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Zero

La casa di Walala non era molto distante.
Nel giro di quindici minuti giunsi ai piedi della piccola collina sulla quale era stata costruita.
Non ero mai stato lì, ma mio padre si e mi aveva mostrato il luogo sulla cartina giusto due giorni prima.
Il mio ottimo senso d'orientamento mi aveva permesso di trovarla con facilità.
Mi asciugai un rivolo di sudore dalla fronte e percorsi il sentiero che portava alla porta d'entrata.
Rimasi impietrito quando vidi la croce e la corona di fiori proprio nel giardino, davanti ai miei piedi.
Abbassai i capo e sospirai.
Quante persone innocenti dovevano morire e in nome di cosa?
Mi frugai nelle tasche rendendomi conto di non avere nulla con me da lasciarle.
Mi ero presentato a mani vuote senza nemmeno un omaggio in nome della grande strega che era stata.
Mi chinai e spazzai via un poco di neve con le mani.
"Ovunque tu sia, aiutaci. Stiamo cercando di fare la cosa giusta ma è così difficile."
Accarezzai la terra gelida risvegliandomi poi dal mio torpore.
Non c'era tempo da perdere.
Miley era ancora tra le sue mani, dovevo sbrigarmi.
Girai la maniglia della porta sicuro di trovarla chiusa, invece questa si aprì con uno scricchiolio.
In effetti, non dovevano esserci molti ladri da quelle parti.
La casa era piccola e in gran parte costruita in legno come una baita di montagna.
Era fredda. Il camino non veniva acceso da tempo ormai ma c'erano ancora le ceneri al suo interno.
La cucina era molto moderna e stonava con il resto dell'abitazione.
Nel lato opposto da essa vi erano un piccolo divano e un televisore vecchio di almeno trent'anni.
C'era molta polvere intorno e un odore di muffa intenso tanto da farmi storcere il naso.
Chiusi la porta alle mie spalle e accesi la luce che con mia immensa sorpresa era ancora funzionante.
Qualcuno stava ancora pagando le bollette.
Mi avvicinai al divano in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa che potesse darmi una mano.
Non sapevo dire nemmeno io cosa stessi cercando.
Sul tavolino c'erano alcune riviste datate ma nulla che potesse risvegliare il mio interesse.
Percorsi il piccolo corridoio e mi avvicinai alla cucina.
Accanto al lavandino era stato deposto un mazzo di rose ormai secche.
Eri lì che era morta.
Me la immaginai mentre puliva tranquillamente i piatti senza sospettare che dietro di lei un pazzo omicida stava per spezzarle l'osso del collo.
Distolsi lo sguardo augurandomi che per lo meno fosse stato veloce e non troppo doloroso.
Mi incamminai sulle scale e andai al piano di sopra.
Aprii la prima porta e mi ritrovai nella sua stanza.
Un letto matrimoniale ormai polveroso, un armadio e un comodino erano gli unici arredi che trovai.
Sul comodino c'erano alcune foto polverose di un bambino appena nato e altre di Walala con quest'ultimo in braccio.
Aprii il cassetto che era colmo di unguenti e pomate.
Olio di iperico, sciroppo di muschio, sciroppo di lumaca..
Anche nell'armadio non trovai nulla di utile, solo diversi libri che parlavano di fiori, astrologia e spiritualità.
Uscii dalla stanza e mi recai nella seconda.
Il letto era decisamente più piccolo e la stanza più grande.
Le pareti erano decorate da poster di cantanti rock ormai mezzi staccati.
C'era una scrivania con una penna lasciata lì alla rinfusa probabilmente per la fretta.
Aprii le ante dell'armadio e tossii per la polvere che vi uscì.
I vestito erano tutti da uomo.
C'erano diversi libri scolastici e alcuni album di foto.
Ne presi uno e lo sfogliai.
Erano quasi tutte di un bambino, lo stesso visto nella stanza accanto e probabilmente l'abitante di quella casa.
Lo ritraevano da piccolo, poi più grande al suo primo giorno di asilo, su una moto, insieme ad altri bambini fino all'età adolescente.
Dedussi che fosse il figlio di Walala.
Sapevo che si era sposata con un lupo e sicuramente erano riusciti ad avere un figlio.
Girai nuovamente la pagina e alcune lettere mi caddero in grembo.

13 settembre 2008

Cara Walala,

Ti ho scritto appena mi è giunta notizia alle orecchie.
Il clan del nord chiede il nostro aiuto.
Gli omicidi sono innarrestabili.
Noi due da sole non basteremo per fermare la sua furia omicida.
Abbiamo bisogno di energie.
Sono molto malata e sento che il tempo a mia disposizione va esaurendosi.
Dobbiamo agire in fretta prima che sia tardi. Esiliarlo non è stato sufficiente, dobbiamo toglierli i suoi poteri da mutaforma.
Wilma e Vilde sono pronte a darci una mano.
È rischioso per noi usare tale magia con tale entità, ma so che dobbiamo provarci il mondo non può essere rovinato da esseri del genere.
Restiano unite,
Tua Vannah.

Le mie mani tremarono mentre mi resi conto di chi avesse scritto quelle parole.
Era come avevamo sospettato, il serial killer era proprio quel lupo che era stato esiliato più a nord.
Strinsi le labbra fra i denti fino a farle sanguinare.
Lo avrei disintegrato.
Un lamento mi uscì dalla bocca quando mi resi conto che aveva Miley e che probabilmente sapeva di chi fosse figlia.
Cosa le stava facendo? Cosa poteva volere da lei?
Non sapeva nemmeno di essere una strega.
Mi sentii morire.
L'ansia e la paura di quei giorni mi invasero il cuore facendomi scoppiare.
Mi spogliai velocemente sentendo il bisogno farsi più forte.
Lanciai i vestiti per terra e lanciai la testa all'indietro ululando.
La rabbia, l'angoscia, la paura, la tristezza..
Buttai fuori tutto in un ringhio mostruoso.
Chiunque avesse deciso di mettersi contro di me, aveva sbagliato.
Lo avrei trovato. Avrei trovato Miley.
Mi lasciai cadere sul pavimento completamente scombussolato e l'occhio mi cadde su un documento che era caduto probabilmente dall'album.
Era un atto di proprietà intestato al signor Paul Horse.
Aveva acquistato un terreno poco più distante dalla casa della madre.
Fissai il foglio alcuni istanti.
Forse lì avrei trovato qualcosa in più.
Dovevo provare.
Dovevo provare di tutto.

The Wolf - Black MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora