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Zero

Mi asciugai il sudore dalla fronte e ripresi a camminare.
L'ambiente intorno a me era quasi spettrale. La bufera aveva trascinato la neve ovunque e ora formava dei grossi cumuli qua e là che ci impedivano la vista.
Gli alberi erano stati sbattuti e i rami erano caduti per terra ricordandoci quanto potesse essere potente la natura.
Non potevo trasformarmi in lupo.
C'erano troppi uomini della polizia intorno a noi e anche se il mio istinto mi pregava di farlo, dovevo mantenere la calma.
Non ci voleva. Forse avrei dovuto partire prima che Carlo arrivasse a casa.
Il mio olfatto era centinaia di volte più sviluppato quando mi trasformavo ed inoltre potevo essere molto più veloce.
Vilde, Wilda, Walalah, Wanda.
Ripetei per l'ennesima volta sottovoce mentre sprofondavo nella neve.
Quei nomi erano diventati il mio mantra. 
Continuavo a ripeterli come se potessero indicarmi la via in qualche modo o per lo meno portarmi fortuna.
Il tempo stava finendo.
Potevo vedere davanti a me la clessidra che stava esaurendo la sua sabbia.
Se fosse morta, non me lo sarei mai perdonato.
"Per di qua!"
Sentii qualcuno urlare e d'istinto virai per seguirlo.
"Aspetta, Zero. Non vorrei di certo perdermi qui nel bosco. Altrimenti dovrete separare gli uomini e cercare pure me"
Sentii sghignazzare il signor Clacks mentre i suoi passi mi seguivano.
Strinsi i pugni chiedendomi se qualcuno mi potesse vedere se lo avessi ucciso in quel momento esatto.
Non mi aveva lasciato un istante e non era stato zitto nemmeno un secondo.
Chiusi gli occhi e annusai l'aria in cerca di un qualche indizio ma non percepii nulla.
La notte stava ormai lasciando spazio al giorno.
Il tempo stava per finire.
"Che poi per quale motivo ti chiami Zero? Voglio dire, è un nome così strano. Sei straniero? Vieni dall'Iran o dal Pakistan?"
Mi voltai per guardarlo storto e poi ripresi a camminare.
"Il mio nome è Alessandro e non posso concentrarmi se non chiudi quella bocca."
"Oh Alessandro, un nome italiano! Che bella l'Italia, l'amore, la pizza.. E Zero che diamine rappresenta? Zero voglia di parlare? Zero voglia di fare amicizia? Zero simpatia?"
Mi voltai avvicinandomi minaccioso mentre questo arretrava con le mani in alto.
Gli avrei girato il collo.
La torcia mi cadde dalle mani e illuminò la carcassa di un cervo morto.
Era stato divorato dagli animali. Un grosso squarcio gli apriva l'addome.
"Mio Dio.."
Sussurrò il mio nemico con un filo di voce.
"Il bosco è un luogo pericoloso. Non tutti possono vantarsi di essere tornati indietro vivi da qui. Andiamo ora."
Lo minacciai con sguardo severo e ripresi a camminare.
Non c'era tempo da perdere con quelle inutili, sterili discussioni.
Pregai dentro di me che uno dei nostri fosse riuscito a trasformarsi e che fosse vicino a lei.
Pregai mentalmente che non le stesse facendo del male, che non avesse troppa paura..
"C'era del tenero fra lei e la signorina Hodge?"
Proseguì imperterrito il signor Clacks dimenticandosi presto la mia minaccia.
"Se lo chiedono tutti. Carlo lo sa..?"
Mi bastò girare la testa per metterlo a tacere.
"Zero?"

Con la mano scostai un ramo e mi avvicinai quasi correndo al luogo da dove proveniva la voce di mio padre.
"Avete trovato qualcosa?"
Chiesi con il cuore in gola quando li raggiunsi.
Scosse la testa.
"Nulla. Ma ora che arriva il giorno gli elicotteri riusciranno a vedere di più."
Alzai gli occhi al cielo sentendomi morire.
Era quella la nostra speranza?
Nel fitto bosco, la visuale era quasi zero dall'alto.
Era troppo difficile individuare qualsiasi movimento.
"Che facciamo ora?"
Chiesi al tenente rendendomi conto che avevamo perlustrato tutta la zona segnata. 
"Ci spingiamo più in là"
Rispose il padre di Miley con un sorriso triste stampato in volto.
Mi avvicinai e gli toccai la spalla con una mano.
"Sento le stesse cose Carlo. Sento tutto quanto anche io."
Con un sorriso mi fece un cenno della testa quasi a ringraziarmi.
Non era solo.
Avrei camminato al suo fianco finché non l'avremmo trovata.
Non l'avrei lasciata nel bosco.
Non lei.

The Wolf - Black MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora