Capitolo Primo - Destino

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Sono sempre stata una ragazza dalle solide basi morali e religiose. Per me non esisteva alcuna credenza al di fuori di Dio, mi impressionavo a sentir parlare di tutto quello che riguardava lo "sballarsi", come la droga, l'alcol, il richiamo degli ormoni incombenti, pronti ad esplodere per regalare ai ragazzi scariche di adrenalina..

No, quella roba non faceva proprio per me. Nella mia classe di liceo c'erano già le tipe un po' stravaganti che si tingevano i capelli o provavano l'ebrezza del fumo con sostanze stupefacenti, o i ragazzi che se ne andavano in giro il sabato sera per esibire la moto che avevano avuto dopo il patentino.

Ovviamente, per non inimicarmi nessuno, facevo molta attenzione a tenere per me tutte le mie considerazioni. Così, quando mi parlavano di gente famosa sul Web o nei reality show televisivi e mi chiedevano cosa ne pensassi, ero solita rispondere: "Hai ragione! E' fenomenale!", quando in realtà non sapevo nemmeno di cosa stessimo parlando. Ero sempre stata una tipa di quelli che oramai amavo definire come "I Solitari". Ragazzi che non trovi mai, rinchiusi nei loro mondi personali, che tengono alla larga tutti e tutto. Sì, quella era proprio io.

Parlavo dei Solitari nei bozzetti delle mie storie, nei miei disegni, in tutto ciò che mi riguardava. Tranne quando ero in pubblico, ovviamente. In pubblico ero la classica quindicenne un po' con la testa per aria che ascolta gli ultimi successi musicali dal suo lettore musicale, che si impegnava ma non troppo. A detta dei miei professori, io ero una che "non libera al cento per cento il suo potenziale".

Nella mia Vita Mortale, lo ammetto, non avevo mai creduto fino a quanto arrivasse il mio potenziale. Da un po' di tempo frequentavo una scuola di danza, raggiungendo un ottimo livello, la mia media scolastica era perfetta (rispetto a qualche mio compagno di classe, che aveva per davvero la testa per aria).

Mamma e papà incoraggiavano molto le mie scelte, qualunque esse fossero, soprattutto quelle di lasciare Astery, la metropoli in cui ero nata ed in cui vivevo- per studiare all'estero e costruire la vita che più desideravo. Avevo qualche idea in mente, ma avevo ancora quindici anni, forse era un po' presto per pensarci...

Il giorno in cui cambiò tutto quanto (e quando dico tutto, intendo proprio tutto, dalla testa ai piedi) era una fredda mattina di novembre. Ognissanti era passato da poco, e le lezioni erano regolarmente ricominciate dopo i due giorni di festa. Avevo posposto la sveglia per le sette del mattino come d'abitudine, ma a me le sveglie non servivano per niente: uno dei miei problemi psicofisici più grandi, era l'essere afflitta dall'insonnia. Ogni notte rimanevo due o tre ore sveglia senza fare niente, a guardarmi intorno, il soffitto o fuori dalla finestra della mia camera. Niente di più. La mattina dopo, mi servivano scorte di fondotinta per mascherare le occhiaie e coprire il pallore che mi caratterizzava. Infatti, nonostante Astery fosse in una zona abbastanza mite e tutti avessero una pelle accesa, rosea, che emanava vitalità , io ero differente. La mia struttura fisica era pressoché scheletrica, anche se non ero mai stata anoressica o cose del genere, e la mia pelle era bianca come quella di un morto. Mi spaventavo io stessa quando mi guardavo allo specchio. Ma la bruna dagli occhi di smeraldo che vedevo riflessa non era certo un'altra persona presente nella stanza: ero io. Purtroppo.

Ad ogni modo, la sveglia trillò per tre volte. Allungai scocciata una mano per raggiungere il tasto che serviva a resettarla, lo premetti, ed il congegno tacque.

Mi alzai dal letto, accompagnata dalla tentazione di tirarmi le coperte fin sopra la testa e recuperare quelle preziose ore di sonno che l'insonnia mi aveva portato via. Con gli occhi appena aperti, mi avviai all'armadio e lo aprii per afferrare un jeans nero e la prima felpa che mi capitò sotto mano. Quasi mi strappai il pigiama di dosso e lo buttai alla cieca dietro di me. Mi vestii, e dopo aver giudicato inguardabili i miei capelli, li raccolsi in una lunga treccia castana.

Lady Black - Stella MortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora