§Everything is Grey§

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Stiles Stilinski era un ragazzo come tanti altri, senza niente di speciale: non aveva poteri capaci di salvare il mondo, come i Supereroi per i quali impazziva; non era bellissimo, ma neanche brutto, era una via di mezzo fra il "cazzo, ma come sono fatto" e il "okay, meglio accontentarci, ho un bel culo"; a scuola non era mai stato il più popolare, era solo Stiles. Stiles, il ragazzo che amava incredibilmente la Chimica e la Matematica, ma schifava come se non ci fosse un domani Ed. Fisica. Stiles, col vero nome impronunciabile. Mieczysław. Gli altri non ci provavano neanche più a chiamarlo in quel modo, ed era nato Stiles. Non che allo stesso Stiles importasse, non in quel momento almeno.

Odiava decisamente gli aerei, ma di certo non avrebbe preso otto treni e cinque taxi per arrivare da suo padre, in un paesino sperduto: Beacon Hills, al centro della California. Un vero posto inculato persino da Dio. Contava appena ventisette mila abitanti - secondo Stiles, avevano preso anche i cani e i gatti per fare numero, ma era un dettaglio. Dalle foto viste su Google Maps il paese pullulava di alberi, case in mattoni tutte uguali e edifici storici in stile vittoriano. Non la ricordava benissimo, l'ultima volta che ci era stato aveva appena due anni, dopo la morte di Claudia. Sua madre era morta per un'incidente d'auto, ma era un argomento Top Secret in famiglia: né suo padre - lo Sceriffo Stilinski - né sua zia - Mary Stilinski - con il quale aveva vissuto fino a quel momento, hanno voluto raccontargli di quella sera. Non che Stiles abbia chiesto. Ha sempre pensato che la sua morte l'abbia devastato, ma conoscerla ancora meglio o ricordarla l'avrebbe ucciso lentamente. E non voleva finire come suo padre, Noah. L'uomo l'aveva lasciato andare quando portava ancora il pannolino e Stiles era stato mandato come un pacco postale dal fratello della madre a New York a sua zia Mary in California. Non aveva mai davvero avuto una famiglia e non sapeva neanche più riconoscere l'odore di Casa. Anzi, per Stiles, ogni appartamento era uguale ad un altro.

Ma non quella volta, sperò. Suo padre aveva chiamato la sorella, e in meno di due giorni Stiles si era ritrovato su un cavolo di aereo, in seconda classe, cercando di non vomitare i cereali mangiati quella mattina. Forse non era stata una buona idea - e non intendeva solo il fatto di far colazione. Ma di tornare da Noah. Come sempre, però, non aveva voce in capitolo. Avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo e cercare di farsi dei nuovi amici. Non che Stiles abbia mai avuto davvero un migliore amico, o qualcosa del genere. Si spostava spesso, quindi era inutile legarsi. E non ne aveva neanche bisogno: ha sempre contato sulle sue forze, sulla sua intelligenza e il suo innato sarcasmo. Mary gli ripeteva in continuazione che usava quell'ironia malinconica come difesa, perché in realtà si sentiva estremamente solo ed infelice.

Ma Stiles rideva ogni volta: lo sapeva che Mary avesse ragione, ma come dirgli che era colpa loro, sua e di Noah? L'avevano trattato come un oggetto dalla morte di sua madre, senza un 'ma' o un 'perché'. Comunque, non che gli importasse davvero.

Sceso dall'aereo e terminato il Check-Out, chiamò un taxi - si stupì di trovarlo facilmente - e guardò dal finestrino le immense radure di verde, la strada completamente vuota e il silenzio assordante che lo circondava. In lontananza gli animali emettevano piccoli suoni: gli uccelli che canticchiavano, le volpi che calpestavano le foglie, gli scoiattoli che si arrampicavano sulle cortecce e le cicale che friniscono. Stiles amava quella pace, in città era sempre tutto rumoroso con i clacson, i ragazzi che cantavano ubriachi anche in settimana e la musica a palla, in ogni ora del giorno e della notte. Forse Beacon Hills gli sarebbe piaciuta.

Forse. Se non ci fosse stato probabilmente un pezzettino del suo passato e suo padre, il grande Sceriffo della Contea. Sperò con tutte se stesso che Noah lavorasse il più delle volte o non avrebbe saputo come comportarsi. Mary era per la maggior parte all'estero, dato che svolgeva lo scritto per le guide di viaggio. Quando ritornava, però, festeggiavano in un modo speciale, una loro tradizione: un piatto strano che Mary aveva amato fuori. E Stiles amava cucinare, lo rilassava quasi quanto risolvere dei problemi matematici.

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