15 Capitolo Pt. 3.

463 22 0
                                    

2 MESI DOPO

Sono passati ormai due mesi da quando il direttore del carcere è venuto a parlare con tutti noi e Riccardo mi evita completamente, ma non ne capisco il motivo. È tanto strano e io ci sto male.
Non sono un burattino con cui giocare ma mi pare che lui questo non lo abbia capito ancora.

"signorina può stare più attenta, invece di stare sulle nuvole?" mi sgrida il professore di pianoforte del carcere svegliandomi dai miei pensieri.

"si, mi scusi professore!" mi scusi e iniziai SERIAMENTE ad ascoltare la lezione di oggi.

E da poco che c'è questo tipo di corso musicale nel carcere ed io lo volevo fare per prima.
La musica per me è tutto e niente.
Io vivo di musica è qualcosa di unico, speciale, ma soprattutto liberatorio.
Ecco forse mi ci vorrebbe un po di lavaggio mentale per tranquillizzarmi e he quando vedo quegli occhi che mi hanno fregata passo avanti in modo indifferente.

"Se come no e io sono belen"

"tu chi saresti?"

"sono la tua vocina cara Federica, In pratica te stessa"

"ah ok... E comunque io sarò indifferente verso di lui come è vero che mi chiamo Federica."

"invece come è vero che io mi chiamo vocina ti dico che non ci riuscirai mai e ti lascerai scappare anche un minimo sorriso quando è vicino a te o quando ha quel suo fare da goffo che a te fa impazzire."

"...ok mi arrendo forse hai ragione."

"leva il forse!"

"ahahaha ok, ok hai ragione vocina"

"Federica vieni è il tuo turno" mi indica il posto dove si trova il pianoforte e mi alzo andando verso di esso.

Lo sfioro con le dita e rivivo i bei momenti passati con mio papà quando io cercavo di imparargli una melodia qualsiasi, ma cocciuto com'era non se la ricorda più dopo 5 secondi.

Sorrido nostalgica e il professore capendo che voglio stare sola fa uscire tutti i presenti in quella stanza mandandoli nelle loro celle salutandoli cordialmente e loro ricambiano se ne andarono.

"Allora Federica cosa ti passa in testa?" dice e mi spiazza.

"...emh... Io ho solo visto una scena passarmi mentre sfiorava i tasti del pianoforte"

"che scena?" mi chiede con una voce così calma e dolce che fa venire voglia di raccontargli di tutto e di più se fosse stato necessario. Così mi libero una volta per tutte e comincio a parlare

"Sono stata sempre una ragazza solare, piena di vita, allegra e quant'altro ma quando gli si toglie quello che ha più caro a lei si crolla così in profondità che sei nel buoi e non sai né dove guardare né dove sbatterti la testa prima. Questo buio non lo vincerò mai né sono certa. Si sono sempre con il sorriso, scherzo ,ma all'esterno, ma all'interno nessuno sa cosa ho realmente, cosa penso e cosa vorrei ritornasse tra le mie braccia. Quando ho sfiorato il piano ho ricordato perfettamente quello che combinava mio padre quando cercavo di fargli mettere in testa una melodia che però dopo 5 secondi scordava perché era veramente cocciuto -sorrisi ricordandomi di lui- sono stata rinchiusa qua perché ho ucciso l'uomo che mi ha tolto praticamente la mia vita, era tutto per me era quello che se io avevo qualcosa riusciva sempre a capire che qualcosa non andasse, quando venivo da scuola e piangevo perché i miei compagni mi prendevano in giro per il fatto che non ho una mamma e lui veniva da me nella stanzetta e mi abbracciava così forte che mi rompeva tutte e due le costole ma almeno mi aggiusta a l'anima e il cuore. Era tutto e lo continuerà anche domani, dopo domani, tra una settimana, tra due mesi, tra 3 anni, finché io non morirò lui resterà sempre, sempre PARTE DI ME! "dico con le lacrime che minacciano di uscire prepotentemente sulle mie guance. Il professore se ne accorge e mi dice di sfogarmi, così but fai tutto quello che sentivo in un pianto liberatorio.
Mi abbracciò e gli dissi se potevo suonare quella melodia così da ricordarmi di nuovo di lui.

Annuì e uscì dalla stanza, volevo stare da sola volevo un momento per me e il mio Angelo custode che mi stacca accanto. Lo sentivo così vicino che le mie mani non si seppero più controllare cominciando a suonare dopo tanto tempo che non lo facevano.

Finisco di suonare e apro gli occhi arrossati per via delle lacrime. Sull'uscio della porta vedo una sagoma offuscata così levo le piccole lacrime che mi impediscono di vedere lucidamente e noto che è...

~Forever!❤️~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora