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-Grace hai preparato lo zaino?- mi urla mio padre dal piano di sotto.
-Si papà non ho 6 anni!-
-6, 17 sempre che ti dimentichi di fare qualunque cosa! Devo ricordarti l'episodio del lavandino?-
-No papà non c'è bisogno.- Mi viene da ridere solo al pensiero, avevo 10 anni ed ero da sola in casa. Mi ero andata a lavare le mani prima di scendere di sotto perché stava iniziando Masterchef, qualche ora dopo mio padre tornò e ritrovò tutto il piano di sopra allagato, mi ricordo benissimo la scena, lui urlava arrabbiato mentre io ero felicissima perchè pensavo che il piano di sopra sarebbe diventato la mia piscina personale.
-Domani mattina ti lascio il caffè in cucina, non ti azzardare a toccare niente che potrebbe distruggere casa e non arrivare tardi a scuola!- Sbuffo e mi butto sul letto, domani sarà il mio primo giorno in questa nuova scuola. É passata una settimana da quando siamo arrivati e sono andata varie volte di fronte a quella scuola, è grande, troppo grande, mi ci perderò di sicuro. Mio padre già mi ha preso l'orario delle lezioni dicendo ' se lascio a te il compito di prenderlo è probabile che arrivi a fine giornata che non hai partecipato neanche a mezza lezione' e probabilmente ha ragione quindi lo devo ringraziare per averlo preso per me. In questi giorni è davvero molto presente e non me lo aspettavo da lui dato che di solito non c'è quasi mai.

-Ecco, mi fermo qui!- dico al tassista appena arriva davanti scuola. Gli do i soldi e corro verso l'ingresso. Nonostante io avessi messo la sveglia alle 7 non so cosa sia successo e mi sono svegliata alle 8:20, mi sono dovuta preparare così velocemente che non ho neanche preso il caffè e ho dei capelli che fanno schifo, mi sono infilata in fretta dei jeans chiari e un maglione e per poco non mi dimenticavo anche lo zaino. Ho preso il taxi perché ormai avevo perso l'autobus e ora sono le 8:58 e tra 2 minuti ho la prima lezione. Prendo il telefono dalla tasca e guardo la fotografia che ho fatto dell'orario, le prime due ore ho matematica, non potrei iniziare la giornata in modo migliore.
Cerco di raccogliere i miei capelli un una coda rendendomi conto che sono una cosa indecente e ad un tratto le mie orecchie vengono stordite dal suono della campanella e capisco che è ora di entrare. Mi dirigo dentro le porte in vetro ormai aperte insieme ad una marea di altri studenti.
Okay sono entrata sana e salva, e ora? Mi guardo intorno e non sapendo che altro fare mi faccio strada per arrivare in segreteria.
-Mi scusi, sono del quarto anno e non so come trovare l'aula di matematica.- dico ad una signora che vedo davanti alla porta, è bassa, cicciottella e vestita tutta di verde, ha capelli biondo platino e degli occhiali squadrati.
-Oh, sei nuova? Seguimi sono io la professoressa di matematica.- non potevo essere più fortunata, non dovrò vagare disperata per tutta la scuola, che bello.
-Si, sono a Londra da poco, la ringrazio.- Inizia a camminare e io la seguo, nonostante il suo aspetto da albero di natale sembra molto educata e gentile.
-C'è un reparto dedicato a prime e seconde, uno alle terze ed un altro a quarte e quinte.- dice continuando a camminare decisa.
-Quello che ti interessa è tutto qui.- c'è un entrata senza porte con un cartello dove c'è scritto 4-5.
-Nella prima parte del corridoio ci sono le classi delle quarte e girato l'angolo quelle delle quinte, e ogni aula ha il nome di una materia.- Continua a camminare nel corridoio indicandomi le varie classi, alcune con le porte chiuse, altre aperte e sopra ognuna c'è un cartello. Letteratura, storia, scienze, matematica, eccola!
Mi sorride ed entro velocemente in classe, è abbastanza grande, mi vado a sedere in un posto libero al penultimo banco a destra a fianco ad un ragazzo biondo con gli occhiali e prendo i libri dallo zaino.
-Buongiorno! Come sono andate queste vacanze? Pronti a ricominciare?-
-Oh certo, prontissimi.- sussurra fingendo di essere emozionato e mi scappa una risata.

Sono arrivata finalmente in mensa dopo essermi persa ed aver chiesto di nuovo aiuto alla prof, da quello che ho capito quando dobbiamo stare quì 5 ore dopo le prime due c'è una ricreazione che dura 20 minuti e alla fine della giornata si può tornare a casa o pranzare quì mentre quando ne abbiamo 4 c'è solo la ricreazione.

Non prendo niente da mangiare dato che non ho fame e cerco un tavolo in cui sedermi, sto per andare in un tavolo vuoto quando due persone attirano la mia attenzione, sono un ragazzo ed una ragazza che litigano, lei ha qualcosa di familiare ma non so cosa. Mi avvicino per vedere meglio e la riconosco, è la ragazza che ho incontrato al parco mentre piangeva e sembra non stare molto meglio dell'altra volta. Il ragazzo se ne è appena andato e lei ha appoggiato la testa sul tavolo.
Mi avvicino e non appena mi vede alza immediatamente la testa, sto per allontanarmi perchè penso che voglia cacciarmi invece mi fa un grande sorriso.
-Ciao... Haylei giusto?- dice un po timida.
-Si e tu Jennie?-
-Si, non sapevo venissi in questa scuola, siediti, cioè se ti va, se non ti va tranquilla puoi anche andartene, non che io voglia che tu te ne vada solo che non sei costretta a stare con una come me tu...- vorrei andare via, vorrei dirle di no ma mi dispiacerebbe troppo. In realtà non so cosa voglio, mi piacerebbe stare con lei, avere un'amica però allo stesso tempo ho paura, paura di fidarmi delle persone, paura di trovare altre persone false anche se lei sembra davvero sincera.
-Tranquilla, voglio stare qui.- le dico sorridendo, sembra così insicura. Avevo intenzione di passare questi 20 minuti da sola ma ci sarà un cambio di programma. Non posso dirle di no, sembra aver fatto fatica a chiedermi di stare qui e non posso rifiutare.

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