1

108 2 5
                                    

-Hai finito di lamentarti Hailey?- mio padre mi guarda esasperato alzando gli occhi al cielo e poi riporta lo sguardo sul finestrino.
-La smetterò quando non avrò niente di cui lamentarmi!-
-Cioè mai.- sbuffa continuando a guardare il finestrino. Stiamo litigando da quando l'aereo è atterrato, prima perchè il sedile era scomodo, poi perchè un tizio mi aveva guardato male e lui diceva che me lo ero immaginata ma io l'ho visto con lo sguardo da 'adesso lancio una bomba'! Se al telegiornale vedremo una notizia del genere io l'avevo detto! E ora litighiamo perché secondo me casa nostra è troppo lontana. Sono stanca, abbiamo fatto un lunghissimo viaggio per arrivare fino alla grigia, fredda e tristissima Londra, mi fanno male i piedi, ho freddo, sono in uno stupido taxi scomodo e indovinate la cosa migliore... piove! Ma che bello! Promette proprio bene! Non sono abituata alla pioggia e non mi è mai piaciuta, mi mette una tristezza infinita e ogni volta finisco per riflettere sul senso della vita. Mio padre ha detto che piove molto spesso qui quindi prima ci faccio l'abitudine meglio è ma già mi manca il sole caldissimo di Miami che metteva addirittura a me una voglia di vivere immensa.

-Siamo arrivati!- esclama forse troppo emozionato, non capisco se lo è perché finalmente vedrà la casa nuova o perché non vede l'ora che io me ne vada in camera mia e non gli rompa più le scatole. Punto di più sulla seconda ipotesi.
-Signor Miller, la aiuto con i bagagli.- Il tassista aiuta mio padre che esce aprendo velocemente l'ombrello che aveva mano da un po'. Si dirige verso il mio sportello e lo apre facendo entrare un freddo che mi fa rabbrividire, spero di poter stare al caldo il prima possibile. Seguo ogni suo movimento cercando di non bagnarmi anche se invano, un getto d'acqua mi travolge bagnandomi quasi completamente.
-Cristo santo!- urlo contro l'auto che mi è appena passata affianco.
-Hailey calmati e vai in casa.- mi da delle chiavi e l'ombrello indicando con lo sguardo una specie di villetta abbastanza grande con i muri grigi e il tetto rosso mattone. Non mi soffermo più di tanto nei dettagli perchè si gela e il mio maglioncino leggero non aiuta e corro ad aprire la porta girando la chiave prima nella direzione sbagliata e riuscendo solo dopo ad aprirla. Lascio l'ombrello per terra, accendo la luce e spalanco la porta vedendo mio padre e l'altro signore avvicinarsi con le mille valigie che ho riempito quando ero ancora a Miami. Ho portato di tutto, ogni singolo oggetto che c'era nella mia stanza ora lì dentro, ho portato più cianfrusaglie che vestiti ma per me quegli oggetti hanno molto più valore di semplici vestiti, non lascerei mai nulla a marcire in una vecchia casa.

-Grazie mille per l'aiuto.- dice mio padre dando dei soldi al tassista che si rimette subito in macchina.
-Ti lascio esplorare un pò la casa perché devo andare a fare una commissione e quando torno voglio vedere che hai messo a posto tutta la tua roba, o perlomeno che le valigie siano di sopra.-
-Okay papà.- Sbuffo guardando le mie 4 valigie. Non riuscirò mai a mettere tutto a posto, di colpo mi pento di aver portato tutta questa roba.
-Ah e evita di inzuppare casa.- dice raccogliendo l'ombrello che ho buttato malamente per terra e guardando l'enorme pozza d'acqua che ha creato.
-A dopo Hailey.- mi saluta velocemente prima di uscire.
-A dopo!-

Okay Hailey, hai tanto, ma tanto, ma davvero tanto lavoro che ti aspetta. Afferro due valigie e mi incammino verso le scale che sono alla destra del soggiorno, inizio a salirle trascinandole e provocando un rumore assurdo, una volta arrivata in cima le lascio e corro giù a prendere le altre facendo la stessa identica cosa. Se vivessimo in un palazzo probabilmente mi avrebbero già cacciata.
Okay ora devo solo mettere tutto a posto, solo a pensarci mi viene il mal di testa, poi non so neanche quale sia la mia camera quindi sono giustificata e mio padre ha detto di portarle su e l'ho fatto.
Perfetto, ora posso poltrire per il resto della giornata.
Mi butto sul divano bianco accendendo la televisione che si trova attaccata al muro. Il resto della casa lo vedrò più tardi.

-Ma é possibile che è agosto e piove?! Ma dai non può piovere ad agosto!- esclamo sedendomi sopra un ripiano della cucina mentre vedo mio padre che cerca di cucinare qualcosa.
-Secondo te cosa posso farci io?- continua concentrato a condire l'insalata mentre io ancora cerco una spiegazione al fatto che stia piovendo ininterrottamente da 3 ore.
-Non lo so, magari far smettere di piovere?-
-Domani mattina vado ad iscriverti a scuola.- mi dice cambiando completamente argomento.
-Ti prego dimmi che la scuola è vicina.- dico masticando un pezzo di pane.
-Più o meno, con l'autobus sono 25 minuti.-
-Mh, okay credo di poterlo sopportare.-
-Oh menomale!- rilascia un sospiro e prende dei piatti per mettere l'insalata.
Corro a sedermi al tavolo e poco dopo arriva con la mia cena, di solito mangio molto ma molto di più solo che mi sono abbuffata di snack in aereo e non ho molta fame, in più non vedo l'ora di mettermi nel letto e dormire.
-Ti piace questa casa?- mi guarda preoccupato e quasi mi sorprendo nel sentirglielo chiedere.
-Lo so che per te è stato difficile abbandonare la tua casa e i tuoi am..-
-Papà non erano miei amici!- urlo alzandomi di corsa da tavola e fiondandomi di sopra. Loro non erano miei amici, erano persone false che non voglio più rivedere. Forse in un certo senso è meglio che io mi sia trasferita qui, così posso buttarmi il passato alle spalle. Dio non riesco a pensarci.
"Ridono, ridono tutti, che sta succedendo? Non vedo nulla. La stanza gira intorno a me, non ho punti fissi, mi manca l'aria.."
Non riesco a respirare, mi sento come se stessi affogando, mi metto una mano tra i denti e stringo più forte che posso, il dolore, annulla tutto il resto.
Odio fare così, non sono un'autolesionista ma devo farlo per forza, avrei avuto un attacco di panico.
Piano piano riesco a tornare alla realtà, ecco l'effetto che mi fanno i miei "amici".
Apro tutte le porte che trovo di sopra velocemente cercando la mia stanza, bagno, camera degli ospiti, sgabuzzino, camera di mio padre, eccola! Entro e subito chiudo la porta andandomi a buttare sul letto matrimoniale. Non ce la faccio più, non può continuare così, per quanto io amassi quel posto stare lontana può farmi solo bene. L'aria sarà anche pura ma le persone sono solo tossiche.

The changeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora