfrontatezza <<ma certo, il mio nome è Morgana. E dammi pure del tu. Infondo non sono nessuno in questo branco.>> per ora, ma questo lo tengo per me. L'uomo mi fissa con occhi sgranati. Ma aspetta lui è...

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