Aurora si stava guardando in giro. È con una ragazza, magrolina, di poco più alta di lei.
Mi vede. Saluta questa ragazza, affettuosamente, e mi raggiunge.
Si getta fra le mie braccia.
«E questa chi era?» le chiedo, nella maniera più innocente e scherzosa possibile.
«oh, mia cugina ahaha non preoccuparti, amore!»
Mi sciolgo.
«...è un po' che non ci sentiamo, eh..»
non la faccio continuare, che la faccio sprofondare fra le mie braccia e le do un bacio sulle labbra. Entrambe distanti da occhi indiscreti.
«Vieni, ti porto dai miei amici. Ti presento a loro» la prendo per mano.
.
«E così vai al classico?» chiede Anastasia
«Sì ahahah
«Sei pazza» continua lei.
Le lancio un'occhiataccia
«Abbastanza per stare con me» correggo io, stringendo Aurora.
«Beh, all'inizio pensavo anche io di esserlo, pazza. Ma col tempo è come se avessi capito che la pazzia può essere giostrata, e diventare qualcosa di purificatorio...
È così bella quando parla così, con questa voce delicata...
«...ed è stato questo che, all'Open Day, mi ha convinto ad iscrivermi a questa scuola»
Scuoto la testa. Mi desto.
Devo essermi persa qualche passaggio.
Nel dubbio, annuisco.
Ormai la conosco la sua storia. Le sue amicizie, le sue delusioni, che hanno segnato ogni lembo del suo cuore, e che l'hanno sempre portata a tirare dritto. E adesso, un lembo del suo stesso cuore potrei essere io.
«Amore, senti, che ne dici se ci sentiamo più tardi? Ora dovrei andare, sono passata un attimo per salutarti e per vederti. I miei mi chiamano...»
«C-certo, amore. Ci sentiamo! Ti accompagno?» rispondo io.
Dannazione...
«Sì, magari» e mi sorride. Quelle fossette accennate...
Il tratto di strada che abbiamo percorso è stato dominato dal silenzio.
Come glielo dico che...
«scusami se non siamo riuscite a sentirci molto ultimamente...
«anche a me dispiace.» risponde lei
«...ho avuto esami»
Si gira verso di me, di scatto.
«lo so, amore, lo so» e abbassa lo sguardo.
Dopo un breve momento di pausa, io:
«avremmo modo di...»
«sì » taglia, senza farmi finire. E sorride.
Ricambio, senza sbilanciarmi troppo esternamente.
«A presto allora» concludo quasi sottovoce.
Quando Aurora ha mosso il primo passo verso la macchina dei suoi genitori, io non resisto.
«Ti amo» dico con un fil di voce, appendendomi a quello spiraglio di fiato rimastomi, con la speranza lei riesca ad afferrare questa corda che le ho lanciato. E che funga da ancora. Prendi la mia corda, Aurora. Leghiamoci, segnamoci.
La ragazza si gira. Si lecca le labbra, leggermente screpolate. Mi manda un bacio.
Ancora...
.
Getto uno sguardo alla mia mano, e stringo un biglietto.
Maledizione, me ne sono dimenticata di nuovo...
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her
Romans«Gaia... aspetta» «eh...» «Stai ferma» Cos'altro vuoi dal mio cuore? E ferma rimango. Gaia, ragazza in uscita dal liceo, crede di essere grande, crede di aver vissuto tutto, e che non le sia rimasto molto da provare. Una passeggiata presso il lungo...