3

54 9 3
                                    

Continuammo a correre a perdifiato fino a raggiungere l'uscita del bosco.
Ci fermammo sulla strada; Saki nella corsa era caduta e si era sbucciata un ginocchio: sebbene fosse una ferita superficiale il bruciore le impediva di camminare.

"Ma l'avete sentito? Che cosa poteva essere?", chiese Haru visibilmente sconvolto.

"Guarda che è tutta colpa tua, se mi avessi dato retta questo non sarebbe successo" gli risposi con un ringhio simile a quello sentito poco fa.
"Sì e magari sarebbe sbucato fuori all'improvviso e ci avrebbe aggredito".

Lo lasciai perdere avvicinandomi a Saki per verificare la gravità del danno.

In seguito venni attirata dal rumore di un furgone proveniente dalla strada -fatto strano in quanto sembrava non esserci anima viva- ma per noi una vera fortuna!

"Hey, abbiamo visto un lupo nel bosco e nella corsa la mia amica si è ferita, potrebbe aiutarci?"
Attirai con queste parole l'attenzione del guidatore che accostò il veicolo di fianco a noi: era un uomo molto vecchio, ma non sembrava uno di quelli pronto a darti le caramelle appena vedeva quanto eri magro, anzi sembrava di malo umore e ci lanciò subito un' occhiataccia appena uscito dall'auto.

"Un lupo? Che sciocchezze sono? Qui non ci sono lupi! Siamo in campagna, i giovani di oggi dovrebbero alzare di più lo sguardo dal telefono così capirebbero dove si trovano" l'ultima frase la borbottò, ma sinceramente sentire i suoi lamenti era l'ultima cosa che mi andava di fare.

"Senta potrebbe dare ai miei amici uno strappo fino all'albergo vicino alla stazione?"Non volevo litigare con un anziano, in genere o erano dolci e pacioccosi o erano scorbutici e con una faccia corrucciata, ed essendo quello davanti a noi della categoria di questi ultimi bisognava cercare di non contestarli.

"Certo ragazzi, salite!"disse con un grugnito.

"Non vieni con noi?" mi chiese Haru mentre prendeva dolcemente Saki imbraccio e la caricava sul camion.
"È meglio di no, non vorrei avesse ancora qualcosa da controbattere il vecchietto, dovendo portare a casa anche me; comunque vi telefonerò sta sera per sapere come sta Saki", sussurrai in risposta per non farmi sentire.

Aspettai che partissero per poi iniziare a incamminarmi anch'io. La strada ormai sembrava tranquilla e non credevo che quel lupo si sarebbe rifatto vivo: "Ora che ci penso però, ho visto solo due zampe che potevano appartenere benissimo anche ad un cane selvatico..." riflettei, formando l'ipotesi di essere stata condizionata dal momento: Hana mi aveva detto che non c'erano animali pericolosi, ma comunque se si fosse trattato di un cane, il massimo che avrebbe potuto farci sarebbe stato morderci.

Mentre camminavo buttai casualmente lo sguardo dietro di me e mi parve di scorgere una figura nascondersi dietro un cespuglio.

Iniziai a camminare più veloce, sentendo dei rumori di foglie calpestate dietro di me; colta alla sprovvista iniziai a correre mentre il cuore accelerava i battiti; ero quasi arrivata a casa  e l'avrei raggiunta se non fossi inciampata.

"Peccato che qui non ci sia nessuno a salvarmi e a prendermi imbraccio" pensai sarcastica, mentre mi trascinavo dietro un albero per nascondermi.

Aspettai silenziosamente che i rumori di zampe si allontanassero, accorgendomi a malincuore  che in realtà stava succedendo esattamente l'opposto: chiusi gli occhi e divenni immobile come una statua, probabilmente smisi anche di respirare.

Adesso,  qualunque cosa fosse, era davanti a me!

Sentii del pelo umido sfiorarmi la gamba, e sono sicura che il mio cuore perse un battito quando sentii:

















"Miao!"

Riaprii gli occhi, davanti a me c'era un gattino: "Sono davvero stata così stupida da pensare di essere inseguita da un lupo?" Quasi mi misi a ridere mentre riprendevo a respirare normalmente e rilassavo i muscoli in tensione.

"Probabilmente vedere tutti quegli horror non era stata una buona idea" pensai iniziando ad accarezzare il batuffolo di pelo che, forse capendo l'infarto che mi aveva fatto prendere, mi stava facendo le fusa in segno di scuse.

"Sai che è pericoloso qui? Potresti venire mangiato da qualche volpe" dissi al micetto che non ne voleva sapere di staccarsi dalla mia gamba.

Dopo un po' di coccole decisi di portarlo a casa: non so cosa ci facesse in un bosco ma non vedendo altri gatti nei dintorni pensai di fare la cosa giusta, del resto non potevo abbandonarlo in quel modo.

Mentre mi rimisi in cammino per tornare a casa non mi accorsi di essermi sbucciata il ginocchio e né tanto meno mi accorsi di due occhi scuri che mi fissavano ben nascosti dietro ad un albero.

IL RITORNO DELLA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora