Capitolo 6

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-"Tu che ci fai qui?"-chiese Nea quasi svenendo-" Era da tempo che volevo parlartene ma non ne ho mai avuta l'occasione..."- rispose suo zio cercando di avvicinarsi alla ragazza ma lei indietreggiò-" Tu lo sapevi? Tu sei uno di loro!"- disse lei con occhi sprezzanti guardando le fate e i folletti-" Lo so che può sembrare difficile da capire ma promesso, ti spiegherò tutto. Io e tua nonna era da tanto che ne volevamo parlare ma adesso che sei qui, posso raccontarti tutto dall'inizio-" VOI! TU!LEI!- Nea era senza parole, si sentì soffocare, come se qualcuno le stesse stritolando la gola. Non sapeva cosa dire. Fin da quando era piccola, suo zio era il suo salvatore, colui che l'aveva salvata dalla morte: dall'incendio.
Nell'ultimo anno era andato a trovarla solamente tre volte per motivi di lavoro, le diceva lui.
Adesso, in quel momento, guardava la terra come se prima o poi dovesse sprofondare, trascinandola in un vuoto immenso. L' unica cosa che disse fu -" Voglio andarmene da qui"- Si alzò in volo, cercando di andare più lontano possibile per non sentire nessuna di quelle voci che la chiamavano. Il vento le sfiorava i capelli e la pelle, il sole illuminava il suo volto e guardando in basso, notò di essere molto in alto. Non aveva mai avuto paura dell'altezza. Da bambina, dal letto saltava per terra, sui cuscini, cercando di provare la sensazione che provava in quel momento. Non si era accorta che stava volando, forse perché era troppo agitata e arrabbiata da ciò che era successo. Piangendo, pensava ancora a come avrebbe voluto isolarsi da quel mondo che la faceva soffrire tanto. Troppo. Davvero troppo. Voleva andarsene e l'avrebbe fatto. Sotto di lei,distese di prati e di fiori multicolori si intravedevano dall'alto. Volando avanti, incominciò a vedere la radura e fate e folletti, che andando avanti o indietro portavano ceste di legno con dentro: paglia, bacche, fragole e addirittura una fata aveva un cesto dentro il quale, dei cuccioli di papera e mamma papera starnazzavano mentre la creatura portava il cesto vicino ad un laghetto per poi fare uscire gli animaletti vicino alla riva. La ragazza volò per quasi ancora mezz'ora non sapendo che fare. La stanchezza la stava assalendo e desiderava tanto riavere il divano di sua nonna. Pensò a come lei avesse potuto mentirle. -" Non tu nonna, non tu. PERCHÉ PROPRIO A ME?!"- urlò piangendo disperata e incominciando ad avvicinarsi verso terra. Quando vide il suolo, smise di volare e cadde sul prato. Piangeva, le lacrime scendevano sulle sue guance. Qualcosa le toccò la spalla. Lei si girò di scatto e vide una fata con capelli, occhi e vestiti marroni.
-" Stai bene?"- le chiese la creatura guardandolo con occhi dolci-" Sono passata di qua e sentendo qualcuno mi sono avvicinata e ho visto te- disse la fata che aveva i capelli legati in una treccia, gli occhi a mandorla, un vestito alla fine, che aveva una forma a zig zac e senza scarpe, i suoi piedi poggiavano sull'erba e sulla caviglia aveva un braccialetto legato ad essa che aveva dei ciondoli con delle forme di animali.
-" Il mio nome è Amy"-disse la fata rompendo il silenzio.
-"Il mio Nea"- aggiunse la ragazza-
"Che ti è successo Nea?"
" Ho avuto un brutto incontro"
" Vuoi parlarne?"
"Sempre se vuoi ascoltare una storia che non ha una fine"
" Allora la aspetterò"- finì col dire Amy con voce gentile.
Nea le raccontò tutto: di come era arrivata lì, che cosa aveva scoperto di essere, cosa le avevano chiesto di fare e come sarebbe voluta ritornare nel suo mondo per continuare a vivere.






Fineeeee
Allora lo so che è una brutta fine ma non ci posso fare niente l'ispirazione è troppa e poi magari mi si sovraccarica il cervello.
Allora...
Grazieeee
Per le 50 visual io veramente sto piangendo
Cmq
Spero vi piaccia e al prossimo capitolo
Ciaoooo ❤

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