Capitolo Settimo - E tra cadaveri e tombe

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Dopo aver scoperto la terribile verità su Miss Chic, credevo di non avere più nessun motivo per vivere.

Allora era vero: gli umani avevano complottato contro di me. Io, che non avevo mai torto un capello a nessuno di loro...

Rimasi abbracciata ad Ambra per un tempo che giudicai indefinito, cercando di capire che cosa avrei dovuto fare a quel punto. Non sapevo chi dovevo essere, non avevo più un posto dove andare. Da una parte, avevo la sanguinaria corte di Chiaraluna, dall'altra i Mortali, che avevo appena scoperto essere degli infidi traditori.

Probabilmente avrei dovuto odiarli, ma ero rimasta per tutti quei quindici anni così a stretto contatto con loro che mi risultava difficile pensare di fargli del male. Insomma, come aveva detto Damién, una parte del mio sangue – e di conseguenza di me stessa – era rimasta umana. Sarebbe stato come autoflagellarsi.

Ambra, ad un certo punto, prese il mio viso fra le mani e lo sollevò verso il suo, in modo da potermi guardare bene negli occhi.

-Basta sentirsi male per loro. Non meritano nemmeno le tue lacrime- Mi disse, accarezzandomi le guance coi pollici.

Scrollai le spalle. –E cosa posso fare? Fino a quando non mi avete portata qui mi sentivo una Mortale. Vivevo come loro, mangiavo come loro, ero completamente mimetizzata. Adesso invece non so più qual è il mio scopo-

La tristezza e la rassegnazione ad un destino crudele erano due toni ben evidenti nella mia voce. Avevo la sensazione di trasmettere agonia ovunque andassi. Abbassai un attimo lo sguardo, cercando di staccarmi dalle sue iridi d'oro brillante.

Lei mi sorrise dolcemente, provando a consolarmi.

-Ogni cosa verrà con il suo tempo, Sarah. Devi solo avere pazienza. Un giorno ti verrà naturale uccidere... Ma fino ad allora, è inutile fossilizzarsi e deprimersi. Perciò usciamo da qui e andiamo a divertirci, ti va?-

La guardai con disapprovazione. –Divertirci? Ti sembra questo il momento di pensare al divertimento?- La ripresi infatti.

Ambra gettò le mani in aria, apparentemente esasperata. –Per l'Inferno, Sarah, vuoi davvero chiuderti in questa stanza e non uscirne mai più? Tutti quanti hanno bisogno di un po' di svago, anche Lady Black!- Esclamò.

Lasciai andare le braccia lungo ai fianchi, alzai gli occhi al cielo e decisi di assecondarla. Ero stufa di quella guerra con lei e con gli altri. Se non potevo batterli, tanto valeva unirmi a loro, no?

Avevo già sperimentato con la Signora Alta che opporre tutta quella resistenza era pressoché inutile, quindi sarebbe stato un bene per me e per loro se avessi fatto almeno un tentativo.

-E va bene- Risposi. –Divertiamoci. Che cosa suggerisci di fare?-

Il volto di Ambra si illuminò come un sole che sorgeva. –Questa è la Sarah che conosco!- Urlò su di giri, lasciandomi per un attimo spaesata. Cambiava umore così velocemente che, in momenti come quelli, avevo il sospetto che stesse recitando a fare la parte della sconfitta. E se era veramente così, era davvero una brava attrice.

Mi afferrò per il braccio prima che potessi fare qualcosa e corse verso la porta.

-Ehi! Ambra, calmati!- Protestai.

-Non se ne parla nemmeno! La notte è giovane, tesoro, dobbiamo divertirci!-

-Ma sono ancora in vestaglia da notte!- Tuonai. Lei si bloccò un attimo, squadrandomi da capo a piedi. Tutta emozionata, scomparve dai miei occhi per riapparire dietro di me, accanto al mio armadio. Per quanto era entusiasta non riusciva a controllare neanche i suoi poteri... ma alla fine decisi che mi andava bene così. Le regalai, a quel proposito, un gran sorriso, per dimostrarle che stavo dalla sua parte.

Lady Black - Stella MortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora