Decido di spegnere il telefono. È stato abbastanza, in una sola giornata.
Mi butto sul prato, quel praticello che ho sempre schivato, stizzita, perché avrebbe sporcato i miei vestiti di quel colore verdognolo. Ma era proprio in quel verdognolo che volevo adattarmi, ricompormi, senza esserci per nessuno.
Togliendomi questo peso, ne ho contemporaneamente sganciato un altro.
«Ho appena lasciato il mio (ormai) ex ragazzo, e ho lasciato lui in lacrime, e me stessa col volto paonazzo. Un ragazzo in gamba, ma non per me. Non più.»
Prendo fiato
«Incredibile come noi, non appena trascuriamo qualcosa che non va con qualcuno, magari con tutta la buona volontà di questo mondo, questa cosa si diffonde come una malattia, e prenda tutto, fino esplodere, neh?
Beh è una realtà di fatto. »
E con questa breve riflessione fatta lanciando parole non dette al cielo, con gli occhi leggermente inumiditi in superficie, mi rialzo, rimanendo seduta. Mi ricompongo, tossisco per schiarirmi la voce ed esco dalla villa, il cuore più leggero e le mani più pesanti, e le metto in tasca, quasi volessi nasconderle. Torno a casa. Mio padre mi aspetta.
STAI LEGGENDO
her
Romance«Gaia... aspetta» «eh...» «Stai ferma» Cos'altro vuoi dal mio cuore? E ferma rimango. Gaia, ragazza in uscita dal liceo, crede di essere grande, crede di aver vissuto tutto, e che non le sia rimasto molto da provare. Una passeggiata presso il lungo...