∆ Cap 5 ∆ Il burattinaio ∆

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Consiglio caldamente di leggere il capitolo dopo aver premuto play alla colonna sonora qui sopra

Gli esseri umani.
Quali complesse creature.
Ammassi di carne e sangue che però possono contenere un pezzo di infinito.
Piccole formiche dinnanzi alla divina provvidenza.
Nuotano nel mar nero della solitudine, che torreggia su chi a loro é inferiore. Torreggiano sui cervi, torreggiano sui monti, torreggiano sulle bestie e su tutto il resto del Creato che possono domare| ...

Anastasia frenò le dita dalla tastiera, al suono delle nocche che bussarono alla sua porta. Si voltò verso l'entrata della sua solita buia e vuota stanza.
-Avanti.- Esclamò mentre chiudeva frettolosamente la pagina internet. Non le piaceva che la sua famiglia o chi entrava leggesse cosa scriveva, in sua presenza. E quel blog era totalmente segreto. O almeno, quasi totalmente.

Entrò con timidezza l'alta figura di Kate, sempre con la sua solita tutina nera a righe rosse e i suoi capelli rossi e boccolosi raccolti in una coda di cavallo bassa. Era bella. Tanto. Perfino quando non era truccata. Perfino con quell'aspetto trasandato. Ma lei non se ne rendeva conto. La sua modestia era tangibile, palpabile.

Era ciò che la rendeva ancor più perfetta.

-Posso?- Chiese con la sua gentilezza immancabile.

-Sí.- Anastasia si girò con la sedia verso la sorella, guardandola con uno sguardo freddo senza lasciar trasparire una goccia di entusiasmo.

Kate accese l'interruttore, facendo brillare la luce incandescente della lampadina sul soffitto, che accecò Anastasia. Si portò la mano sugli occhi, arricciando il naso lentigginoso.

Kate sembrò titubante all'inizio, iniziò a toccarsi i capelli, questo lo notò la ragazza seduta dopo essersi strofinata gli occhi.

Anastasia anche se congelata, era molto intelligente. Sapeva quando Kate stava male, e anche il motivo. Non lasciava trasparire alcun minimo dettaglio, in ogni movimento delle persone. E spesso, traspariva un pizzico di empatia in lei.
In fondo, anche se voleva restare a scrivere in pace, era anche sorpresa che la sorella abbia agito diversamente dal solito, prendendo l'iniziativa di una conversazione con lei personalmente.

-Allora..?- Anastasia cambiò espressione, sollevando le sopracciglia, in modo da rassicurare la sorella e farsi dire finalmente ciò che andava sentito.

-Dobbiamo parlare.- Rispose Kate, dopo aver preso un bel respiro.

Ana la invitò a sedere sul letto di fianco alla scrivania, girandosi con la sedia. La sorella, dopo essersi avvicinata e seduta prese nuovamente un respiro, questa volta meno intenso.

-Vedi Anny.. Oh.. Posso chiamarti cosí, vero?- Le sorrise nervosa.

-Che succede, scusa?-

-Vedi, si tratta di.. Di noi due.- Il suo tono si fece piú serio.

-So di aver sbagliato in passato, e di essere stata troppo superficiale nei tuoi confronti. Prima eravamo cosí.. In sintonia e mi manca la vecchia Anastasia.. I-io insomma.. Mi sento come se fossi una figlia unica. Sei sempre qui, rintanata nella tua stanza, e quando ti rivolgo la parola mi rispondi in modo freddo e secco. Prima non eri cosí.. Prima eri piú collaborativa, insomma.. Ho paura che sia per il rancore che.. Che conservi da quel piccolo fatto con Dave. Io ti ho chiesto scusa, ma so che una semplice parola non funzioni. Ho provato di tutto, e non so nemmeno se la situazione andrà avanti cosí o meno ma.. Voglio solo.. Che tu mi spieghi perché mi odi cosí tanto.-

Anastasia alzò nuovamente le sopracciglia, quasi nascoste dalla sua lunga frangetta. Deglutí. Non sapeva che Kate stesse male per lei.. Ciò le accese il cuore, anche se di poche scintille. Non avevano mai parlato di cose del genere. O meglio, non ne avevano mai avuto occasione. La invidiava cosí tanto.. Ma in quel momento fu l'ultimo dei suoi pensieri.  Sospirò, ancora scossa da quelle parole, cercò di scacciare la tensione con un respiro.

-Kate, i-io..- Sospirò ancora. Non era abituata a quelle parole. Sua sorella le voleva bene. E solo quel giorno se ne poté accorgere.

-Io non ti odio. Solo, ci siamo un po' separate, tutto qui..-

Un briciolo di umano sentimento si riaccese in lei. Bastava cosí poco per tornare amiche? Delle semplici e banali parole? Eppure quelle parole furono bellissime. Tanto tristi quanto belle. Era un nuovo pregio di Kate, che Anastasia trovò il migliore.
Kate tirò su col naso, sorridendo come per bloccare le lacrime con il muro delle sue labbra inarcate.

Anastasia notò anche questo. Le si inumidirono gli occhi.

-Lo-lo so.. Ma.. I-io ecco..- Continuò la riccia, mentre le lacrime strabordavano dal sorriso finto che usava come diga.

-Tu mi manchi.. Sono stata una vera stronza.. Io non voglio che tu resti qui a rovinare la tua vita, mentre io sono in disparte a..-

-Kate- La interruppe la sorella, con gli occhi lucidi, che davanti a quelle pupille azzurro-verde parevano lo specchio di un mare. Sorrise anche lei, ed una cosa che le sorelle avevano in comune era proteggere la loro pura sensibilità con il sorriso. Il cuore di Anastasia era di cristallo, ma conservato nella pietra.

-Non piangere..- Le poggiò la mano sulla sua, guardandola negli occhi.
-Mi rendo conto solo ora di quanto sia stata egoista.. In realtà, vedi.. Aspettavo solo che me lo dicessi- Rideva fra le lacrime. Kate capiva quanto fosse difficile per la sorellina piangere davanti a qualcuno, e spesso come lei celava la sua sensibilità. La strinse in un abbraccio che nascondesse il suo viso bagnato da sentimenti, questa volta veri.

Il legame delle due si era spezzato, ma non per sempre.

Una volta coperta dalla spalla di Kate, Anastasia poté sfogare il suo pianto, facendo uscire singhiozzi ovattati. Si sentí di nuovo a casa in quell'abbraccio. Sentí di nuovo di avere una sorella. Sentí di nuovo, che tutto ciò che le era sempre piaciuto, il buio, dondolarsi nella propria solitudine, immaginare amici.. Non erano comparabili all'abbraccio che inconsapevolmente aspettava da una vita.

Aveva bisogno di provare ad assaporare l'amore di cui tutti parlavano.. Per lei l'amore era solo un'illusione, un potere maligno che imbrogliasse l'uomo con la sua bellezza e che lo costringesse a venir manipolato e privato di ciò che possedesse. Un po' come un piccolo burattinaio. Non pensò di essere collegata ai fili di quel burattinaio. No, non lo stava pensando. Lei era.. Fra le braccia di sua sorella in quel momento. Mentre le sue lacrime cadevano, e i suoi singhiozzi echeggiavano.

Si dimenticò tutto. Anche di essere diventata un burattino.

Red Moon ~  Born To DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora