-Quindi anche tu sei al quarto anno?- prendo la mia bottiglia con l'acqua e inizio a berla aspettando una risposta.
-Eh si.- si arrotola una ciocca di capelli tra le dita e guarda il pavimento, sembra nervosa, quasi impaurita. É questo l'effetto che faccio? Non sono una persona troppo gentile ma sono ancora arrivata a mangiare nessuno.
-Sembro più piccola, lo so. Se non vuoi farti vedere con me va bene, puoi anche andare.-
-Ma ti pare?! Perché dovrei?-
-Sai...- la campanella suona interrompendola e mi alzo dal tavolo. Sono sicura che ci metterò un po a trovare l'aula e devo muovermi, sempre se la troverò, credo che rimarrò a girare per i corridoi fino alla fine della giornata. Perchè non possono fare una cartina o un GPS, sì meglio un GPS dove scrivo l'aula in cui voglio andare e mi ci porta! Sarebbe una cosa fighissima! Okay basta, devo davvero andare.
-Devo andare.- la saluto con la mano e corro via.Mi butto sul divano aspettando che arrivi il sushi che ho ordinato, sto morendo di fame, il mio stomaco sembra una lavatrice. Mi allungo per prendere il telecomando ma non ci arrivo e non ho intenzione di alzarmi. Okay hai vinto tu telecomando, ma solo per questa volta!
Oggi è stata una giornata abbastanza strana, più che altro quella ragazza è strana. Sembra che abbia paura di non essere accettata o qualcosa del genere.
Il suono del campanello interrompe i miei pensieri e mi precipito alla porta, deve essere il tizio del sushi.
-Ciao tesoro.- mi saluta mio padre, sono delusa, volevo il cibo.
-Come mai sei qui?- sono sorpresa, di solito arriva a casa la sera verso le otto e a volte anche più tardi.
-ho finito prima oggi.-
-No, intendo perché ultimamente sei sempre a casa, i tuoi clienti non scassano più tanto il cazzo?- Mio padre è un avvocato, uno dei più importanti di Miami e non è mai successo che stesse così tanto a casa.
-Haylei! Non usare questo linguaggio! Ultimamente sto tornando prima per te. Ho paura che ti possa succedere di nuovo qualcosa come a Miami, io non c'ero mai per te e tu ti sei avvicinata a quelle persone, non voglio che succeda di nuovo.-
-Non ho bisogno del tuo aiuto ne di quello di nessuno!- corro verso le scale e mi fiondo in camera mia. Quello che ha detto mi ha colpita molto, non pensavo che lui stesse a casa per me ma io non ho bisogno di nessuno, me la sono sempre cavata da sola e le cose non cambieranno ora che siamo qui.Sto scorrendo la home di Instagram quando la porta della mia camera si apre e spunta mio padre. Sbuffo sonoramente e riporto lo sguardo sul telefono.
-Cosa vuoi?-
-Io sto andando in ospedale, vuoi venire?- Mi metto seduta e spengo il telefono. L'ultima volta che ci sono andata non ho potuto vedere mia nonna perché era appena finito l'orario delle visite e nei giorni successivi ha subito degli interventi e non l'abbiamo potuta vedere.
-Si, vengo. Ora esci dalla mia stanza.- Appena chiude la porta mi precipito verso l'armadio. Oggi fa abbastanza caldo e stamattina mi sono pentita di essermi messa un maglione quindi prendo una maglietta bianca con una scritta rossa e dei pantaloni neri con delle bande laterali e li indosso.-Nonna!- esclamo vedendola, è stesa sul lettino e sta parlando con mio nonno che e seduto affianco a lei. Ha l'aria stanca ma un sorriso enorme stampato sul volto. Corro verso di lei che intanto si è seduta e la abbraccio.
-Come sei cresciuta, sei proprio bella. Da quanto tempo.- mi prende il viso e mi osserva attentamente.
-A me non mi saluti?-
-Nonno!!- lo vado ad abbracciare e mi siedo vicino a lui.-Hai ragione, a volte è davvero scorbutico ma stavolta credo che tu non debba arrabbiarti. Per quanto mi dispiace dirlo dovresti chiedergli scusa.- mi mancavano questi discorsi. Papà e nonno sono andati a prendere un caffè e ci hanno lasciato da sole raccomandandoci di non scappare e non svaligiare negozi come facevamo quando ero piccola.
-Forse hai ragione ma non sono una bambina e non ho bisogno del suo aiuto.-
-Lo so tesoro, lo so che tu sei una ragazza indipendente. Ti conosco benissimo e so che non ti piace chiedere aiuto agli altri ma tutti a volte possono avere bisogno d'aiuto.- la guardo male e sto per ribattere quando parla di nuovo.
-Anche se non è il tuo caso perché sei la regina del mondo e te la cavi da sola.- dice ironica ridacchiando e mi scappa una risata. Mi conosce troppo bene, sa sempre quello che deve dire e quando deve farlo e sa prevedere le mie reazioni.
-Siete ancora qui? Pensavo che foste fuggite!- dice nonno ridendo mentre entra dalla porta.
-Stavamo per farlo, avrei preso le lenzuola e le avrei legate per calarmi dalla finestra. Mi hai scoperta.-
-Edward vieni! Abbiamo bisogno di un avvocato per queste criminali!- chiama mio padre e lui entra guardandoci confuso.
-Volevano evadere, saranno sottoposte ad un processo e hanno bisogno di un avvocato.- scoppia a ridere e lo faccio anche io.-Haylei, come mai non sei venuta ieri?- mi chiede Max. É il ragazzo che avevo vicino lunedì nell'ora di matematica e ho scoperto che frequentiamo anche lo stesso corso di storia.
-Oh, ero dai miei nonni.- ieri non sono andata a scuola ma sono stata tutta la mattinata all'ospedale. Nonno e papà dovevano fare delle cose a me sconosciute e non volevano lasciare da sola nonna quindi ho saltato scuola.
-Ti andrebbe di pranzare con me?- mi chiede gentilmente con il sorriso stampato sul volto.
-Si m..-
"-allora Haylei, niente da dire su queste foto?- Carmen prende il microfono posizionandosi al centro del palco, proprio di fronte al grande schermo dove sono proiettate le immagini di me e Kevin.."
-Noi non possiamo essere amici, mi dispiace.- dico frettolosamente allontanandomi da lui per andare verso un tavolo libero.Sto mangiando un panino mentre scorro le foto di Instagram ed eccone una di Jessica mezza nuda sul divano, perché non l'ho ancora eliminata dagli amici? Mi ha tolto tutto l'appetito.
-Ehi- alzo lo sguardo dal telefono e trovo Jennie.
-Ciao.- dico cercando di non sembrare troppo fredda, lei è l'unica persona al di fuori della mia famiglia con cui non riesco ad essere cattiva. Non riesco ad allontanarla, è troppo dolce.
-Posso sedermi? Cioè se non ti disturbo, stai tranquilla posso anche andare, non mi offendo- dice timida.
-Uh.. Ehm.. Sì, ad una condizione.- dico convinta.
-Oh, quale? Se vuoi che non mi faccio vedere..-
-No, devi smettere di fare così, stai tranquilla. Se ti dico che voglio stare con te è perchè ci voglio stare.-
-Okay, ma guarda che se...- la guardo storto e si corregge.
-Okay.- dice con un sorriso.
-Allora, come ti stanno andando questi primi giorni?- chiedo giusto per avviare una conversazione perché sono sicura che se no rimarremmo tutto il tempo a guardarci.
-C-Credo abbastan..-
-Ehi Jennie!- la interrompe bruscamente un ragazzo avvicinandosi, ha i capelli rossi e un grande sorriso, il suo volto non mi é nuovo solo che non riesco ad associarlo a nessuno.
-Ciao.- dice sorridendo al ragazzo che ormai è di fronte a noi, mi sta guardando con un aria stranita, anzi no, mi sta analizzando. Questa cosa è inquietante.
-Ce la fai a smettere di fissarmi?-
-Ah ecco, mi chiedevo se fossi tu l'acida che ho incontrato un po' di tempo fa.- dice alzando le spalle e mettendosi in bocca una gomma. Adesso ho capito chi è! È il ragazzo che ho incontrato la mattina in cui ho conosciuto anche Jennie, ecco perché mi era familiare.
-In persona.- dico abbastanza scocciata.
-Jennie, la conosci?- Vorrei dirgli che sono accanto a lui e che non deve fare finta che io non esista ma mi trattengo.
-Si- risponde lei abbastanza imbarazzata.
-Voi due vi conoscete? State insieme?-
-No!- dicono contemporaneamente mettendosi a ridere.
-Devis è mio fratello.- mi spiega Jennie.
-Ah.-
-E lui è il mio migliore amico.- dice Devis indicandoci con lo sguardo un ragazzo che sta entrando nella mensa. Quando lo vedo il mio cuore perde un battito, è alto, anche più di Devis, ha i capelli di un castano scurissimo e degli occhi azzurri che ti incatenano e non ti permettono di guardare altrove. Il suo viso ha dei lineamenti molto rigidi, spigolosi ma un fascino allucinante e dalla maglietta si intravedono gli addominali. Questo ragazzo è un angelo sceso in terra e non l'ho notato solo io. Tutti gli sguardi delle ragazze, dal primo all'ultimo, sono puntati su di lui.
-Ehi!- dice avvicinandosi a noi, ma guarda più che altro Devis e Jennie.
-Chi è lei?- mi indica e mi osserva con uno sguardo attento che è comunque bellissimo.
-Sono qui e ci sento, per tua informazione.- la sua arroganza mi sta già dando sui nervi.
-Wow, puoi sentire, molto interessante. Allora? Chi sei?-
-Non credo sia un tuo problema.-
-La gentilezza è una cosa che ti caratterizza vedo.-
-Come l'educazione a te.- mi sono scocciata di questa conversazione, non ho più ore di lezione oggi quindi è meglio che me ne vada.
-Io ora devo andare, ciao Jennie.- dico alzandomi dal tavolo per poi uscire dalla mensa.
-Leggermente acida.- dice il ragazzo.
-Con te ancora di più.- urlo e lui si gira verso di me.
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The change
RomanceᏞei, una ragazza apparentemente forte ma che nasconde enormi insicurezze e paure da quando, a soli sette anni, la madre l'ha abbandonata. Ꮮui, un ragazzo che ne ha passate tante, che ha sofferto e ora si rifiuta di provare dei sentimenti per qualcu...