Ti conviene - Capitolo 16🌹

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<<Beatrice, vai a portare il dolce ai vicini.>>
<<Dopo.>>
<<Adesso.>>
Sbuffo e mi alzo dal divano.
<<Va bene, mamma.>>

Suono il campanello di casa Fanti e mi accoglie la madre, come sempre, sorridente.
<<Ti ringrazio, Beatrice. Se vuoi vedere Filippo, è in camera sua.>>
<<Si figuri.>>
Vado dal moro, tanto non ho niente da fare.

Busso, ma non risponde, così apro.
<<Fil?>>
Mi tappo la bocca non appena lo vedo dormire sul pavimento con le cuffie alle orecchie e la bocca aperta.
Lo scuoto leggermente, ma a quanto pare, non ha intenzione di svegliarsi.
Come riesce a dormire come un ghiro sul pavimento?
Russa pure.
È troppo buffo.
Gli faccio una foto, così posso usarla come arma di ricatto.
Sono malefica, lo so.
Faccio per uscire, ma mi viene un'idea troppo bella.
Prendo il rossetto e il mascara dalla tasca dei jeans per vedere com'è Filippo da donna.
Inizio a mettergli il rossetto rosso, ma inizia a dimenarsi.
No, no, no, no.
Non svegliarti, ti prego.
Si mette di lato ed io finisco la mia opera con un tocco di mascara.
È proprio carino.
Anzi, carina.
Gli faccio un'altra foto, questa è bellissima.
Accanto a lui c'è una scatola della pizza.
Prendo un pennarello e scrivo su di essa "Ciao, Filippa. È stato un piacere passare del tempo con te. Grazie per la pizza. Tua Beatrice".
Gli rubo due fette di pizza ed esco.
Già immagino la sua faccia quando si guarderà allo specchio.

<<Arrivederci, signora Fanti.>>
<<Ciao, cara. Torna presto. Immagino che Filippo sia rimasto contento della tua visita.>>
Mi trattengo per non ridere.
<<Già, contentissimo.>>

Non so come la prenderà Filippo, so solo che è una scherzo epico.
Non riesco minimamente a studiare e dalla frustrazione, lancio il libro proprio nel momento in cui Filippo entra dalla finestra, colpendolo in pieno sulla fronte.
<<Cazzo>> sbraita.
Vado a soccorrerlo.
<<Scusami. Ti fa male?>>
<<Secondo te è stata una carezza? Ma sei impazzita? Perché hai lanciato il libro?>>
<<Lo faccio sempre quando non riesco a studiare.>>
Si tocca la fronte.
<<Sei normale?>>
<<Penso di sì. Ora fammi vedere.>>
<<No, peggiori le cose.>>
<<Fammi vedere!>>
Toglie la mano lasciando vedere il livido sulla fronte.
<<Vado a prendere del ghiaccio.>>

Mi siedo sulle sue gambe.
<<Che male!>>
Gli tappo la bocca.
<<Non urlare che i miei ti sentono. Non ti ho nemmeno sfiorato.>>
Poggio il ghiaccio sulla fronte e lui fa una smorfia di dolore.
<<Scusami tanto, Fil, ma è stata colpa tua. Non dovevi entrare dalla finestra.>>
<<Non potevo entrare dalla porta conciato così. Dobbiamo ancora parlare di questo.>>
Si indica il viso.
<<Di cosa stai parlando, Filippa?>>, faccio finta di niente.
<<Lo sai.>>
<<Sei bellissima, Filippa.>>
<<Ho fatto una figura di merda con i miei genitori.>>
Mi metto a ridere.
<<Ti ho fatto anche delle foto e una l'ho messa come sfondo.>>
Esco fuori il cellulare dalla tasca e gli mostro la foto.
Guarda attentamente lo schermo.
<<Sono carino da donna, ma sono molto più figo e bello da uomo. Ora toglimi questa roba dal viso.>>

<<Che cos'è?>>
Guarda disgustato lo struccante.
<<Serve per levare il trucco.>>
Mi avvicino, ma mi blocca il braccio.
<<È tossico?>>
<<Secondo te un prodotto per il viso è tossico?>>
<<Mi stai dicendo che non fa male alla pelle, giusto?>>
<<Vuoi che ti strucchi o vuoi rimanere donna?>>
<<Vai.>>
Chiude gli occhi e si rilassa con il mio tocco.

Si guarda allo specchio.
<<Finalmente il mio bellissimo viso è libero da quello schifo.>>
Prima odiavo la sua vanità, ora mi fa sorridere.
<<Ora dobbiamo parlare della foto.>>
<<Quale fot... Oh, no. Beatrice, cosa hai intenzione di fare?>>
<<Vedi questa bellissima foto di te addormentato con la bava alla bocca?>>
<<Beatrice, non fare cazzate.>>
<<La pubblicherò su tutti i miei social e la manderò a tutti i miei contatti.>>
<<Stai scherzando, vero?>>
<<No, mia cara Filippa. Sono pure capace di fare centinaia di volantini e appenderli nei luoghi più frequentati della città.>>
<<Non farlo, ti prego. Devo mantenere la mia dignità.>>
<<Puoi salutare la tua identità, oppure mi puoi fare qualche piccolo favore e terrò la foto solo per me.>>
<<Che devo fare? Niente di strano, possibilmente.>>
<<Devi darmi una ciocca di capelli profumati di tuo cugino.>>
<<Non se ne parla. Tutto, ma non questo.>>
<<Oh, guarda un po', sto postando la foto.>>
<<Okay, ti darò una cazzo di ciocca. Non ti può andare bene una mia ciocca di capelli, invece?>>
<<No, Fil, voglio quella.>>
<<Come faccio a tagliargli i capelli di nascosto?>>
<<Che ne so? Mentre dorme o quando è distratto, ad esempio.>>
<<Va bene, vado.>>
Lo blocco.
<<Dove vai? Non ho ancora finito.>>
<<Possibilmente una cosa più normale di quella.>>
<<Hai presente il polpettone che ha preparato tua madre quella sera a cena?>>
<<Sì, ho presente, quando mi hai pestato il piede.>>
<<Esatto. Voglio una fetta di quel polpettone squisito.>>
<<Non c'è problema, basta chiedere a mia madre di prepararlo.>>
<<Poi...>>
<<Ancora?>>
<<Sì, Fil, l'ultima richiesta è...>>
<<Sembro il Genio della lampada.>>
<<L'ultima richiesta è...>>
<<Questa è l'ultima, eh. Al Genio della lampada puoi chiedere solo tre desideri e tu, Aladina, ne hai già chiesti due.>>
<<Sì, Genio del cazzo, ho capito. Infine...>>
<<Mi manca solo quella cosa... Come si chiama? Ah, sì, la lampada magica.>>
<<Te la ficco dove sai tu la lampada magica se non mi fai parlare.>>
<<Continua, il Genio ti ascolta, poi devo ritornare nella lampada.>>
<<Ed infine, mi compri di nuovo quei cioccolatini buonissimi?>>
<<Li hai già finiti?>>
<<Sì.>>
<<Pensi solo a mangiare?>>
<<Zitto, Genio. Voglio i cioccolatini.>>
<<Aladino... Cioè, Aladina, sarà accontentata.>>
<<Ti conviene.>>
<<Sì, signore.>>
<<Signora.>>
<<Domani avrai tutto quello che mi hai chiesto.>>
<<Buon lavoro.>>
<<Sei proprio stronza, lo sai?>>
<<Non è vero. È che mi diverto troppo a sfruttarti.>>
<<Ed io cosa avrò in cambio?>>
<<Niente. Un calcio in culo se vuoi.>>
Si avvicina alla finestra per uscire.
<<Ci si vede, Aladina.>>
<<Mi vuoi sempre bene, giusto?>>
<<Ancora una parte di me un po' ti vuole bene.>>
<<È molto bello sentirtelo dire dopo averti lanciato un libro e minacciato.>>

Beatrice è proprio cattiva.
Non è vero?

Dopo di te | Irama/Filippo FantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora