Capitolo 10

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-" Cosa?!"- chiese con orrore Kira, la Madre Suprema della terra-" Chi è stato?"- " Gli scagnozzi di Itos"- rispose il ragazzo ancora rimasto sulla soglia della porta-" Hanno attaccato la parte est della radura. Non volevano nulla. Hanno solamente inciso su un foglio questo"- aggiunse il folletto indicando il pezzo di carta che aveva in mano.
Sopra era scritto" Abitanti di Fatum, consegnateci la figlia dell'acqua e della Luna e non vi sarà fatto nulla. Avete tempo fino a quattro albe ed il quarto giorno, noi, ci recheremo al confine e se non vedremo la fata, sarete voi a non vedere più il sole". Un silenzio assoluto cadde nella stanza. La fata si sentì soffocare.
-" O mio Dio. Io devo andare. Devo andare da loro"- Nea indietreggiò e guardando con occhi di disprezzo il foglio, incominciò a pensare ad un piano di fuga-" Sei impazzita per caso? Se vai da loro, ti uccideranno!"- disse il Gran Consigliere-" Non ci pensare nemmeno!"- la ragazza sentì una voce dietro di lei-" Tu rimani qui a costo di imprigionarti!"- disse suo zio piazzandosi davanti a lei-" Cosa dovrei fare? Guardarmi le mani? Mentre voi venite tutti massacrati? No, non cercate di fermarmi!-" Nea! Non sai neanche usare la magia e tu credi di poter andare da loro? Ti uccideranno. Per lui, tu sei una minaccia e se tu ti consegnassi, sarebbe la fine del nostro mondo! Non posso perderti!"- sua nonna la guardò con occhi disperati -" Sei tutto ciò che mi rimane"- La fata si fermò. Tutto davanti a lei si fermò. Vedeva loro parlare e lei era come se non li sentisse. Pensava a come era la sua vita prima di tutto questo. Viveva tranquilla, con sua nonna, la sua amica Clara ed il suo coniglio. Pensò a che fine avesse fatto. Ormai era troppo tardi. Avevano sempre detto lei che nella vita, a volte, le cose non vanno sempre secondo i nostri piani, ed era vero, ma Nea era artefice del suo destino e lo sarebbe stata sempre. Una voce nella sua testa, come quella che le disse di guardare la Luna, le fece ricordare ciò che le aveva detto la fata in camera sua-" Vai per la foresta aquitrinosa, alla ricerca dell'idu magico-". Poi, ad un certo punto le tornò alla mente tutto.

-" Tesoro, vado un attimo a comprare le verdure per stasera!"- urlò sua nonna dal salotto-" Torno presto"-" Okay nonna. A più tardi!"- aveva urlato a sua volta la ragazza dalla stanza. Poco dopo, si sentì sbattere la porta di casa. Nea, era sdraiata sul letto a pancia in giù, aveva i piedi sollevati e le mani sotto il mento mentre accanto a lei, un libro di matematica era aperto e lei, era arrivata quasi alla fine. Nella stanza un'atmosfera di quiete regnava ma uno squillo, fece sobbalzare la ragazza. Lei alzò gli occhi dal libro mentre il telefono si agitava e suonava sulla scrivania. Si alzò dal letto e preso il cellulare in mano
-" Pronto?"-
-" Ciao Nea! Sono Clara. Volevo chiederti se vorresti venire con noi questa notte ad una festa. Ci divertiremo tantissimo!"-
-" Ehm... Ti ringrazio ma credo che sarà per una prossima volta. Sai, devo aiutare mio zio a traslocare e non posso deluderlo!"- mentì Nea-
" Okay. Ci vediamo!"- Riattaccò. Era da quasi sei mesi che non vedeva suo zio, lui era andato ad abitare in California mentre loro, vivevano in Florida. Non avrebbe voluto dare buca a Clara ma non era il suo genere di cose andare alle feste delle confraternite. Le riteneva banali e noiose. Appoggiò il telefono sul comodino e si avvicinò verso la porta quando la finestra si spalancò.
Un'ombra scura entrò dalla finestra. Tutto normale. In quel momento la finestra, mossa dal vento sbatté contro il muro -" Salve"- una voce. Nea si girò di scatto e non vide nulla-" Mi hanno detto che saresti stata tu la prescelta-" la ragazza si girò di nuovo. Nulla. Pensò che fosse stata una voce nella sua testa a parlare.
-" Seguimi"- la ragazza cominciò a preoccuparsi-" Chi c'è?"- Un rumore si sentì proveniente dal parquet dietro di lei-" Come? Non mi riconosci?"- Nea non capì-" Chi sei?"- chiese lei spaventata-" Sono tuo zio"- In quell'istante una figura maschile si mostrò ai suoi occhi-" Zio? Non può essere. Come sei..."- " Vestito?"- terminò lui e Nea lo guardò con occhi strani-" Vedi, non te l'ho mai detto ma sei una fata e tu sei molto potente e purtroppo il Signore delle ombre ha paura che tu gli possa dare qualche problema..."- " Che cosa stai dicendo? Zio ti senti bene ?"- " Oh sì, benissimo ma tu non ancora per molto"- la afferrò per un braccio con forza e la trascinò nel corridoio-" Zio fermati! Che cosa stai facendo? Mi fai male!- urlò Nea con voce spaventata-" Mi dispiace ma purtroppo sei d'intralcio ed io, be', devo fare quello che va' fatto"- la stava trascinando verso le scale. La ragazza capendo cosa le avrebbe fatto, vide in tempo,il vaso di porcellana posato su una credenza.
Quel vaso era stato regalato a suo nonno per il suo ultimo compleanno, prima di andarsene. Nea disse-" Mi spiace nonno"- afferrò l'oggetto e lo scagliò con forza sulla testa di suo zio, rompendosi. Lui, lasciò la presa del suo braccio e cadde a terra. La ragazza, favorita dall'occasione, scappò scendendo le scale correndo e dopo aver aperto la porta, corse più che potè verso il bosco. Sentì una voce urlarle-" Bel tentativo ma non riuscirai a sfuggirmi"- Lei si era già inoltrata tra gli alberi e sapeva che prima o poi l' avrebbe raggiunta.
Quando sentì dei passi dietro di lei, delle radici dal terreno incominciarono ad emergere. Nea indietreggiò spaventa, si girò ma vide suo zio sbarrargli la strada. Il suo respiro accelerò e si fece più affannoso. Era bloccata. Delle cose le incominciarono a salire sul corpo, lei guardò in basso e vide che le radici la stavano intrappolando. Cercò di dimenarsi ma si bloccò, quando le arrivarono al collo e incominciarono a stringere la presa-" Bene, bene,bene... Non me l' aspettavo da te Nea. Davvero. Pensavo che avessi capito. Purtroppo non sei collaborativa e quindi, il tuo tempo finisce qui"- Non riusciva più a respirare, aveva le mani e tutto il corpo bloccato. Stava morendo. Le radici strinsero di più. I suoi occhi si stavano chiudendo. Non vide più nulla. Poi, sentì soltanto una voce che diceva-" Tu oggi, non morirai, Nerea"- Poi, un esplosione e tutto si sfocò.

Nea, era seduta sull'erba soffice in quella notte stellata. Piccole luci volavano attorno ad un albero imponente, che si innalzava diversi metri da terra. La ragazza pensò, a come se mai avesse potuto, toccare il cielo con un dito. Delle voci in lontananza si sentirono.

-" Nea"-
-" Nea"-
Lei sobbalzò, come se si fosse risvegliata da un lungo sogno. Vide Mira, davanti a lei che la guardava preoccupata-" Nea tutto bene?"- La ragazza pensò a cosa aveva appena ricordato. Poi, pensò a quello che era successo prima, nella stanza e collegò tutti i punti. Si ricordò dell'oggetto nero tagliente che aveva tagliato i fili del lampadario e di come suo zio, fosse spuntato poco dopo.
Nea, sgranò gli occhi e disse
-" LUI!"- tutti si girarono a guardarla-"È stato lui!"- disse indicando suo zio-" Lui ha cercato di uccidere me! È stato lui a lanciare questo"- disse prendendo il dischetto di metallo tagliente dal pavimento
-" Ha cercato di ucciderci. Lui sta dalla parte del Signore delle ombre"-

Fineeeee
Spero che questo capitolo vi piaccia e niente
Ciaoooo❤❤❤

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