Gli occhi di un lupo, eppure così profondi e innocui attraverso uno schermo.
Il gattino mi era saltato su una spalla e stava mirando a spingersi fino alla testa, cosa che gli impedii trasferendolo tra le braccia; sembrava scontento ma mi fece lo stesso le fusa, cosa che aiutò a calmarmi.
"A chi avrei dovuto rivolgermi? Sia Hana che il vecchietto dell' altro giorno sembravano non credere alla storia del lupo...
Sarebbe stato così anche con le altre persone?
Magari con un guardia parco o con un altro vicino?"Mi ero spostata in cucina e mentre il mio pensiero volava da un gatto affamato alle uova che stavo rompendo per fare dei pancake, i miei occhi caddero sul mio album da disegno: l'avevo portato qui apposta per approfittare del paesaggio e non l'avevo ancora utilizzato.
Avevo visto su una cartina del luogo, un percorso che portava fin su, in punta ad una montagna e la foto correlata mostrava un laghetto circondato dal bianco, rosa e giallo dei fiori.
C'era un problema però: per il percorso bisognava passare attraverso il bosco, e per esperienza ormai preferivo evitarne qualunque possibile contatto.Dopo aver finito di addentare i miei pancake e aver sfamato anche il gatto, chiamai Haru e gli proposi l'idea "dell'escursione": se proprio bisognava attraversare il bosco almeno preferivo non farlo da sola...
" Mi dispiace Hikari, ma a Saki le fa ancora male il ginocchio e non credo sia pronta per una camminata, quanto a me mi conosci non sono fatto per queste cose... se proprio ci vuoi andare almeno fatti accompagnare da qualcuno e fa attenzione"
Così mi avevano snobbato entrambi, ma non mi diedi per vinta: preparai comunque uno zainetto con: cartina, materiale artistico, panini e una felpa pesante nel caso il tempo mi giocasse qualche brutto scherzo.
Controllai il gattino, che oramai con la pancia piena era ritornato al mio letto, e chiusi la porta.
Trovai Hana in giardino, mentre curava il suo piccolo orto, e come mi vide si informò del mio stato e dove stessi andando. E fu con l'ultima domanda che ne approfittai per chiederle se conosceva una qualche guida per una camminata.
"Certo, il signor Nirasaki è nativo del posto, va spesso a fare camminate, magari ti potrà accompagnare lui" disse per poi indicarmi la casa.
Alla fine il "signor Nirasaki" risultò essere proprio il vecchietto scorbutico che ci aveva aiutato la scorsa volta.
Sebbene all'inizio non sembrasse molto entusiasta all'idea di farmi fare una gita, quando gli dissi che era stata Hana a consigliarmi di chiedere a lui, cambiò improvvisamente idea.All'inizio avevo un po' di dubbi: infondo sembrava davvero molto anziano e le ossa gli scricchiolavano così tanto, che ad ogni passo temevo sarebbe crollato come una montagna di lego; ma mi dovetti ricredere, al suo fianco non feci nessun incontro particolare e anzi si mise anche a parlarmi di altri percorsi più semplici che avrebbe potuto fare anche Saki.
"Ha figli?" gli chiesi ad un certo punto mentre ci eravamo fermati ad osservare una piccola cascata.
"No, non sono proprio il tipo da mettere su famiglia" lo disse con una risata amara, mentre i suoi occhi osservavano lo scrosciare continuo dell'acqua che faceva una costante doccia alle rocce sottostanti.
Decisi di non restare sull'argomento, sembrava dargli molta tristezza parlarne.
"Come ha conosciuto Hana?" Chiesi distogliendolo da chissà quali misteriosi e bui ricordi.
"Era a malapena una ragazzina quando era venuta ad abitare qui" disse sorridendo "era venuta per coltivare la terra anche se non sapeva da che parte iniziare, le ho insegnato io tutto quello che sa" continuò con un certo orgoglio nella voce.
Continuammo a camminare e mentre parlavamo del più e del meno alla fine arrivammo a destinazione.
Il lago era esattamente uguale alla foto e pure i fiori sembravano gli stessi.
Mentre disegnavo il signor Nirasaki decise di provare a continuare a camminare per vedere dove portasse un sentiero alternativo.
Gli dissi di fare attenzione e lui mi rispose con un cenno del capo, sparendo dopo poco, portandosi dietro il rumore delle sue ossa scricchiolanti e del suo fischiettio stonato.Passarono due ore, avevo finito il mio dipinto: il lago era venuto bene, erano i fiori che ricordavano un po' delle pennellate sfocate di colori senza forma.
Iniziai a preoccuparmi per quel vecchietto scorbutico, il non vederlo arrivare mi dava da pensare che gli fosse successo qualcosa.
Titubante iniziai a seguire il sentiero.
La stradina era in discesa e mano a mano che camminavo gli alberi diventavano più fitti e il percorso sempre più sconnesso, fino a scomparire del tutto.Stavo per iniziare a chiamarlo per nome, quando scorsi un movimento dietro di me.
"Signor Nirasaki, mi stavo preoccupan..." mi girai e mentre lo facevo non feci a tempo a finire la frase che un grosso orso mi si parò davanti: certo la somiglianza era indiscutibile..., ma ebbi la conferma che non aveva buone intenzioni quando prese ad inseguirmi.
Forse avevo invaso il suo territorio o qualcosa del genere e forse se non gli avessi lanciato il mio zaino senza pensarci due volte e messa ad urlare la cosa non sarebbe degenerata, ma la paura in quel momento era tale da non farmi ragionare.
Correvo tra gli alberi, sperando di non inciampare su qualche masso sconnesso, finchè quella tonnellata di pelo non mi piombò addosso facendomi cadere.
Avevo un orso che stava per azzannarmi, il mio respiro accelerato mi bruciava la gola e speravo solo che il signor Nirasaki fosse ancora vivo, quando un'ombra, la stessa del mio video, saltò sopra l'orso, togliendomelo di dosso.
Feci a tempo a rialzarmi, gli occhi del lupo adesso non mi parvero più tanto innocui come sul mio telefono: erano feroci e consapevoli di aver appena iniziato una lotta.
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IL RITORNO DELLA PIOGGIA
Teen FictionContinuazione del film di animazione giapponese "Wolfchildren". Questi tipi di film non danno mai un finale preciso, e anche se è questo che li caratterizza e gli dà un aspetto filosofico ho comunque voluto immaginare qualcosa di alternativo, dove l...