·|NEWT|·

2K 65 11
                                    

T/n's pov :
Mi sveglio di colpo, ho il cuore che va a mille. Mi fermo un istante per riprendermi, il suono pesante del mio respiro era l'unica cosa che mi impediva di pensare.
Appena tornata la calma, il mio cervello si intasò di domande sul perché, come, quando ero finita il quella specie di gabbia.
Mi concentrai su me stessa solo per un attimo, che anche se piccolo fu catastrofico. L'ansia avvampò come fuoco sulla legna quando realizzai che non ricordavo niente, vuoto totale. Non ricordavo la mia vita, il mio aspetto, la mia voce, il mio nome. Si, assolutamente niente.
Mi guardai intorno, e non c'era anima viva, solo scatoloni ammassati in un angolo con su scritto C.A.T.T.I.V.O
Dopo una decina di minuti la stanza iniziò a muoversi, emettendo rumori strani e fastidiosi.
Passò circa mezz'ora quando si fermò facendo un rumore assordante e più stridulo di quelli precedenti.
Studiai minuziosamente ogni angolo di quello strano posto, tutto, da cima a fondo, e il risultato fu che non c'erano vie di uscita. Stavo per rassegnarmi quando le ante che coprivano quella gabbia iniziarono ad aprirsi.

Scattai in piedi, ma la luce del sole, che non vedevo da tempo, mi arrivò dritta in faccia annebbiando la mia vista.
Si sentì un brusio generale messo a tacere da un tonfo che fece tremare tutta la gabbia.
Mi sbilanciai in avanti andando a finire addosso a qualcosa, o a qualcuno.
Sollevai lo sguardo e riuscii a distinguere, ancora con la vista sfocata, solo le sembianze di un ragazzo alto e biondo
«È ...» iniziò quest'ultimo senza proseguire oltre
«Newt, tutto ok?» sentii dire da una voce
«È una ragazza...» ricomparve di nuovo quel brusio generale di poco prima.
A quella affermazione ero rimasta un po' perplessa, sembrava che parlassero di me come di una leggenda che pensavano inventata.
Quell'imbarazzo che stava crescendo dentro di me si fermò solo per un attimo, soffocato dall'ansia e lo stupore
«Tirala su» disse ancora quella voce senza volto.
Vidi che il ragazzo mi porse una mano, così andai alla cieca cercando di afferrarla al primo colpo.
E alla fine la presi, un brivido percorse tutto il mio corpo facendomi sobbalzare.
Fu tutto abbastanza veloce, in men che non si dica ero già fuori di lì e stavo girando su me stessa con una faccia da ebete.
Un enorme spazio verde, pieno di orti, edifici malandati e animali.
Tutto era circondato da delle mura di pietra gigantesche. Rimasi a bocca aperta; per quanto tutto fosse maestoso non portava un buon presentimento.
Riuscii a vedere tutto nitidamente e, mentre guardavo ancora intorno, lo stesso ragazzo che mi aveva fatta uscire da lì mi presentò il posto
«Benvenuta nella Radura»
«Già benvenuta fagiolina» disse un ragazzo di colore
«Radura? Fagiolina?» dissi perplessa. In quell' istante sentii la mia voce, mi fece uno strano effetto
«Si, qui tutti i nuovi arrivati li chiamiamo fagiolini» disse il ragazzo di colore «E' solo per riconoscere i nuovi arrivati finché non ricorderanno il loro nome»
«T/n» dissi, come se fosse una domanda stupida, ma in fondo sapevo che aveva senso
«Bene così» disse il ragazzo biondo, con aria contenta
«Io sono Alby» disse il ragazzo di colore «E lui è Newt» continuò alludendo al ragazzo biondo che fece un cenno con la mano
«Ti porterà a fare il giro della radura e ti spiegherà come si lavora. Domani inizierai i tuoi giorni di prova»
«Giorni di prova per cosa?»
«Per i lavori, per vedere dove te la cavi meglio» disse il biondo di sfuggita
«Ci sono delle regole semplici, ma fondamentali. È assolutamente vietato varcare le porte del lab... delle mura.
Ricordala bene; le altre te le spiegherà Newt»
«Vogliamo andare?» mi disse Newt porgendomi la mano.
La guardai mettendo a fuoco ogni piccolo dettaglio, imprimendolo nella mia mente. L'afferrai e lui mi trascinò via dal gruppo.
«Allora, quello laggiù è il Casolare, la vita della Radura. Lì discutiamo, facciamo le adunanze e dormiamo»
«Wow» dissi ridendo
«Già, forse dicendo che ci dormiamo ho sminuito il suo valore. Non avrei dovuto dirtelo»
«Forse non avresti dovuto» dissi ancora ridendo
«Vieni, ti faccio vedere gli orti» poi passò una mano intorno alla mia vita spingendomi leggermente; sobbalzai al contatto inaspettato con lui
«Tutto ok?» se n'era accorto, fantastico, pensai
«Si si tutto ok» stai calma, respira.
«Ecco qua, qui è dove lavoro io. Non è un granché, ma alla fine è divertente lavorarci»
«Quella che cos'è?» chiesi indicando una struttura alta e tutta sbilenca
«Quella è la torre, da lì si ha una vista stupenda di tutta la Radura. Vuoi dare un'occhiata?» annuii timidamente così lui mi prese una mano e mi trascinò fino a i piedi della torre.
Iniziò a salire...
«Che fai non vieni?» disse voltandosi a guardarmi
«Certo» quando poi lui fu arrivato in cima, mi aiutò.
«È la parte che preferisco di tutto» disse con un filo di teatralità nella voce
«Già è davvero bellissimo»
Newt passò tutta la mattinata ad illustrarmi tutta la Radura e i suoi lavori, dicendo che quella sera si sarebbe tenuta una festa per il mio arrivo.
«Questo è il nostro benvenuto» disse Newt
«Tutto questo per me?»
«Si» poggiando una mano sulla spalla
«Beh, grazie» alludendo in generale ai radurai
«Allora ti va qualcosa da mangiare?»
«Certo» così ci allontanammo un po' dalla festa, dirigendoci alla mensa da Frypan il cuoco della Radura.
Mentre continuavo la fila dopo aver preso il pasto, iniziai a perdermi nei miei stessi pensieri tanto che andai addosso a Newt rovesciandogli tutto sulla maglia
«O mio dio, scusa! Scusa tanto, mio dio, e-ero con la testa tra le nuvole, miseriaccia, io-io non volevo, mi dispiace tanto» dissi tutto d'un fiato, cercando freneticamente di pulire la maglietta di Newt
«Ehi calma» e mi afferrò il polso fermandomi, poi mi prese la mano
«È solo una maglietta, tranquilla»
«Mi dispiace, veramente»
«Non fa niente» disse con lo sguardo più tenero di questo universo
«Ok..»
«Prendi il mio piatto, mangia.»
«Oh no vado a farmene dare un altro»
«Non puoi, si ha una sola porzione a testa»
«Allora mangia tu»
«Sto bene tranquilla, tu ne hai più bisogno» così alla fine presi il piatto dicendo che avremmo fatto a metà e andammo a sederci
«Grazie, e scusa ancora» e lui mi sorrise senza fare un fiato
Appena seduti, un ragazzo robusto dall'aria minacciosa mi affiancò.
«Cosa vuoi Jason?» disse Newt tutto teso, con un tono di voce freddo
«Calmati biondino, voglio solo conoscere la donzella»
«Si dà il caso che lei sia con me» disse facendo scivolare una mano intorno alla mia vita, trascinandomi verso di sé
«Ok, non agitarti pive, tolgo il disturbo, buona serata » disse Jason con un sorrisetto stampato in faccia, per poi andarsene
«Scusa, ma non mi fido di lui, ha avuto degli attegiamenti bruschi negli ultimi tempi, non vorrei succedesse qualcosa»
«No tranquillo, ha perfettamente senso...» solo in quel momento mi accorsi che eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra e poi...
«Che succede qui?» disse un ragazzo interrompendo il momento
«Tommy!» disse Newt di scatto
«Allora?» continuò lui insistendo
«Niente» disse Newt, ma non si mosse di un centimetro
«Ah Tommy la cosa è seria, guarda le loro braccia» disse una voce alle nostre spalle
«Davvero Minho?»
«Mai stato più serio» rispose il ragazzo asiatico dietro di noi
«Oh si inizia bene qui» disse il ragazzo di nome 'Tommy' alla notizia del braccio di Newt sul mio fianco
«Seri ragazzi? Seri?» si intromise Newt spostando il braccio dal mio fianco
«Oh la cosa si fa interessante, è imbarazzato» proseguì Minho
«Ma la domanda è: lei lo è?» finì la frase Tommy.
Appena capii che si riferivano a me, sbiancai e poi diventai tutta rossa.
«Mhhh non è difficile dirlo» affermò Minho, così Newt si girò verso di me e notò il mio rossore...
Non so che mi saltò per la testa, se non volevo far notare il mio imbarazzo dovevo tenere il gioco, ma seguii l'istinto e mi allontanai all'istante, facendo ricadere tutta l'attenzione su di me, ovvero il contrario di quello che volevo.
«Ah ora si che ragioniamo, si che è in imbarazzo»
«Ben detto Tommy» lo incitò Minho
«È tutto ok?» mi chiese Newt, come incurante di quello che avevano appena detto
«Certo, ho solo bisogno di un attimo, vado a-a farmi un giro» dissi sorridendo, cercando di nascondere le guance rosse, cosa che ovviamente non funzionò.
Mentre mi allontanavo, sentivo gli occhi dei tre impressi sulla nuca.
Impazzii completamente e mi voltai a guardare Newt.
Lo vidi e lui mi sorrise e poi gli altri iniziarono a dagli gomitate o pugnetti sulle spalle.
Mi resi conto solo dopo che girandomi avevo solo alimentato il mio imbarazzo e le loro fantasie su me e Newt.
Volevo solo sprofondare.




Okey, questa è solo la prima parte della prima ff su Newt...
Spero vi piaccia
Buone vacanze(anche se ho gli esamiiii)
<3

•IMMAGINA THE MAZE RUNNER•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora