Capitolo 4

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"Dico sul serio! Sto impazzendo o qualcuno mi spiega qualcosa o io me ne vado! "-disse Nea gesticolando, cercando di far capire agli altri che fosse spaesata-" Fata, calmati. Ogni cosa a suo tempo"- disse Mira alzandosi dal prato-"Sono stanca di sentire questa frase! Non so cosa siete voi e neanche  che cosa sono diventata io e poi perché sono qui?!- chiese la ragazza quasi in preda ad uno sfinimento-" Tu sei una fata come noi e sei qui- disse Mira indicando la terra-"a Fatum, il regno del popolo fatato, perché devi aiutarci"- finì spiegando- "Aiutarvi in cosa?"-chiese Nea-"A sconfiggere Itos,il Signore delle ombre"- concluse la fata- "Io e come?"- domandò-" Con i tuoi poteri,visto che sei la figlia della Luna e delle acque. Tua madre una volta era la Madre Suprema delle acque, mentre tuo padre era un folletto della Luna"- Nea la fissò per alcuni secondi, pensando di avere davanti una pazza da legare-" I miei genitori sono morti in un incendio tanti anni fa, è impossibile"-disse lei cercando di far comprendere alle creature ciò che stava pensando-"No, non lo è. I tuoi genitori hanno scelto di non dirti nulla per proteggerti. Loro - disse con voce triste - sono morti tanti anni fa per cercare di scacciare le malvagità che volevano distruggere questo posto."
Minuti di silenzio calarono sopra di loro. Non li conosceva. Erano estranei e lei non si fidava del tutto ma qualcosa le diceva di restare, di rimanere per aiutarli anche se tutto ciò che stava accadendo era semplicemente pura follia. I suoi genitori erano stati lì, non l'avevano abbandonata, avevano semplicemente scelto di proteggerla. Per questo motivo, contro ogni regola del suo buon senso, decise di ascoltare il cuore.La prima a parlare fu Nea dicendo-"Se vi posso aiutare, lo farò anche se non so come  e poi vorrei ritornare a casa mia per dire a mia nonna che sto bene"- In quel momento gli occhi della Madre Suprema si spalancarono, come se una speranza fosse tornata dopo tanto tempo -" Mi ricordi tua madre "- le disse-" Vedrò cosa posso fare per farti rivedere tua nonna ma adesso basta è ora di andare a dormire. Folletto, accompagna questa giovane fata nella sua casa. Nea,noi due ci vediamo domani per l' addestramento- disse e poi si congedò, volando via  verso la radura. Nea, guardò poi Ian che le disse- " Seguimi, ti mostro la tua linosa"-" La mia che?"-La tua linosa. La casa delle fate dell'acqua."- così dicendo prima di dirigersi verso la riva del fiume, Nea cercando di nuotare, toccò l'acqua, che subito come se sapesse ciò che voleva fare, la spinse e la sollevò piano verso la riva per poi farla atterrare sulla terra. La ragazza guardò il folletto cercando spiegazioni ma lui le rispose -"Vieni" - e lei, comprendendo che non le avrebbe dato risposta, lo seguì.
Nea vide la radura: un posto bellissimo dove centinai di fate e folletti dormivano in delle casette sugli alberi e alcune fate persino in dei fiori. Sembrava quasi surreale pensò Nea. Una volta, superata la radura, arrivarono vicino ad un lago, che in seguito si rivelò la casa delle fate dell'acqua.
Ian le disse alzandosi in volo -" La tua linosa è qui- e indicò con il dito un ninfa chiusa in un bocciolo enorme- " Ma io non so volare"- disse la ragazza e in quel momento il folletto la raggiunse dicendole -"Oh. Giusto,scusami. Prova a sbattere le ali e a spingerti verso l'alto"-Nea fece come richiesto e notò che appena si sollevò pochi centimetri da terra una polvere blu incominciò a cadere dalle sue ali, ma poco dopo cadde con un tonfo a terra-"Ai!"-"Ti sei fatta male?"-chiese Ian porgendole le mani per aiutarla ad alzarsi-"No,sto bene"- la ragazza affermò le mani della creatura e si rimise in piedi pensando che non aveva mai fatto caso al fatto che lui fosse a petto nudo e che i suoi occhi, a differenza di quelli della ragazza, erano di azzurro chiarissimo quasi colore cristallo, ma poco dopo si accorse di averlo fissato un po' troppo e lui incominciò a guardarla con aria preoccupata.-"Andiamo"- disse lei, lasciando le sue mani e volando anche se un po' male verso la sua linosa. Una volta arrivati lui  toccò il bocciolo gigante ed esso si aprì, rivelando tantissimi fiori al suo interno.Nea curiosa, dall'interno ne toccò uno e subito il bocciolo si chiuse, lasciando la ragazza intrappolata dentro di esso. Una decina di lucine si accesero e lei notò che erano lucciole. Il ragazzo da fuori le disse che per uscire avrebbe dovuto toccare di nuovo uno di quei fiori. Subito lei rivide Ian che le disse che il giorno seguente sarebbe tornato per condurla dalla Madre Suprema. Nea decise di lasciare il bocciolo aperto, perché chiuso le sembrava di soffocare, si appoggiò ai fiori delicatamente e pensò a tutto quello che era successo. Pensò a come sua nonna sarebbe stata preoccupata per lei e a cosa le avrebbe detto quando l'avrebbe rivista. Si ricordò di avere sedici anni e che di lì a poco sarebbe dovuta andare al college, per continuare gli studi. Le era sempre piaciuta la fisica e la matematica, forse perché doveva solamente applicare delle leggi per risolvere le equazioni. Sarebbe voluta diventare una chimica, per analizzare tutte le materie ed i suoi materiali. Le sembrava di essere un ermetica, non comprendeva nulla. Non conosceva neanche quelle persone e per giunta aveva trovato normale vedere delle persone con delle ali ma la cosa più assurda è che pure lei ce le aveva. Si addormentò pensando al suo futuro e a come sarebbe potuta ritornare da sua nonna.

-"Nea!Vieni qui"-sua madre le sorrise e la bambina andò da lei per dirle-"Mamma, perché hai i capelli blu?"- " Perché fanno parte di me"- le rispose lei  e la prese in braccio , facendola girare in aria per diverse volte finché le disse all'orecchio-"Bambina mia un giorno capirai"- la posò a terra e le diede un bacio, poi, le disse che le avrebbe sempre voluto bene nonostante quello che sarebbe successo. Il viso di sua madre si allontanò sempre di più da lei  e la bambina con le sue manine , cercava di raggiungerla ma inavano. L'immagine si sfocò...

Nea si svegliò perché non riusciva a respirare e nonostante cercasse  di farlo capì che  solo acqua inghiottiva e così si avviò verso la  superficie e quando uscì cominciò a tossire e a sputare acqua. Ripensò ai sogni che aveva fatto e capì che mentre dormiva era caduta in acqua e si ricredette sul fatto di chiudere il bocciolo. Quasi in preda ad un attacco di ira, per avere sognato i sua madre, scagliò la sua mano sull'acqua e notò che essa si sollevò al suo tocco. Stupita lo fece di nuovo e si accorse che immergendo la sua mano e muovendola poteva alzare un'onda. Incominciò a creare delle onde di acqua che la sollevarono e lei solamente con dei gesti delle mani, riuscì a innalzare una barriera di acqua alta quasi dieci metri per poi farla ricadere e facendola scendere per immergerla nel fiume. Nea rideva come non mai e si divertiva a giocare con l'acqua, quasi sembrando una parte di essa. Tutto di lei era fosforescente,come se il suo contatto con l'acqua aumentasse il suo potere.
"Bellissima.."
Una voce risuonò vicino e Nea come se avesse avuto  paura si tuffò in acqua. Poco dopo emerse la sua testa ed i suoi occhi di un blu intenso si avvicinarono alla riva per vedere chi avesse parlato. Non riuscì a scrutare nulla ma poi una figura in penombra disse-"Sei incantevole. Mai visto nulla di più affascinante."-"Tu chi sei?"- chiese la ragazza-"Salve Nea, io sono Xavier, il figlio del Signore delle ombre"

Allora..
Fineeeee

Lo so che sembro una brutta persona ma la povera nonnetta non l ho buttata davvero dico prima o poi ve la faccio spuntare in qualche capitolo
Comunque
Spero che questo capitolo vi piaccia e se sì mettete per favore una stellina
Ciaoooo

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