Berlino

Capitolo 1

Ero appena arrivata in Spagna, a Malaga, gran città.
Mi chiamo Ecate, ho 27 anni e vengo dall'Italia per cercare lavoro e per trovare un mio amico di vecchia data che abita qui da parecchi anni.
Avevo bisogno di cambiare aria, staccarmi dal nido familiare e crearmi una nuova vita da sola.

Scesa dalla navetta dell'aeroporto, che mi aveva portato in centro, mi dirigo verso il mio futuro appartamento. Entrando mi rendo conto essere un posto molto particolare, essendo organizzato come un hotel: c'è una reception dove mi accoglie una ragazza molto carina e sorridente e noto sulla mia sinistra, in fondo ad un corridoio, una sala con un bar.

Ragazza: buongiorno, mi dica!
Me: Salve, non so se ho parlato con lei per email, ma sono la ragazza italiana che aveva chiesto un appartamento.
Ragazza: ah si. Ora ho capito, il mio capo mi ha parlato di lei. Le spiego come funziona qui. Come può notare non siamo come tutti gli altri appartamenti. Il mio capo, nonché il proprietario di tutto il palazzo, ha voluto realizzare quest'idea per dare più chance di lavoro a più persone possibili, infatti oltre a me lavorano qui anche mio fratello con la sua fidanzata e un altro ragazzo. Abbiamo altro personale, ma avrà il piacere di conoscerli. Gli altri vicini non sono particolarmente chiassosi, ma se avrà qualsiasi problema me lo venga a riferire. Spero che si trovi bene qui.

Dopo un attimo di silenzio, si sbatte la mano sulla fronte

Ragazza: cavolo, sono così tanto logorroica che dimentico spesso di presentarmi: piacere io sono Nairobi!
Me: Nairobi? Come la capitale del Kenya?
Ragazza: vedo che sei brava in geografia, oui mademoiselle, è proprio la capitale del Kenya.

Mentre continuiamo a parlare, sento dietro di me due occhi puntati sul fondoschiena.
Mi volto di scatto ed effettivamente qualcuno c'era : un bell'uomo, molto elegante, sulla quarantina si sta avvicinando a noi.
Si, molto affascinante, ma potrebbe essere mio padre!

Uomo: Nairobi non hai ancora smesso di attaccare bottone ai nuovi arrivati?
Nairobi: Andrés puoi smetterla di infastidirmi? Cerco di essere carina con le persone al contrario tuo.
Andrés : ti ho già spiegato che solo chi ha una particolare confidenza con me può chiamarmi Andrés, a proposito, non mi sono presentato.
Piacere zuccherino, può chiamarmi Berlino.

Io rimango leggermente spiazzata. Ma chi diavolo è questo megalomane? E perché si fa chiamare come la capitale della Germania?

Nairobi : Andrés, ti conosco da quando ho 3 anni e sei un caro amico di Sergio, che confidenza vuoi avere di più con me?

Berlino non la stava neanche più ascoltando, ormai concentrato su di me (in particolar modo sui miei seni)
Ma chi cazzo si crede di essere?

Berlino: signorina, so di essere particolarmente bello, ma non così tanto da far perder le parole...

Oh, aspetti, non è vero; so di essere così attraente

E

per tutto il tempo non si scolla quel sorrisetto compiaciuto dal volto.

Mi ricompongo, nessuno può permettersi di parlarmi in questo modo!

Me: il piacere è tutto suo signor Berlino, non pensa che invece di attaccar bottone con le ragazzine dovrebbe puntare a donne della sua età?

Lui si mette a ridere, ha una risata così roca e profonda. Mi afferra il mento rapidamente, ma con delicatezza

Berlino: quanto veleno detto da una bocca così bella. Non si preoccupi signorina, anche se ho un seguito molto numeroso avrò spazio anche per lei.

Sgrano gli occhi. Che sfacciato!
Faccio uno smorfia e mi allontano rapidamente; con uno scatto prendo le chiavi dalle mani di Nairobi che lo rimprovera con lo sguardo. Non sembra troppo sconcertata, deve far così con molte donne. Che schifo.

Berlino: se mi permette le do una mano con la valigia, sembra molto pesante.
Me: no grazie, ce la faccio benissimo da sola.

Con le chiavi in una mano e la valigia nell'altra saluto Nairobi e mi avvio verso l'ascensore, indispettita. Appena mi giro però, mi trovo Berlino attaccato al fondoschiena che mi segue fin dentro l'ascensore.
Sbuffo sonoramente.
Lui ridacchia.

Berlino: lei a che piano va?