-16 Giugno, Aeroporto di Orlando, Florida.
La vita non è semplice.
Ce lo insegnano fin da bambini e a chi non lo insegnano finiscono per diventare delle persone a cui è impossibile vivere la vita come ci si sente di fare.Me ne sono sempre andata in giro a piedi scalzi in casa e in tutte le stagioni dell'anno, era mia madre a raccomandarmi che non dovevo farlo per evitare la febbre.
Per dispetto lo facevo.
E la febbre mi saliva altissima, sempre.
A dieci anni presi una cotta per Mark Avenue, un ragazzino tre anni più grande di me.
Mia madre disse che era troppo timido per una bambina come la sottoscritta, e che io non ero di certo il suo tipo.
Continuai lo stesso a correre dietro a quel Mark Avenue.
Dopo un po' di tempo, lui confessò i suoi incontrollabili sentimenti a Samantha Goice, la mia migliore amica.
A tredici anni iniziavo a soffrire d'asma.
Fu il periodo in cui ci trasferimmo e parte del mio mondo lo vidi cambiare sotto gli occhi, Samantha iniziava ad allontanarsi e a farsi nuove amiche.
Mia madre mi ripeteva di cominciare a seguire una mia nuova strada e di lasciar perdere Samantha, crescevamo troppo diverse ormai, distanti.
Un giorno la mia migliore amica mi rinchiuse dentro lo spogliatoio della palestra e lasciò che il getto dell'acqua della doccia mi bagnasse la maglietta per mostrare al suo gruppo di amichette che ero ancora piatta come un'acciuga a differenza loro.
Quel giorno rimpiansi di non aver ascoltato mia madre tutte quelle volte in cui avrei dovuto e presi la febbre a causa dei capelli bagnati, e venni derisa dalla mia prima cotta, Mark, ma soprattutto dissi il mio primo "vaffanculo" dedicato con affetto alla stronza acida Samantha Goice.
Da quel giorno non ci parlammo più, e fu un bene, perché imparai diverse cose da allora.L'estate sembra già interminabile e caldissima ma la mia felicità è alle stelle, mentre ammiro gli aerei partire verso il cielo e il bel sole che splende.
Non riesco pensare ad altro che a New York e a quello che mi aspetta.
Gem la Macellaia ha offerto gentilmente un passaggio a me e i miei genitori fino all'aeroporto con il suo furgonicino sfracassato.
Gentile da parte sua.-È quasi ora di incontrarti con il tuo gruppo, non credi?- dice mia madre consultando il suo orologio da polso, vecchio ed usato da almeno tre generazioni, che poi non è detto che sia giusto l'orario.
In un millesimo di secondo una strana sensazione inizia a pervadermi il corpo e guardo le mie scarpe rotte e sporche, un vecchio modello di sneakers classiche e nere.
I miei pantaloncini grigi da tuta mi vanno leggermente larghi, così li stringo dall'elastico bianco e ne approfitto per aggiustare anche la felpa del medesimo colore. Non sarò fantastica e all'alta moda per NYC ma almeno vado lì per divertirmi.-Lo sai che devi stare attenta?- domanda mio padre preoccupato, ma anche con un tono di severità.
Alzo un sopracciglio e poi lo abbraccio per zittirlo come solo le figlie riescono a fare con i propri padri: con smorfie e coccole, abbracci e affettuosità allo stato puro.
-Oh, mi raccomando piccola...- mormora passando una mano sulla mia spalla.
-Stai attenta con i ragazzi, sii scortese con loro come quando la mamma ti rimprovera, tienili alla larga come ti ho insegnato, hanno gli ormoni a mille a quest'età e poi fai l'antipatica e la testarda solo come tu sai fare per farti odiare.-Mi allontano un attimo dall'abbraccio per guardarlo negli occhi.
-Non succederà-
-Non dargli confidenza e grida aiuto se si avvicinano, non provocarli sanno essere dei veri e propri animali-
-Papà credo tu stia esagerando...- mormoro nascondendo un sorriso, ma nascondendo anche il fatto che il suo modo così esageratamente premuroso e diretto non mi dispiaccia.-Mi fido di te piccola. E ricordati le tue precauzioni da usare per l'asma.- sussurra all'ultimo lasciandomi un tenero bacio sulla fronte. La sua ultima frase mi spiazza, e mi imbarazza, facendomi passare per ancora una bambina irresponsabile. Ne abbiamo parlato diverse volte riguardo l'asma.
-Ho tutto, so badare a me stessa.- borbotto.
-Grazie di tutto Gem, mi mancherete.- sibilo poi guardandomi intorno e guardando per un'ultima volta gli occhi lucidi di mia madre. Non posso crederci passeranno solo tre mesi...
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PER SBAGLIO IN CANADA II SHAWN MENDES
Fanfiction"Non importa dov'ero e come ci fossi finita, perché davvero non mi ricordavo più come ci fossi arrivata, il vero motivo, con lui tutto svaniva. Mi bastava guardarlo, i suoi capelli scompigliati e scuri, la sua pelle ambrata, mentre da fuori facevamo...