Non è come gli altri - Capitolo 22🌹

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<<Stasera avremo una cena con gli zii. Sii carina e rispettosa. Non dare risposte sarcastiche e non ricordare esplicitamente allo zio Thom il suo problema di alitosi. Chiaro?>>
<<Non preoccuparti, mamma.>>
<<Ah, dimenticavo, tua cugina è tornata dall'Inghilterra. Non è fantastico? Potreste passare un po' di tempo insieme.>>
Apro la bocca dallo shock, penso che sia arrivata a terra.
Questa notizia è peggio del trasferimento di Fil.
Mia madre mi sveglia dal mio stato di trance scuotendomi.
<<Tutto bene?>>
<<Rebecca è tornata?>>
<<Meraviglioso, vero?>>
Vorrei urlare più forte che mai.
<<Quella troia di Rebecca non poteva restare in Inghilterra a bere il tè con la regina Elisabetta?>>
<<Beatrice!>>
<<Ops, l'ho detto ad alta voce?>>
<<Sì. Devi avere un linguaggio più pulito.>>
<<Ma che cazzo, io ho un linguaggio... Okay, hai ragione.>>
Cristo, no.
Rebecca no.
Non so che fare.
<<Posso esonerarmi dalla cena?>>
<<No.>>
Corro velocemente verso la porta d'ingresso.
<<Beatrice, dove vai?>>
La ignoro e vado dal mio possibile salvatore, Fil.
Entro in pochi secondi nella sua camera dalla finestra, come sempre.
<<Fil! Fil! Devo dirti... Dio, mettiti i pantaloni!>>
Mi giro e lo sento ridacchiare.
Intanto, respiro affannosamente per la corsa o per il nervosismo.
Mi fa rigirare.
<<Perché sei così agitata?>>
<<Quella troia è tornata dall'Inghilterra e stasera verrà a cena. Io non la sopporto. È davvero stronza. La odio sin da piccola. È insopportabile come uno stupido porcospino sul petto... Che dico? I porcospini sono più dolci di quella vipera. Solo una persona può aiutarmi ed è Cristina, ma è a quella cazzo di comunione di sua cugina. Almeno lei ha una cuginetta simpatica. E mi sono resa conto che non devo dire parolacce, ma in questi casi un "cazzo" in almeno una frase ci sta. Ora aiutami, Filo.>>
Ho fatto un discorso chilometrico in dieci secondi, infatti il diretto interessato mi guarda perplesso.
<<Non ho capito bene. Sei passata dal parlare di una certa troia, ai porcospini, fino alla comunione della cugina di Cristina.>>
Faccio avanti e indietro, ancora con il respiro affannato.
Filippo mi segue con lo sguardo, poi mi blocca.
<<Mi stai facendo girare le palle degli occhi, Beatrice. Siediti, respira e dimmi tutto più chiaramente.>>
Annuisco.
Mi conduce con un braccio sulle mie spalle fino al letto.
Ci sediamo e mi stringe ancora più forte, forse per tranquillizzarmi.
Se è così, ci è riuscito, almeno un po'.
<<Mi spieghi che succede? Sono preoccupato.>>
Mi ero quasi dimenticata di mia cugina.
<<Vuoi sapere una storia horror?>>
<<Che c'entra?>>
<<Quella stronza di mia cugina Rebecca è tornata. Fine.>>
<<Non la sopporti?>>
<<È la persona più odiosa dell'Universo.>>
<<Non ero io la persona più odiosa dell'Universo?>>
Sorrido al ricordo di quando lo odiavo.
<<No, in confronto a Rebecca, tu sei un adorabile cucciolo di panda.>>
Ridacchia.
<<Be', non so come aiutarti, però.>>
<<Potresti spedirla in Portorico? Mi assumo la responsabilità. So che si mangia piccante, così va a fuoco una volta per tutte.>>
Sorride e mi dà un bacio dietro l'orecchio.
<<Che ne dici dell'Alaska?>>
<<Buona idea. Potrà fare amicizia con i pinguini, ma non penso che la sopporteranno.>>
<<Tornando seri, cosa posso fare per non vederti così giù?>>
<<Vieni alla cena? Così mi proibirai di ucciderla. Sai, non si sa mai, potrei accoltellarla "per sbaglio".>>
<<Potrei farlo, oppure no.>>
<<Ti prego, Fil. Sei la persona più bella che abbia mai conosciuto. Per non parlare di quanto sei figo.>>
<<Più figo di mio cugino?>>
<<Non ti allargare, eh!>>
<<Be', se la metti così...>>
<<No, no. Sto scherzando, tu sei più figo.>>
<<Di chi?>>
<<Di... Di... Posso farcela... Di tuo cugino.>>
<<Verrò alla cena, ma spiegami perché la odi.>>
<<Sin da piccole, lei è stata sempre la più bella, la più educata e altre cazzate varie. Mi ha sempre presa in giro, dandomi fastidio. Cambia ogni settimana il colore dei capelli, infatti, non ricorda più qual è il suo colore naturale. Poi si comporta sempre da troia, ma si vede che indossa sempre il pushup perché non ha le tette.>>
Ride mettendosi una mano davanti la bocca, proibendomi di vedere il suo meraviglioso sorriso.
Sono sempre felice quando riesco a farlo ridere con i miei stupidi discorsi.
<<Oltre alle tette, non avrà sicuramente il tuo stesso senso dell'umorismo.>>
<<Non ha neanche cervello, simpatia ed eleganza. Ci vediamo alle sette a casa mia. Non dimenticarlo, sennò sono cazzi. Ti voglio bene, cucciolo di panda.>>
<<Stranamente anch'io, leccaculo.>>
Gli mando un bacio volante.
<<Non picchiarla, promesso?>> urla mentre scendo.
<<Sì, certamente. Contaci.>>

Dopo di te | Irama/Filippo FantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora