La mattina seguente i postumi della sbornia si fecero sentire: Yoongi, Jin e Jungkook avevano un mal di testa assurdo, come se qualcuno gli trapanasse il cervello. L'unica cosa che riuscirono ad ingerire fu un cornetto, rigorosamente, vuoto e un'aspirina. Gli altri quattro ragazzi, nonostante avessero bevuto, erano piuttosto tranquilli e anzi, in parte, si godevano quella scena: vederli lamentarsi e sbuffare al solo odore di crema o cioccolato era abbastanza appagante.
Jin era sul divano, praticamente in coma. Namjoon lasciò tutti gli altri in cucina e si diresse dal suo ragazzo/ non ragazzo.
<<Ehi>> disse ottenendo un lamento in risposta.
<<Stai un po' meglio?>> Chiese premuroso.
Jin scosse il capo, un movimento era meglio di niente.
<<Oh, cucciolo, vuoi sdraiarti un po'? >> Gli chiese, <<oppure ti riporto a letto>>.
Jin si mosse con estrema lentezza e posò la testa sulla spalla dell'altro.
<<Qui vicino a te va bene>>.
Namjoon sorrise come un ebete e posò la testa su quella dell'altro creando una scena tenerissima.
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Jungkook aveva la testa posata sul tavolo della cucina.<<Secondo te è vivo?>> Sussurrò Tae.
<<Non lo so>>rispose Jimin, <<testiamolo>>.
Si avvicinò all'orecchio del ragazzo e sorrise.
<<Sei vivo?>> Urlò.
Jungkook si lamento e mosse la mano a caso mentre Tae scosse il capo.
<<Sei uno stronzo! Un vero stronzo, lo sai?>>.
Jimin rise.
<<Si, però sono bellissimo>>.
Tae-hyung alzò gli occhi al cielo e si dedicò completamente a Jungkook. Gli picchiettò con un dito sulla spalla.
<<Ehi>>sussurrò, <<vuoi qualcosa?>>.
Jungkook alzò piano il capo.
<<No...>>disse,<<voglio solo dormire, ancora>>.
<<Jimin, aiutami a portarlo di la>>.
Jimin e Taehyung quindi trascinarono Jungkook, praticamente già addormentato, in camera e lo posarono sul letto. Jimin, poi, uscì dalla stanza mentre l'altro era rimasto al fianco dell'amico. Gli scostò una ciocca dal viso e lo osservò: era così carino, tenero. Sorrise e decise di lasciargli un bacio sulla fronte.
<<Dormi bene, piccolo>>.
Tae-hyung si alzò dal letto e si avvicinò alla porta, voleva farlo riposare in pace.
<<Rimani qui, con me?>> Chiese il più piccolo.
Una morsa allo stomaco colse Taehyung che, tornando indietro, si sdraiò e fece sistemare Jungkook su di lui mentre, con calma, gli passava la mano tra i capelli.
<<Per te, sempre>>.
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Yoongi era ancora a letto, si era fatto portare il cornetto e l'aspirina in camera. Hoseok, in particolare, era stato così gentile da farlo.<<Come ti senti?>>chiese.
<<Male, direi. È come se un bambino mi urlasse nella testa senza mai smetterla o strozzarsi>>.
Hobi ridacchiò.
<<Strozzeresti un bambino?>>
Yoongi sembrò pensarsci.
<<Beh, se proprio dev->>.
<<Yoongi!>>
Il ragazzo si prese la testa tra le mani.
<<Scherzavo, ma tu non urlare. Sono ancora sensibile>>.
Hobi lo guardò e non poté fare a meno di sorridere: i capelli arruffati, gli occhi rossi poiché si era svegliato da poco e le labbra estremamente invitanti. Il ragazzo dai capelli rosa tentò di resistere ma la tentazione era enorme. Si avvicinò al ragazzo e gli si mise in braccio
<<Che stai facendo?>> Domandò sorpreso Yoongi.
<<Ti voglio far sentire meglio>>.
<<Perché faresti ciò per me?>>.
A quella domanda Hobi quasi scoppiò a ridere, era così ovvio.
<<Perché ti amo, pensavo lo avessimo appurato ieri sera>> rispose sorridente.
Yoongi si bloccò e arrossì, non se lo aspettava. L'altro si preoccupò e gli prese il viso tra le mani.
<<Ehi, che ti prende?>>.
<<Non me lo avevi mai detto prima>> sussurrò, con lo sguardo basso.
Hobi si intenerí e lo baciò.
<<Ti amo>>disse.
Poi lo baciò ancora.
<<Ti amo>> ripeté.
E di nuovo lo baciò.
<<Ti amo tantissimo>> e lo baciò, quest'ultima volta più approfonditamente. Il moro ricambiò il bacio: scontri di lingue, labbra gonfie e rosee, mani tra capelli. Quando si staccarono Yoongi lo guardò dritto negli occhi.
<<Anche io, non immagini neanche quanto ti ami>>.
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"I was Jealous" ||Yoonseok And Other
Fanfic[C O M P L E T A T A] "E Hoseok capí:capí perché era geloso di Jimin, capí perché era imbarazzato dai loro abbracci ma soprattutto la vera ragione del suo pianto dopo l'intervista. Era sua la colpa, lui e del suo essere ottuso. Però capì anche che i...