💸

67 2 0
                                    

( m a t t )
gli ho dato il numero di telefono di mia madre, non il mio.
il suo primo messaggio inviato e letto (da mia madre) é stato "spero ci incontreremo di nuovo, e spero che quella volta non indosserai niente (:".
le ho raccontato tutto quello che é successo, cosicché non chiamasse la polizia e denunciasse un caso di stalking, e lei ha risposto, con molta eleganza "mio figlio dovrà pur indossare qualcosa, dato che a novembre non é che ci sia questo gran caldo".
non ho più visto dominic a scuola.
oggi dovrò stare tutto il giorno all'oratorio per una cosa di catechismo, e ciò significa che dovrò anche rimanere a dormire qui. e purtroppo, essendo l'ultimo anno in cui si é costretti ad andare a catechismo dai propri genitori/nonni/parenti in genere, ci sarà anche dominic. ho già deciso che chiederò una stanza più tranquilla di quella dove staranno tutti quelli che non vogliono veramente dormire.

risultato della giornata:
ore 16, arrivo al primo girone dell'inferno, ovvero l'oratorio, trovo chris e tom che mi dicono che non rimarranno a dormire. "oh cazzo" penso. davvero, stasera non avrò nessun appoggio emotivo.
ore 16-18:30 racconto e dati strappalacrime sulla fame nel mondo, come noi ragazzi della nuova generazione possiamo sconfiggerla e "quello é il tipo che l'ha preso in culo la settimana scorsa!" a ripetizione, riformulando la frase, qualche volta.
ore 19, scopro di dover mangiare per terra del riso bianco insipido e bere acqua dove tutti gli altri del mio gruppo berranno, perché rappresento il benin. rivoltante. nel mio gruppo fortunatamente non c'é dominic, che anzi, rappresenta l'america, e che quindi sta per esplodere per tutto quel cibo.
"dovresti essere stato al suo posto" mi dice chris.
"devi sempre ricordarmelo? e anche se fosse, non mangerò comunque dato che io le mani lì dentro non ce le metto nemmeno morto. magari quello se le é appena infilate su per il culo, che ne sai?".
"hai fatto passare la fame anche a me, complimenti".
ore 21, le catechiste, mi danno un piatto con del cibo vero, dicendo "rappresentavi davvero bene il benin", loro intendendolo come uno scherzo, io rimanendoci male. prendo il piatto e vado a sedermi in fondo al tavolo, mentre tutti quelli dei paesi ricchi che hanno già mangiato stanno facendo un gioco. tre persone al centro scelgono una lettera, e a gruppi bisogna dire una parola che comincia per quella lettera. "lettera a" gridano. io, tom e chris decidiamo di giocare, e come parola scegliamo "ascella", che urliamo, per poi metterci a ridere.
in realtà non ride nessun altro, ma ascella é una parola piuttosto pittoresca.
ore 23. wow, non credevo che le catechiste fossero così selvagge. davvero, fare andare dei ragazzacci come noi a letto alle undici? nemmeno a casa mia faccio questa vita così spericolata. la stanza dove chiedo di stare io ha anche la presa per il carica del telefono, ma fa così freddo che devo tirare fuori anche una coperta in più, e il pavimento gelido di sicuro non aiuta.
sono l'unico, e dato che non arriva nessun altro nel privé, spengo la luce.
non posso dormire ancora, però.
"hey, sei sveglio?".
"purtroppo si" mi giro verso di lui (o almeno presumo che sia un lui, data la voce). "ah, dominic, come mai sei qui? non hai da divertirti con i tuoi amichetti di là?".
"mi hanno detto che eri qua da solo" oh che carino, ha davvero pensato a me? "e poi volevo anche consolarti per quello che ti hanno detto le catechiste".
"da quando sei così gentile, da quando hai scoperto il numero di telefono di mia madre?".
"sei stato uno stronzo per quella cosa".
"mi sono divertito un sacco".
"vabbè comunque non ci voglio pensare. piuttosto, a proposito di novembre, hai freddo?".
"si" sospiro.
"posso...?" apre le braccia, o almeno sento che le apre, dato che é buio. mi lascio abbracciare.
"però adesso non allargarti troppo".
non segue il mio consiglio, detto anche in modo gentile, e mi bacia sulla punta del naso. "cosa ti ho appena detto?".
"di non invadere i tuoi spazi".
"e allora?".
"non mi sembra di invaderli troppo".
"a me si". sento che respira piano, e questo mi calma.
sembra che si voglia addormentare, non sentendolo più per un po' di tempo, così chiudo anche io gli occhietti.
ma mi sbaglio, perché sento la sua mano che mi accarezza il fianco. io lo lascio fare, e sinceramente non so nemmeno il perché, dal momento che lui nemmeno mi piace. insomma, io preferisco quelli che vanno in palestra...? non so nemmeno quello che mi piace. magari dominic mi piace ma non lo voglio ammettere.
mi piace, perché sono io il primo ad avvicinarsi per baciarlo. non lo può vedere, e di questo ne sono grato, però le mie guance sono rosse all'inverosimile. e io non ci sto bene con le guance rosse.
ovvio che lui non si tira indietro, e anzi, pare quasi che abbia scoperto l'acqua calda. ovvero, non ne può fare a meno.
e nemmeno io.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 13, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

          n a s t y Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora