Yugyeom - Dancer

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-Allora ragazzi, la nostra compagnia è stata scelta per un evento molto importante... - iniziò a parlare il presidente della mia compagnia di ballo. Era una compagnia molto prestigiosa, non era facile entrarci, solo i migliori ci riuscivano, infatti ero fiera di farne parte. Non ascoltai bene cosa diceva il presidente, ci aveva fatti alzare presto di domenica, l'unico giorno libero della settimana, la sera prima avevo fatto tardi con le mie amiche e in quel momento morivo di sonno. –Misty! – mi disse Ali tirandomi una gomitata. –Che c'è?! – risposi alterata. –Dobbiamo andare bell'addormentata! – mi schernì Elsa. –Oggi non abbiamo lezione vero!? – esclamai preoccupata. –Si, ci hanno messo lezione perché tra una settimana dovremo esibirci al solito festival annuale della città. – mi spiegò Ali. Sapevo di quel festival, chiunque poteva parteciparvi, molti ci andavano per essere notati da qualche casa discografica. –Quindi quest'anno siamo stati scelti noi come compagnia di ballo? – chiesi. –Ma hai ascoltato almeno una parola di quello che ha detto il presidente? – mi chiese Elsa. –No, ma tu stai zitta, che a volte ti parlo, siamo solo noi due, E TU NON MI ASCOLTI MINIMAMENTE! – esclamai alterandomi. –Rilassati nana, che poi esplodi! – sentii dire alle mie spalle. Mi girai fulminando con lo sguardo colui che aveva parlato e che, purtroppo o per fortuna, avevo riconosciuto subito. –Non è giornata Yugyeom, ti conviene sparire dalla mia vista in un nano secondo! – ringhiai. –Sai, dovresti rilassarti, magari.... – iniziò a dire, ma venne interrotto da un suo amico. –Ti conviene stare zitto se non vuoi morire giovane! – gli disse BamBam portandolo via. –Ma quanto è bello? – chiese Elsa. –Chi, Yugyeom? Si, peccato sia un rompicazzo assurdo! – mi lamentai. –Veramente mi riferivo a BamBam, ma fa lo stesso. – disse Elsa. Ali era scoppiata a ridere all'inizio del discorso e non si era ancora fermata, mentre io decisi di non rispondere. Ci dirigemmo verso la nostra classe, dove provavamo tutti i giorni facendo orari improponibili. –Allora ragazzi, a noi sono stati assegnati cantanti solisti, e ho già formato i gruppi. – disse il nostro coreografo. –Dopo che avrete visto chi è il vostro compagno, o i vostri compagni, venite da me che vi spiego che coreografia dovrete inventare. – continuò. Ci avvicinammo tutti alla bacheca dove era stato appeso il foglio delle collaborazioni. Vidi prima i nomi delle mie amiche, erano in un gruppo di quattro, Elsa, Ali, BamBam e Mark, due di classe nostra e amici di Yugyeom, pure lui in classe con noi. A loro era andata decisamente bene, Elsa era cotta di BamBam e lui si vedeva che ricambiava, dovevano solo conoscersi meglio, mentre Ali e Mark si frequentavano da un po' di tempo.  Scesi controllando tutti i nomi, arrivando circa a metà foglio e sbiancando. Corsi dal coreografo e lo guardai basita, sapeva che io e Yugyeom non andavamo d'accordo, non poteva avermi messa davvero con lui. –Scusi, ma è sicuro di aver visto bene con chi mi ha messa in coppia?! – esclamai. –Si Misty, so benissimo con chi ti ho messo e l'ho fatto per due motivi, uno è perché spero smettiate di litigare come due bambini, l'altro è perché siete i più alti in base al sesso e mi servite per una coreografia particolare. – mi rispose. –Che coreografia? – chiese Yugyeom raggiungendoci. –Dovrete fare una coreografia sensuale, piuttosto spinta, anzi, molto spinta, ascoltatevi la canzone e iniziate subito a lavorarci sopra, la voglio pronta per venerdì. – disse. –Come venerdì?! Quando ci esibiremo? – chiesi. – Sabato c'è la prima serata, da sabato in poi vi esibirete tutti i giorni, ma per venerdì deve essere perfetta. – disse spostandosi da un altro gruppo. –Mi piace questa collaborazione! – disse Yugyeom avvicinandosi a me. –A me non piace questa vicinanza! – ribattei mentendo, lui mi piaceva, e anche tanto, ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo, o meglio, per dirglielo. –Bugiarda, ma farò finta di crederci. – disse saccente. "Giuro che lo uccido!" pensai. –Bene, visto che tutti sapete cosa fare, ognuno prenda una sala e si alleni, per venerdì dovete avere tutti quanti le coreografie pronte. – disse il nostro coreografo dandoci il via libera per andarcene. Io seguii in silenzio Yugyeom attraverso tutto l'edificio. –Mi spieghi dove cazzo stiamo andando?! – dissi fermandomi dopo un quarto d'ora che camminavamo. –Smetti di lamentarti, conosco una sala dove non va mai nessuno, secondo te con tutta la compagnia che deve provare, le sale prove più comuni saranno tutte occupate no? – disse saccente. Ok, aveva ragione, ma gli avrei volentieri staccato la testa. –Ho capito, ma c'era bisogno di girare tutto l'edificio? – esclamai irritata. Lui si fermò di colpo girandosi, e io coi riflessi da bradipo che mi ritrovavo gli finii addosso. Ci fu un istante di silenzio imbarazzante, lui aveva le braccia lungo i fianchi e mi guardava dall'alto, mentre io mi ero ritrovata con le mani appoggiate sul suo petto. –Se non la smetti di lamentarti ti faccio stare zitta io, comunque siamo quasi arrivati. – disse con un mezzo sorriso. Arrossii e rimasi zitta, come aveva detto lui. Si voltò e continuò a camminare, con me dietro, per pochi minuti, fermandosi davanti a una porta chiusa. La aprì ed entrammo in una stanza buia. Io rimasi ferma, non ci vedevo niente, ma sentii Yugyeom muoversi per la stanza con sicurezza, andò ad aprire i rotolanti delle finestre illuminando completamente la stanza. Era abbastanza piccola, c'erano poche cose dentro, un impianto stereo, uno specchio a parete e un paio di armadietti, nient'altro. –Allora, ho già in mente qualcosa, spero ti vada bene, anche perché non abbiamo molto tempo. – mi disse dirigendosi all'impianto e collegandoci il telefono. –Lo so, probabilmente dovremo provare tutti i giorni tutto il giorno in pratica! – esclamai sconsolata. –Già, diamoci subito degli orari, così ci togliamo il dente. – propose. Iniziammo a discutere su quando era meglio, sulle pause e sugli orari in generale. –Bene, allora è deciso, ci troviamo tutti i giorni alle sette in punto qua, facciamo una pausa pranzo di un'ora, una pausa per la cena di un'ora e fino a che non siamo distrutti continuiamo a provare. – concluse il nostro discorso. –Per sicurezza vado a segnare i nostri nomi sul foglio delle prenotazioni della stanza. – dissi uscendo e segnandomi sul foglio per tutta la settimana e anche qualche giorno delle settimane dopo, non sapevo se avremmo avuto bisogno di tornare, ma speravo di no. Si prospettava una settimana da urlo. Ascoltammo la canzone un paio di volte, iniziando a discutere su quale stile era meglio adottare. Lui era più per uno stile sensuale e intenso, io, anche se sapevo che aveva ragione, mi vergognavo troppo a ballare una cosa di quel genere con lui, così mi impuntai per fare una cosa più movimentata e, soprattutto, con poche interazioni fra noi due. –Facciamo così. – disse prendendo il telefono. Compose un numero mettendo il vivavoce quando la persona dall'altra parte rispose. –Salve coach, vorremo farle una domanda per poter iniziare. – disse Yugyeom. –Yugyeom, ti ho già detto di non chiamarmi coach, non sono un insegnante di football! – esclamò il nostro coreografo. –Comunque, avete già iniziato a litigare? – chiese poi. –Si! – dissi io. –No! – rispose Yugyeom in contemporanea a me. –Sono più propenso a credere a Misty, comunque ditemi tutto. – disse lui ridendo dall'altro capo del telefono. –Su che stile ci consiglia di fare questa coreografia? – chiese subito Yugyeom. –Ve lo dico sinceramente, passerò a vedere cosa avete combinato tra tre giorni, ma io voglio una coreografia sensuale, che trasmetta passione. Spero riusciate a fare un buon lavoro, siete due ottimi ballerini, non sprecate il vostro talento perché non riuscite ad andare d'accordo. – ci disse. –Va bene, grazie mille coach! – esclamò Yugyeom riattaccando prima di ricevere una risposta. -Visto, te lo avevo detto! – esclamò con superiorità Yugyeom. –Va bene, vedi di tirartela di meno e iniziamo a lavorare! – esclamai alzandomi in piedi. Lui rise e ricollegò il telefono all'impianto audio, facendo partire la canzone con la ripetizione continua. Lui iniziò subito a muoversi, iniziando a inventare qualcosa, mentre io ero imbambolata a guardarlo, non sapevo minimamente cosa fare. –Che c'è ti vergogni? – mi chiese ghignando. –No, assolutamente, ti stavo guardando per poter inventare qualcosa che combaci con i tuoi movimenti! – esclamai stizzita. –Beh, allora mentre ammiri la mia bravura, fammi un video che mi serve per vedere cosa continuare a inventare. – mi disse. Presi il mio telefono e iniziai a fargli il video. Era qualcosa di incredibile vederlo ballare, si muoveva con una delicatezza impressionante, ma i suoi movimenti, allo stesso tempo, trasudavano sensualità, qualunque essere femminile sarebbe rimasto incantato a guardarlo. Non sapevo come era possibile, ma tra una cosa e un'altra, in due ore lui era riuscito a inventare già mezza canzone, ero semplicemente senza parole. –Direi che possiamo andare a pranzo visto che sono le una. – mi disse fermandosi. Si passò una mano tra i capelli bagnati dal sudore chiudendo gli occhi, in quel momento il mio povero, fragile cuore si fermò. "Sei uno stronzo..." pensai con rassegnazione. Accidenti a me e a quando mi ero presa una cotta per lui. Tralasciando il fatto che era uno dei pochi ragazzi ad essere più alto di me di circa dieci centimetri, era proprio bello, ne ero rimasta affascinata fin da subito, e purtroppo mi ero infatuata di lui prima di sentirlo parlare, altrimenti se avessi scoperto subito che coglione era mi sarei risparmiata una delusione d'amore. Ero rimasta imbambolata a fissare un punto nel vuoto a pensare, fin quando lui non mi risvegliò dai miei pensieri. –Senti, oggi pomeriggio sarebbe un problema per te se ognuno provasse per conto suo? – mi domandò avvicinandosi a me. –Eh? No perché? – domandai io confusa. –Perché due miei amici mi hanno chiesto di provare con loro per darci una mano a vicenda, quelli in gruppo con le tue amiche, magari potete fare la stessa cosa voi. – mi disse avviandosi verso l'uscita con me dietro. –Si, va bene, non c'è problema. – dissi scrollando le spalle. –Ti do il mio numero così mi mandi il video! – disse afferrandomi un polso e fermandomi, visto che io mi stavo già dirigendo alla ricerca delle mie amiche. –Oh scusa, me ne ero già dimenticata. – dissi imbarazzata. Mi diede il suo numero e gli inviai il video, poi lo salutai velocemente iniziando a chiamare le mie amiche. "Sono proprio stupida, mi ostino a chiamare Elsa che tanto non risponde mai!" pensai sbuffando. Chiamai Ali, che fortunatamente rispose subito. –Bella fra, come va?! – esclamò strillando la ragazza dall'altra parte del telefono. –Ma che cazzo ti sei fumata?! – le risposi facendola ridere. –Niente, poi ti spiego, dimmi tutto. – mi disse ridendo. –Dove siete? Pranziamo insieme? – chiesi. –Si, siamo già a mensa e ti abbiamo tenuto un posto, muoviti. – mi rispose lei. La salutai riattaccando e, a passo svelto, mi diressi verso la mensa. -Ma quanto ci hai messo!? – esclamò Elsa quando le raggiunsi. –Scusate, ma quel demente di Yugyeom ha scelto una sala dimenticata da Dio per provare e mi ci è voluto un po' per arrivare! – esclamai sedendomi con loro. Pranzammo con calma, poi andammo nella sala prove che avevano prenotato loro e gli altri due ragazzi che ballavano insieme a loro, che probabilmente erano andati nella stanza maledetta che Yugyeom tanto amava. –Allora, hai già montato qualcosa? – mi chiese Elsa. –No, sono stata tutto il tempo a vedere Yugyeom e a fargli un video su sua richiesta. – risposi. –Oh, immagino ti sia dispiaciuto parecchio! – esclamò Ali ridendo. –Sta zitta tu! – ribattei fulminandola con lo sguardo. –Voi? – chiesi poi. –Noi abbiamo deciso la struttura della coreografia bene o male, io e BamBam balleremo la maggior parte del tempo, mentre Ali e Mark si diletteranno anche in qualche acrobazia, visto che entrambi sono in grado di farle. – mi spiegò Elsa. –Oh beate voi, quindi avete una base movimentata? – chiesi. –Si, è la collaborazione di quattro rapper di gruppi diversi, è molto figa! – esclamò Ali facendo il verso ai rapper. Scoppiammo a ridere, poi dissi loro che la mia era una canzone decisamente molto spinta. –Dai facci vedere il video, ti aiutiamo e poi tu aiuti noi! – esclamò Elsa. Feci vedere loro il video e poi Ali si imparò alla bene e meglio la parte di Yugyeom, mentre Elsa mi aiutava a montare qualcosa che tornasse con i suoi movimenti. –Ovviamente con Yugyeom verrà decisamente molto meglio perché è più alto, non come lei! – esclamò dopo un po' Elsa prendendo in giro Ali. –Ma cosa vuoi te, sei anche più bassa di me! – ribatté offesa Ali. Passammo tutto il pomeriggio fino alle otto di sera a provare, io ero riuscita a inventare tutta la metà canzone che aveva fatto anche Yugyeom e anche buona parte dell'altra metà. Anche loro si erano inventate buona parte della coreografia, Ali si era allenata con qualche acrobazia e Elsa aveva montato anche tutte le posizioni per le parti ballate da tutti e quattro, aveva un futuro come coreografa quella ragazza secondo me. Alle otto e mezza tornammo nelle nostre stanze, ci facemmo una doccia veloce e poi scendemmo insieme a cenare. –Sono completamente distrutta! – esclamò Elsa. –Concordo, mi fanno male le gambe, era troppo tempo che non facevo quelle stramaledette acrobazie! – sbuffò Ali. –Io non so come fare a ballare con Yugyeom domani! – confessai passandomi le mani tra i capelli. –Andiamo, metti da parte l'imbarazzo, ricordati che è il tuo lavoro questo, non puoi permetterti di sbagliare solo perché lui ti piace, anche se siamo giovani abbiamo avuto la fortuna di entrare in questa compagnia, non puoi permettere a nessuno di farti sprecare questa possibilità! – esclamò Elsa seria. –Ha ragione, ci siamo fatte il culo per entrare e ci stiamo facendo il culo per rimanere qua dentro, per quanto ti possa piacere, Yugyeom non è nessuno per impedirti di dare tutta te stessa per questo lavoro. – aggiunse Ali. –Grazie ragazze, ci proverò, davvero, farò finta che non ci sia, o comunque in qualche modo farò! - esclamai con convinzione, avevo bisogno che loro mi spronassero a non preoccuparmi di Yugyeom. Finito di cenare andammo a dormire, tutte e tre il giorno dopo e quelli a seguire avremmo dovuto fare le ore piccole per allenarci ed avere le nostre coreografie pronte per venerdì. Ero veramente distrutta, feci appena in tempo a lavarmi i denti e mettermi il pigiama che crollai sul letto addormentandomi subito, dimenticandomi di mettere la sveglia. La mattina dopo in teoria mi sarei dovuta alzare alle sei e venti, così da poter fare colazione con calma e andare a provare, in pratica se non mi avesse chiamata Ali quando mancavano dieci minuti alle sette non mi sarei mai svegliata in tempo. –Misty, ma che fine hai fatto? – mi domandò Ali quando le risposi con la voce impastata dal sonno. Guardai l'ora svegliandomi di colpo. –Oh cazzo! Grazie a dio mi hai chiamata! Non ce la faccio a venire a fare colazione, ci vediamo a pranzo! – le dissi tutto d'un fiato riattaccandole senza darle il tempo di rispondermi. Mi lavai il viso e i denti alla velocità della luce, mi infilai un leggings e una canottiera lunga fino a metà coscia semitrasparente, le scarpe, presi il telefono e le chiavi della camera e poi mi fiondai come un fulmine verso la sala prove. Corsi attraverso tutti i corridoi facendo lo slalom tra la gente, rischiando più di una volta di ammazzare me e qualche povero sfortunato che si trovava sulla mia strada. Riuscii ad arrivare con solo cinque minuti di ritardo, entrando spalancando la porta e appoggiandomi sulle ginocchia per riprendere fiato. –Buongiorno! – esclamò Yugyeom ridendo. Non avevo fiato per rispondergli, ma la mia occhiataccia bastò a farlo smettere di ridere. Dopo dieci minuti ero riuscita a riprendere fiato e a ricompormi. –Allora, ieri pomeriggio hai inventato qualcosa? – mi chiese pronto per provare. –Si, sono anche andata oltre la parte che avevi fatto anche te. – gli dissi soddisfatta. –Oh perfetto, ieri io mi sono solo imparato bene quello che avevo fatto la mattina. – mi disse, poi andò ad attaccare il telefono alla cassa e fece partire la canzone. Lui iniziò a ballare la sua parte, così decisi di fare la stessa cosa. Siccome il suo primo otto lo faceva stando fermo, senza fare passi ma muovendo solo le braccia, io e le altre avevamo inventato una parte dove io ballavo seguendo i movimenti delle sue braccia girandogli intorno. –Mi piace! – esclamò mentre ballavo. Ignorai il suo commento concentrandomi sulla coreografia, facendo sia la parte con lui che quella da sola. Riprovammo tutto una decina di volte, durante le quali lui aveva inventato i passi che gli mancavano per arrivare al mio punto. –Pranziamo insieme agli altri? – mi chiese quando arrivammo alla pausa pranzo. –Con chi? – chiesi spaesata. –Con le tue amiche e i miei amici, sai, quelli in gruppo insieme! – esclamò ironico. -Oh piantala! Comunque va bene. – dissi sbuffando. Ci dirigemmo a mensa nel silenzio più totale, che lui ebbe la brillante idea di rompere con una domanda alquanto particolare. –Ti sto davvero così antipatico o mi "odi" solo perché non capisci cosa provo per te? – mi chiese fermandosi. –Yugyeom, io ti tratto male perché tu ti mostri insopportabile, prova a comportarti diversamente e forse io cambierò atteggiamento nei tuoi confronti, ma non mi pare il periodo migliore per fare questi discorsi! – esclamai a testa bassa, non sapevo nemmeno dove avevo trovato il coraggio per dirglielo. Lui mi alzò il viso prendendomi delicatamente il mento con il pollice e l'indice, sorridendo furbo e guardandomi dritto negli occhi. Arrossii a quel contatto così delicato da parte tua. –Come preferisci piccola Misty, ne riparleremo tra qualche giorno, facciamo finta di non aver detto niente, ok? – mi chiese avvicinando il suo viso al mio. Annuii incapace di proferire parola, poi continuammo a camminare senza fiatare. Pranzammo con gli altri e poi tornammo a provare, rimanendoci fino all'ora di cena e poi tornando in sala subito dopo. –Direi che per oggi basta. –disse Yugyeom verso le due di notte. –Va bene. – risposi col fiatone. Eravamo riusciti a finire tutta la coreografia, dovevamo solo provarla fino a saperla talmente bene da poterla ballare ad occhi chiusi, ci rimaneva da coreografarla un po', giusto perché avevamo inventato solo i passi, e poi sarebbe stata perfetta. Ci salutammo quando le nostre direzioni si divisero per raggiungere ognuno la propria camera. Anche quella sera mi addormentai subito, rischiando quasi di addormentarmi sotto la doccia, ma almeno mi ricordai di impostare la sveglia. Tutta la settimana andò nello stesso modo, la mattina mi svegliavo alle sei e venti, mi cambiavo, facevo colazione con le mie amiche e poi andavo a provare. Il martedì lo passammo a provare solo i passi, fino a saperli quasi alla perfezione; il mercoledì lo dedicammo a coreografare il tutto, fu il giorno più leggero di tutti. Il giovedì lo passammo interamente a provare, fino alle quattro di notte, in previsione della revisione del pomeriggio successivo. Alla fine il nostro coreografo non era passato a vedere come precedeva il nostro lavoro, probabilmente non avendo sentito lamentele da parte di nessuno dei due si era fidato di noi. In quei giorni non avevo mangiato quasi punto, la pausa pranzo la passavo a provare le mie parti dicendo che avevo un panino dietro e che avevo bisogno di stare da sola, quando invece provavo fino allo sfinimento la nostra coreografia perché mi sentivo veramente incapace rispetto a Yugyeom. Lui era davvero troppo bravo, era uno dei primi ballerini di tutta la compagnia, io non ero male, alla fine mi facevo davvero il culo pur di essere al mio massimo livello, ma, probabilmente perché volevo che notasse solo me, avevo l'irrefrenabile necessità di superare i miei limiti. Il problema fu che l'unico limite che superai fu quello fisico. Dopo tre giorni che non pranzavo, che mangiavo poco a cena e che dormivo decisamente troppo poco, arrivai al mio limite. Il venerdì mattina, mi alzai come sempre alla solita ora, sentendomi più stanca del solito. Mi misi dei leggings e una felpa, dimenticandomi di mettere una maglietta. Uscii e, siccome ero in ritardo perché ero stata estremamente lenta, decisi di non fare colazione e di andare subito in sala prove. Dopo un'ora e mezza che provavamo però mi si annebbiò la vista, sentii le mie gambe cedere e le forze che mi abbandonavano. Eravamo in un momento di pausa, e se i riflessi di Yugyeom non fossero stati così pronti, probabilmente mi sarei ritrovata con un bel trauma cranico, infatti mi cedettero le gambe mentre ero in piedi poco distante da lui e caddi come un sacco. Lui mi riprese al volo impedendomi di battere la testa in terra. Stavo sudando freddo e la vista si oscurava a tratti, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. –Ehi Misty! Che hai!? – mi chiese preoccupato. –Niente, ora mi riprendo, tranquillo... - dissi con un filo di voce. Mi fece distendere, prendendo la sua felpa e mettendomela a mo' di cuscino. –Levati la felpa. – mi disse, ma non riuscivo a muovere un muscolo, così me la tolse lui. –Perché non hai la maglietta? – mi chiese stranito. –Non lo so... - dissi sorridendo leggermente. Sentii i suoi passi allontanarsi per poi tornare da me. Si mise a sedere dietro di me facendomi sollevare il busto. –Tieni, bevila tutta. – mi disse porgendomi una bottiglietta d'acqua da mezzo litro. Obbedii portando la bottiglietta alle labbra e buttando giù il suo contenuto in poco tempo. Aveva una sapore estremamente dolce. –Ci ho messe dentro quattro bustine di zucchero, dovresti riprenderti ora! – esclamò ridendo. Si alzò facendomi appoggiare di nuovo la testa sulle felpe che mi aveva sistemato lui, poi iniziò a camminare avanti e indietro davanti a me. –Hai mangiato in questi giorni? – mi chiese serio. –Poco. – ammisi. –Immaginavo, certo che sei proprio fava! – esclamò severo. –Ho preferito allenarmi per non fare brutta figura sia oggi pomeriggio che durante i live! – esclamai io tirandomi su lentamente. –Sta giù! – mi disse lui guardandomi male. Mi distesi senza fiatare e senza guardarlo. –Direi che stamani non ci conviene continuare a provare, è meglio se tu ti riposi, tanto la coreografia la sappiamo già alla perfezione. – disse fermandosi davanti a me. –Guarda che posso continuare! – esclamai cercando di convincerlo. Lui si lasciò cadere su di me, tanto che chiusi gli occhi e trattenni il respiro aspettando l'impatto del suo corpo sul mio. "Che cazzo sta succedendo, svengo io e sviene anche lui!?" pensai preoccupata. Invece che sentirlo cadere su di me, sentii una botta ai lati della mia testa. Aprii gli occhi lentamente trovandomi il suo volto a pochi centimetri dal mio. Aveva fatto leva sulle braccia sorreggendosi senza schiacciarmi, e in quel momento i suoi bicipiti erano particolarmente in rilievo. –Mi spieghi perché hai sentito il bisogno di provare invece che di mangiare? – mi domandò serio. Aspettai un po' prima di rispondergli, indecisa se dirgli la verità o meno, poi mi dissi che era giusto che lui sapesse quello che pensavo, così sospirai e gli risposi. –Perché non mi sentivo al tuo livello e credevo di dover imparare meglio la coreografia per non fare brutta figura. – dissi borbottando. –Tu non sei normale!- esclamò ridendo. Non capivo cosa ci trovava di divertente. –Tu non avevi minimamente bisogno di provare di più, sei già molto brava e fidati, se avessi anche solo immaginato che tu avessi dovuto provare di più, te lo avrei detto. – mi disse sorridendo dolcemente. –Ma quello che dici te non ha molto impatto sulla mia testardaggine. – dissi voltando la testa di lato, che lui prontamente spostò di nuovo verso di se. –Direi che è arrivato il momento di continuare il discorso dell'altra volta. – disse serio. –No, non voglio. – dissi scuotendo la testa. –Non mi interessa, se non vuoi parlare allora ascolterai quello che ti dico. – disse con tono che non ammetteva repliche. –Tu, per il tuo carattere acido a prescindere, ti sei sempre rivolta male verso di me, sicuramente me le sono cercate perché ti prendevo sempre per il culo, ma fidati che da un po' di tempo a questa parte vorrei prenderti in tutti modi possibili e immaginabili, tranne che prenderti in giro. – disse guardandomi intensamente negli occhi. –Credo di non aver capito bene... - dissi con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. –È diverso, tu fai finta di non capire! – esclamò lui sbuffando. Non ebbi il tempo di rispondergli che lui premette le sue labbra contro le mie. Il mio cuore si fermò come sembrava essersi fermato tutto intorno a noi. Avevo sognato così tanto un suo bacio che quasi pensavo di essere svenuta e di star immaginando tutto. Le sue labbra di muovevano lentamente sulle mie, una sua mano scorreva lungo il mio fianco lasciato nudo, ancora non capivo come avevo fatto a dimenticarmi di mettere la maglietta. Mi morse leggermente il labbro inferiore facendomi schiudere le labbra per la sorpresa, lui ne approfittò facendo scontrare le nostre lingue che iniziarono a ballare insieme. Si infilò tra le mie gambe e premette il suo bacino contro il mio, approfondendo il bacio e facendolo diventare molto più passionale. Feci scorrere le mie mani lungo le sue braccia stringendogli le spalle e facendole scendere lungo il suo petto. Le infilai sotto la sua maglietta accarezzandogli gli addominali che stava tenendo in tensione. Si staccò dalle mie labbra lasciandomi un senso di vuoto addosso. –Non ti azzardare mai più a svenire per una stronzata del genere perché la prossima volta ti ammazzo! – disse ridendo. –Scusa mamma! – gli risposi prendendolo in giro. –Te ci scherzi, ma mi hai fatto davvero preoccupare, ci tengo a te, evita di farmi prendere questi infarti! – esclamò facendomi alzare e abbracciandomi. Pensavo di sciogliermi. Pranzammo insieme agli altri come, in teoria, avrei dovuto fare sempre, poi provammo la coreografia un paio di volte prima di farla vedere al nostro insegnante. Finita la lezione di revisione, decidemmo di prenderci il resto della giornata per rilassarci, io avevo da recuperare ore di sonno necessarie per poter fare una figura decente il giorno dopo. Ci salutammo semplicemente, senza baci o abbracci o qualcosa di simile, ci rimasi un po' male. Mi feci un bagno caldo, riempiendo la vasca di schiuma e restandoci per due ore, quando uscii avevo le branchie praticamente. Mi misi a dormire mettendo la sveglia per l'ora di cena, cenai con le mie amiche e tornai a dormire, completamente distrutta. Il giorno dopo era il giorno dell'apertura del festival, il giorno della prima esibizione, il giorno più ansioso di tutti. Quando mi svegliai avevo già l'ansia. Il nostro insegnante ci aveva chiamati nella nostra sala prove comune per farci gli auguri e le solite raccomandazioni, a volte si comportava più come un genitore che come un'insegnante. La compagnia aveva messo a disposizione per ogni insegnante un budget per i costumi di scena, che loro avrebbero scelto per poi assegnarli ai ballerini in base allo stile della coreografia. Per Yugyeom avevano scelto una maglia nera molto aderente con un paio di pantaloni in similpelle neri e delle bretelle rosse; per me avevano scelto un pantaloncino molto corto rosso fuoco come le bretelle di Yugyeom e un top corto in vita con le maniche a tre quarti nero e delle parigine nere. Entrambi potevamo mettere delle scarpe da ginnastica per ballare, anche se a me avevano provato a dare i tacchi, che avevo poco gentilmente rifiutato. In breve arrivò il momento di ballare davanti a milioni di persone, avevo il cuore che batteva troppo forte e l'ansia mi faceva tremare le mani. Eppure non era la prima volta che ballavo in eventi simili, ma ovviamente era la prima volta che lo facevo insieme a una persona che il giorno prima mi aveva baciata e sembrava quasi volesse scopare su quel pavimento. –Ehi, rilassati. – mi disse Yugyeom accarezzandomi le braccia. "Parli del diavolo e spuntano le corna..." pensai. –Non ci riesco! – esclamai spostandomi e iniziando a camminare avanti e indietro. Lui mi afferrò un polso attirandomi a lui e passando le braccia intorno alla mia vita. –Dai, sei anche svenuta per questo evento, la sai alla perfezione, tranquillizzati! – mi disse con voce dolce. Lui sembrava essere così tranquillo, lo invidiavo. –Non è così facile! – gli risposi piagnucolando. Prese il mio viso tra le mani lasciandomi un dolce bacio sulle labbra. Fu un bacio lungo e intenso, con il quale riuscì magicamente a calmarmi. –Meglio? – mi chiese sorridendo. –Decisamente! – risposi sorridendo a mia volta. Sembravamo una felice coppietta di fidanzati, ma in realtà non avevo capito cosa eravamo, sempre se eravamo qualcosa ovviamente. –Ti vedo pensierosa, cos'hai? – mi chiese accarezzandomi una guancia. –Niente, non preoccuparti. – mentii sorridendo, non era certo quello il momento per iniziare una conversazione su quell'argomento. –Yugyeom e Misty? – ci chiese uno dello staff. –Si? – domandai in risposta. –Tra cinque minuti sta a voi, seguitemi. – ci disse facendoci strada. Lui mi strinse la mano vedendo che mi ero lasciata prendere dal panico, così mano nella mano ci dirigemmo sul palco. La platea era quasi in silenzio, si sentivano solo pochi mormorii delle persone che probabilmente si stava chiedendo chi sarebbe stato il prossimo artista. Le luci si accesero lentamente illuminando il cantante e Yugyeom, lasciando me nell'ombra. Quando partì la base della canzone e lui iniziò a ballare, feci anche io la mia entrata, unendomi a lui nella coreografia. Quella volta fu più intenso, tutte le volte che ci toccavamo sentivo l'adrenalina crescere dentro di me; avevo deciso di non pensare a niente, ma le sue mani che scorrevano sul mio corpo seguendo i passi che avevamo inventato mi fecero venire i brividi e, inevitabilmente, mi tornò alla mente la scena di noi due distesi sul pavimento che ci baciavamo. Ero così concentrata che non mi resi effettivamente conto del tempo che passava, e mi sembrò di essere appena entrata in scena quando la canzone finì. Un boato di applausi, grida e fischi si levò dal pubblico, che si intensificarono quando il cantante ringraziò i ballerini, ovvero noi, dandoci la possibilità di ringraziare il pubblico con un inchino. Le luci si spensero e noi uscimmo dal palco, tornando dietro le quinte e augurando la buona fortuna ai nostri amici che ballavano dopo di noi. Aspettammo la fine della serata dietro le quinte, venendo raggiunti dai nostri amici dopo la loro esibizione.

ONE SHOT (GOT7, MONSTA X, B.A.P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora