Capitolo Quarto - Sarah "Lady Black" Wonger

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-Secondo te è morta?-

-Non si muove, dorme da tutto il giorno...-

-Ehi, Tim, ti avevano detto di portarcela viva!-

-Fammi il piacere, Carmen! Era viva e vegeta, ieri notte. Se non ci credi, ho ancora i segni dei suoi calci sul mio stomaco!-

-I calci di questa bambina sono nulla, in confronto ai miei!-

Aprii gli occhi con lentezza, disorientata come mai prima di quel momento. Cosa era successo? Dove mi trovavo? Chi erano tutte quelle voci che battibeccavano intorno a me?

-Guardatela, è sveglia!-

-Ve l'avevo detto che era ancora viva!-

-Milady? Lady Black, ci senti?-

Due mani gentili afferrarono il mio viso e cominciarono ad accarezzarmi con cura. Forse ero morta, investita da quell'ondata di fiamme che mi aveva trascinata all'Inferno. Forse il ragazzo che mi aveva afferrata era Lucifero che mi portava con sé a bruciare. Eppure non sentivo dolore, e avevo ancora la percezione del mio corpo, avvolto in uno spesso strato di torpore. Provai con successo a muore i piedi, le dita delle mani. Scossi la testa e scrollai le spalle, riacquistando poco a poco tutti i miei arti.

Aprii totalmente gli occhi. Una miriade di strani ragazzi - tutti più grandi di me- mi stavano fissando intensamente. I loro occhi vitrei erano piantati nelle profondità dei miei, quasi volessero ancorarmi lì dov'ero. Erano tutti bellissimi, perfetti come bambole di ceramica (troppo belli per essere veri...), ma in loro c'era qualcosa che non quadrava. Sembravano... svuotati. Come se quelli che stavo vedendo fossero solo dei corpi imbalsamati ancora capaci di muoversi.

Dal suo abbigliamento, riconobbi il ragazzo che mi aveva prelevata dall'incendio di casa mia. Aveva dei capelli castani chiari molto spettinati e la pelle chiarissima, tanto pallida da poter essere paragonata all'alabastro, o al marmo. Quel colore così cadaverico, addirittura un po' nauseabondo per me, era messo ancora di più in risalto dal suo strano modo di vestirsi: nero con preziosi ricami color oro, e pizzi e merletti sul completo da carnevale veneziano. Addirittura la maschera che copriva metà del suo viso era intonata con lui.

Scattai all'indietro, sbattendo la testa contro la testiera del letto su cui ero sdraiata, per liberarmi da quelle mani che mi stavano accarezzando.

Dove ero finita? Chi erano quei ragazzi? In che razza di strano intrigo ero andata a capitare?

Una delle ragazze che era lì a guardarmi aprì le labbra in un gran sorriso:

-Evviva! Lunga vita alla nuova Lady Black!- Urlò, cogliendomi alla sprovvista.

Corrucciai la fronte: che diavolo aveva detto?

-La nuova Regina dei Cieli Oscuri!- Gridò entusiasta qualcun altro. Tutte quelle esclamazioni strane, rivolte a me, esplosero in un tripudio di gioia e adulazioni. Alcuni si facevano avanti per cercare di toccarmi, altri volevano stringermi la mano, constatare che fossi vera. La situazione cominciava davvero a degenerare, ed io ero sempre più spaventata.

-Sarah!- Strillò allora una voce che conoscevo molto bene, sovrastando tutte le altre.

-Ambra!- Risposi di rimando, balzando giù dal letto e correndo via da quei ragazzi. E' solo un sogno. E' solo un sogno che sta durando troppo.

Spalancai la porta della sontuosa stanza in cui mi ero risvegliata – era davvero lussuosa, come se fossi finita in una sorta di sfarzoso castello del Settecento – ma invece degli occhi d'oro di Ambra, incontrai quelli neri e vuoti di una maschera raccapricciante, sporca di sangue rattrappito.

Lady Black - Stella MortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora