§Everything is Red§

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"Derek, ne abbiamo provate di tutte. Non c'è altra scelta, dovrai affidarti alla tua Ancora, anche a costo di perderla. Allora, qual'è?"

"La rabbia." Rispose l'Alpha con voce bassa. Erano da ore che ci provavano e il dolore del ragazzino crescere, sia fisicamente che emotivamente. Il Lupo Interiore non faceva che ululare dal sofferenza nel sentire il proprio Soulmate in quello stato. Era orribile; un pezzo mancante, un arto strappato via, erano quelle le sensazioni che aveva Derek. Era sfinito, più di quanto avrebbe mai ammesso ai suoi Beta e a Deaton. 

"Bene. Pensa a qualcosa che ti farebbe arrabbiare, se fossi con Stiles. E concentrati!" Ripeté infine per l'ennesima volta. L'Alpha ringhiò, ma ritornò al proprio posto e chiuse gli occhi. Pensò inizialmente solo a Stiles, ai suoi nei, al suo accenno di pettorali e ai suoi occhi di un confuso castano-miele. Poi qualcosa cambiò. 

C'erano lui e Stiles, ma non vicini, neanche lontanamente. Anzi, il ragazzino era alle soglie di un vicolo cieco e due ragazzi lo affiancavano. Aveva le guance rossastre e i vestiti strappati. E Derek era incapace di muoversi, fermo, immobile contro la sua impotenza. Ululò la i due ragazzi non sembrarono sentirlo e, anzi, iniziarono a toccare le braccia, il collo, il viso, le labbra di Stiles. Gridò, questa volta senza ringhi o ululati. Urlò, finché non ebbe più voce neanche nella sua fervida immaginazione. 

E comparve solo il buio. Tirò un leggero sospiro di sollievo, appena percettibile. Era stato un incubo dettato dalla sua Ancora, tutto qui. Si guardò poi intorno, non vedendo niente e nessuno. "Ragazzino?" Lo chiamò. 

Stiles era seduto sulla solita sedia malconcia, Nolan l'aveva appena distrutto (per la quinta volta di seguito in un'ora) e l'aveva lasciato solo. Gli unici rumori udibili erano il suo respiro mozzato e i singhiozzi che gli percorrevano il corpo, incessanti. Ci aveva provato a non farsi vedere debole, ma non ci era riuscito. Soprattutto quando l'altro Strix l'aveva deriso facendo vedere una foto di Derek e Braeden quella notte, insieme. Era ovvio che potesse essere stata truccata o falsa - insomma, pensava che l'Alpha lo stesse cercando in lungo e in largo. Ma poi aveva anche aggiunto: "Perché dovrei mentirti? Potrei prendere la tua magia, ora, subito, e tu non potresti fermarmi." E non aveva avuto tutto i torti. Quindi - forse anche un po' volontariamente - ci credeva. Faceva meno male sapere che Derek non soffrisse la mancanza dello Strix del Branco, no? E poi non potevano chiamarsi neanche amici, quindi perché deprimersi maggiormente? Scosse il capo, cercando di accennare un sorriso ma fallendo subito dopo. Aveva qualche taglio di troppo sul labbro, forse. 

Ma presto si sarebbe abituato, si. Doveva. Perché il Branco non sarebbe venuto a cercarlo, anche se gridava a Nolan il contrario. Ci sperava, inconsapevolmente, ma la realtà dei fatti era davanti ai suoi occhi. Per quanto sarebbe rimasto segregato in quella stanza buia, senza finestra? Non sapeva neanche se era giorno o notte. Voleva vedere il sole e usare la sua magia e- e baciare Derek e abbracciare Noah. Voleva fare ancora troppe cose, non voleva morire in quel modo. 

"Sourwolf...salvami." E chiuse gli occhi, concentrandosi. Voleva che lo sentisse, con tutto se stesso. Voleva continuare la sua nuova vita a Beacon Hills, col Branco anche se forse lo stavano solo usando. Non importava...

"Ragazzino?" 

"Derek?"

"Sei vivo?" 

La sua voce gli era decisamente mancata, ma non l'avrebbe ammesso. 

"S-Si. Riportami a casa, Sourwolf." Rispose velocemente, sentendo dei rumori esterni. Si morse istintivamente il labbro, emettendo un gemito strozzato. 

"Stai bene?"

"Si. Come hai fatto a sentirmi?"

"Deaton..." Stiles sorrise, abbassando il capo e annuendo, anche se Derek non avrebbe potuto vederlo. "Cosa ti hanno fatto?"

If I could color your body [ sterek ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora