mia madre ha costretto dominic a mangiare da noi. certe volte credo di essere stato adottato.
seduti a tavola, mia madre esordisce:"cos'avete fatto di bello oggi?".
ehm, domanda di riserva?
"mi ha aiutato a studiare anatomia umana".
lo guardo, sperando capisca il doppio senso. e sperando che non lo capisca mia madre.
gli metto una mano sopra alla gamba, avvicinandomi sempre di più al cavallo dei pantaloni, ma senza toccarglielo, perché voglio che soffra come ha fatto soffrire me. stringo la mano e lui per un attimo si ferma con il mangiare. si volta verso di me, e serio, e sottovoce, mi dice:"smettila".
"mangia".
si alza. "devo andare al bagno, matt può alzarsi con me e dirmi dov'é?".
mia madre annuisce distrattamente perché tutta presa da una discussione di lavoro con mio padre, mentre paul, seduto sul seggiolone tenta di infilarsi uno spaghetto su per il naso.
dominic mi prende per mano, e quando mi sente dimenarmi me la stringe ancora più forte. "sappi che se vuoi un pompino posso usare anche i denti".
chiudo la porta del bagno a chiave.
gli infilo una mano dentro alle mutande, dove c'é il suo aggeggio infernale.
"non so se... riesco a prenderlo tutto".
"tentare non nuoce".
"smettila con i tuoi aforismi oppure te lo lascio così com'è" alza gli occhi.
🐰
"sappi che é la prima e ultima volta che ingoio".
"immagino" dice, rimettendosi i pantaloni.
rialzandomi mi viene un crampo al fondoschiena, e inciampo piegandomi in due proprio davanti a lui. "non vorrai mica fare la parte numero due".
"no, cazzo, aiutami ad alzarmi" mi prende per la mano che gli tendo. "non riesco più a stare in piedi".
"vado a dire ai tuoi che ti senti poco bene e che hai bisogno di stare a letto".
"non lasciarmi da solo".
"dopo torno e ti porto di sopra".
nel mentre che é di là, mi metto a piangere, perché mi fa davvero male, e perché mi sto facendo tutti questi problemi con dominic. il pezzo di merda non é lui ma io, e sono sicuro che non gli piacciono i ragazzi che piangono come delle fontane. sta con me perché voleva passare del tempo in compagnia. "perché voleva fare sport" come direbbe paul, quando vede "quello che mamma e papà hanno fatto per avermi" in televisione. mi rintano tra la vasca e il lavandino a piangere. ho ancora i crampi al sedere, che peggiorano solo le cose.
spunta di nuovo dom. "perché piangi?".
"s-s-sono imbarazzante... non ho mai il coraggio di fare niente...".
"vieni con me" mi prende in braccio e mi porta sul letto. "sei leggero".
"piango per cose inutili" con il pollice mi asciuga le lacrime che mi stanno cadendo per le guance. "sembro un bambino viziato, sembra che stia facendo tutto questo apposta".
"so che fa male, se dormi un po' se ne va".
"non voglio dormire da solo! mi sento sempre vuoto qui, puoi rimanere?".
"non credo che i tuoi mi lascino" mi guarda preoccupato. "facciamo così: io adesso torno a casa. domani ci troviamo di nuovo al parco, va bene?".
"non so se riesco ad alzarmi in piedi, ti dimentichi di questo".
"vengo io qui, domattina, e ti porto il gelato".
"può andare".
si china per baciarmi, ed é così dolce... non vorrei lasciarlo più... mia madre entra nella stanza, e vedendo quello che sta succedendo, fa cadere il vassoio con un bicchiere con quella che presumo sia un'aspirina. il bicchiere si rompe e il vassoio pure. io mi alzo di scatto, diventando tutto rosso, e auto-maledicendomi perché i crampi si rifanno sentire.
"voi due...".
"mamma ti prego".
"posso spiegare...".
"tu" indica dominic. "guai a te se ti vedo ancora vicino a matt. e riguardo a te, matt, non puoi più uscire di casa per i prossimi tre mesi".
"no!" mi lamento, ma mia madre non mi ascolta per davvero. é troppo presa a raccogliere i pezzi del vassoio e del bicchiere.
dom esce con mia madre, e lei chiude la porta da fuori a chiave, cosicché io non possa più uscire.
lo vedo dalla finestra che se ne esce di casa a testa bassa. mi saluta, e io torno a piangere.
-
fine