Capitolo Sesto - Vita Nuova

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Damién

Ero fermo a fissare la ragazzina addormentata da oramai un quarto d'ora buono. Mi ero assicurato che nessuno mi vedesse entrare in camera sua.

Anche se avevo voluto dare l'idea che la odiassi fin dal primo momento in cui era arrivata mi dispiaceva vederla in quello stato, come se fosse stata in coma: davanti ai miei occhi avevo soltanto una bellissima statua, immobile, sdraiata su un letto da due giorni.

Dava l'impressione di essere beatamente addormentata, persa nel suo bel mondo dei sogni. Tuttavia io sapevo che dentro quel corpicino magrissimo stava succedendo il finimondo, un Inferno innescato dopo l'inizio della trasformazione. Potevo sentire il sangue acido bruciare gran parte di quello ancora non velenoso, i capelli che si fortificavano, i denti che diventavano zanne acuminate...

Persino il suo profumo era diventato più intenso e intossicante.

Vederla lì faceva male, perché nonostante fosse muta io sapevo che stava soffrendo. La scena in cui quella poveretta si accasciava tra le mie braccia era vivida nei miei occhi, impressa a fuoco nella mia mente. Non avevo mai visto come si trasformasse una Lady Black, e proprio quella sera avevo constatato che fosse lo spettacolo più raccapricciante in assoluto. Rivedevo ancora e ancora la carne della schiena che si squarciava, il sangue acido che cascava a fiotti sul pavimento e lo corrodeva, sentivo le sue urla disperate nelle orecchie e le sue dita, piccoline e delicate, che mi affondavano nei muscoli delle braccia con una forza inaspettata... E la sua testa rovesciata all'indietro, con gli occhi verdi smeraldo ricolmi di dolore e paura, la bocca spalancata come una preda appena sgozzata. Era come se fosse morta direttamente tra le mie braccia. Come se fossi stato io ad ucciderla...

Non ce l'avevo fatta, e l'avevo lasciata andare per terra.

"Milady..."

Ero scappato via come un codardo. Non mi era mai capitato. Che vergogna! Ero un vampiro, maledizione! Non dovevo avere paura di niente!

Eppure... eppure Sarah Wonger mi aveva sconvolto tanto da farmi scappare. Prima con la sua bellezza umana e sfiancante, poi con il suo odore meraviglioso, tanto da farmi quasi cedere mentre ero da solo con lei, nel suo bagno. Io, con una ragazzina di quindici anni! Era vergognoso, e lo sapevo. Per la prima volta, davanti a quegli occhi smeraldi sbarrati, avevo saputo che cosa fosse il tremendo sapore della paura. Un orrendo retrogusto amaro si era insinuato nella mia gola, mi aveva chiuso la bocca dello stomaco. Da due giorni non riuscivo a bere nemmeno un bicchiere di sangue; le occhiaie sotto i miei occhi si erano fatte troppo evidenti. Mi sentivo debole e Ambra era molto preoccupata. Stavamo soffrendo tutti, e avremmo continuato a soffrire finché quella dannata ragazzina non si sarebbe svegliata. Oramai Sarah "Lady Black" Wonger era diventata un'ossessione per me. Più la guardavo e più mi spaventavo di cosa provavo nei suoi confronti. E di nuovo, tornava in gioco la paura.

Paura per qualcosa che non conoscevo nemmeno io...

Sarebbe stato troppo poco parlare di attrazione fisica, perché c'era molto di più. Ne ero certo da quando l'avevo "intrappolata" in quel mio incantesimo. C'era qualcosa che ci attirava reciprocamente. Anche in quel momento, mentre era addormentata, Sarah Wonger continuava ad attirarmi a lei e non sapevo nemmeno io quanto fosse pericoloso: una Lady Black non poteva amare nessuno.

Guardai il suo viso, diventato ancora più bello: il suo profilo perfetto, come se fosse stato un artista bravissimo a disegnarlo, il contorno dei suoi occhi celati dalle palpebre, la linea del naso e di quelle dolci labbra, accese dal rosso fuoco del sangue che le aveva colorate. Non riuscii a resistere alla tentazione, perciò mi sporsi verso il suo letto, mi chinai su di lei lentamente e provai a baciarla. Avevo la bocca a pochi millimetri dalla sua e riuscivo a sentire benissimo il calore impressionante che sprigionava. Dischiusi appena le labbra e, delicatamente, le appoggiai sulle sue.

Lady Black - Stella MortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora