Capitolo 3-Jane

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Jane aprì gli occhi, si ritrovava ancora nella sua stanza di gomma e bianca. Al centro c'era una porta, anch'essa di gomma. La porta si apriva tre volte al giorno ed un'uomo con guanti di gomma e tuta di gomma entrava e metteva un piatto con del cibo e poi usciva richiudendo l'entrata.
Jane aveva indosso una camicia di forza che era fatta in gomma e le copriva i suoi capelli neri e la sua bella faccia. Piangeva e dormiva ogni giorno. Non aveva abbastanza forza di spirito per non mangiare e morire di fame. Le portavano una bottiglia d'acqua al giorno dopo aver costatato che non beveva molto. Per i bisogni chiedeva ad una guardia che la trasportava in bagno e veniva scortata in un bagno di gomma, dalla porta di gomma e dal gabinetto di gomma. Le facevano fare la doccia una volta a settimana.
Mangiò dal piatto che le portarono senza usare le mani per via della camicia di forza, era difficile soltanto le prime volte, ma poi ci faceva l'abitudine velocemente, e poi si mise a sedere in un angolo della stanza a ricordare una ragazza libera e felice di sedici anni, una lacrima scorreva dolcemente lungo la sua guancia ormai pallida.

Un mese prima.
Jane era una ragazza di sedici anni esattamente come le altre, o quasi.
Viveva in una villa assieme al padre, la madre e alla sorella minore, la piccola Dorothy che aveva quattro anni. A scuola era molto brava e faceva di tutto per continuare ad esserlo ed in famiglia le cose andavano bene, a parte con la madre, con la quale litigava quasi sempre. Bernie era una madre molto apprensiva e che cercava di capire sempre i problemi delle proprie figlie. Era una donna magrolina sulla quarantina ed aveva un visino docile e molto carino per la sua età, alcuni uomini e, perché no, ragazzini si giravano ancora a guardarla mentre camminava per strada.
Quando Jane era bambina, lei e sua madre erano sempre andate d'more e d'accordo. Lei stava sempre attaccata alla madre e le si rivolgeva per qualsiasi cosa e Bernie faceva di tutto per accontentarla. Poi arrivarono gli anni dell'adolescienza e i periodi delle scuole medie. Jane, in quel periodo, iniziò a cambiare il suo atteggiamento verso tutto, in particolare verso Bernie. La ragazza era iniziata a diventare molto distaccata dalla madre e le diceva sempre meno cose sulla sua giornata. Una volta, quando era in terza media, Jane mentì alla madre per uscire con un ragazzo che aveva consociuto a scuola; sapeva che la donna non avrebbe mai accettato in quanto non voleva che la figlia, tredicenne ai tempi, frequentasse ragazzi in intimità.
Jane era rimasto daccordo con Bray di vedersi alle otto di sera al parco, era estate ed il caldo era torrido, avevano scelto quell'ora proprio perché faceva un po di fresco. Era uscita di casa senza dire nulla ai suoi genitori (sentendosi anche piacevolmente indipendente) ed era ritornata verso le dieci di sera felice e contenta. Aveva trovato sua madre che l'attendeva in salotto si casa ed era iniziata una furiosa lite tra madre e figlia che poi era finita con Jane in punizione per un mese e Bernie che si era rinchiusa in stanza a piangere, non le era mai piaciuto litigare con la sua bambina. Da quella volta, Jane aveva sempre cercato allargare sempre di più la distanza dalla madre e quindi i litigi erano aumentati di tanto rispetto a prima. Bernie aveva perso il conto di tutte le punizioni che aveva dato alla figlia, dalle volte in cui le proibiva di uscire a quelle in cui le sequestrava il telefono e così via.

La vita scolastica di Jane era normale per tutto il percorso delle medie, poi aveva iniziato le superiori ed erano iniziati anche lì i problemi, a partire dal primo anno.
Si era azzuffata una decina di volte con la bulla della classe poiché Claire, così si chiamava, si divertiva a darle noia e ad insultarla oppure a sfidarla nelle vicende più disparate. La prima zuffa tra le due ragazze era scaturita per caso durante una lezione di storia.
Claire, in classe, stava seduta nel banco dietro Jane e, mentre si annoiava, aveva iniziato a a dar fastidio a quest'ultima punzecchiandola con una matita molto appuntita (l'aveva appuntita con cura solo a quello scopo). All'inizio Jane aveva cercato di sopportare e le aveva intimato di smetterla, come si intima ad una bambina, insomma, come faceva con Dorothy certe volte, o le cose sarebbero davvero finite male. Claire, siccome era abituata a quelle minaccie, iniziò a ridere e farsi beffe di lei con altri due suoi amici. Continuarono così fino a quando la professoressa non venne chiamata in presidenza da un'inserviente. Quando l'insegnante se ne fu andata, Claire rincalò la dose di punzecchiamenti ed insulti a tal punto che Jane, in uno scatto impulsivo di rabbia, si alzò dalla propria sedia, si girò verso la bulla e le sferrò un pugno che becco l'altra nello spazio tra naso e mento facendola per un'attimo barcollare e sedere sulla sedia. Claire alzò la testa e la guardò con sguardo assassino, poi si mosse con rapidità e le diede un pugno beccando Jane sul seno; la ragazza rimase senza respiro e sentì che sarebbe svenuta da li a poco. La rabbia le stava montando più feroce che mai ma un altro colpo fece capolino sempre sullo stesso seno ed il dolore divenne tale da ofuscarle la vista ed in un attimo si sentì come se le sue gambe non ci fossero più. Claire fece per colpirla di nuovo ma la mancò per un soffio quando Jane cadde a terra senza sensi.

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