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"Miao! Miao!"

Il gattino mi svegliò in piena notte: quegli occhi gialli al buio erano quasi inquietanti.

Accesi la bajour.

Era strano svegliarsi in un posto nuovo: non era la prima volta che stavo lontano da casa ma il non sentire i clacson delle auto e i rumori della città mi dava una certa angoscia.
Meno male che c'era qualcuno con me! Anche se in quel momento ne avrei fatto volentieri a meno: continuava a miagolare!

Ieri, dopo essere tornata a casa ed essermi disinfettata il ginocchio sbucciato, avevo telefonato ad Haru: mi aveva detto che il viaggio con il vecchietto, un certo Nirasaki, era andato bene e che Saki  si era sentita molto meglio arrivata a casa.

Il gattino continuava a miagolare e io non ne capivo il motivo: gli avevo dato cibo e acqua, rimediato una specie di lettiera accatastando tanti pezzi di scottecs in un mucchio e l'avevo lasciato dormire sul divano.
Mi alzai e lo andai a cercare: era affacciato alla finestra e guardava impaurito fuori nel buio.

Mi avvicinai anch'io dandogli due carezze e cercando di calmarlo; guardai oltre il vetro della la finestra notando che da qui riuscivo a vedere la casa di Hana: i lampioni lungo la strada illuminavano parzialmente la struttura.

Vicino al giardino vidi una lepre in procinto di saltellare sul primo gradino e inconsciamente presi velocemente il telefono per farle un video, forse nelle parole di ieri del vecchietto c'era un fondo di verità: i giovani passano troppo tempo al telefono...

Mentre attendevo con occhi stanchi la prossima mossa dell'animaletto che stavo filmando, sbucò un'ombra dai denti digrignati che silenziosamente si avvicinò alla lepre e le addentò il collo per poi entrare nella casa di Hana.

Successe tutto così velocemente e il fatto che fosse buio non aiutò a calmare l'attacco di panico che mi arrivò poco dopo.

Quella cosa era lì, nella casa di Hana e...          oh mio Dio! Hana era in pericolo!

Nell'agitazione non mi accorsi di aver fatto cadere il telefono che adesso non ne voleva sapere di riaccendersi: come avrei fatto a chiamare aiuto?

Mentre il mio coinquilino continuava a miagolare, io andai a prendere il bastone da ginnastica di Saki (che probabilmente si era mischiato coi miei bagagli) e uscii di casa facendo attenzione a lasciare la porta socchiusa , sia per impedire al gattino di uscire, sia per permettere a me di entrare nel caso in cui fossi stata inseguita dalla bestia.

Entrai nella casa di Hana dalla porta sul retro cercando di fare il meno rumore possibile
"In questa situazione mi sembra quasi di essere io una criminale"

Andai verso quella che doveva essere la camera di Hana, ricordandomi le stanze che avevo intravisto il giorno prima, peccato che nel farlo urtai per sbaglio una lampada facendola traballare.
In un attimo vidi un' ombra correre verso di me, entrai subito nella camera, accesi la luce e tenni la porta scorrevole ben chiusa.

Nella stanza trovai un'Hana semi addormentata che mi guardava confusa.

"Hana c'é un lupo di là! L'ho visto entrare in casa tua dalla mia finestra... e... adesso é di là!!!"
Mormorai-urlai in stato di panico.

Anche lei entrò in uno stato di panico e venne verso di me iniziando ad accarezzarmi la schiena e cercando di calmarmi:
"STAI TRANQUILLA, PROBABILMENTE AVRAI SOLTANTO VISTO IL MIO CANE: QUÌ NON CI SONO LUPI" disse a voce alta.

Ma cos'era scema? Voleva forse attirare l'attenzione della bestia?

Lentamente aprì la porta rassicurandomi sul fatto che era impossibile che un lupo fosse entrato in casa sua.

"Hana tu non capisci! Io l'ho visto!" dissi cercando di impedirle di aprire la porta, cosa che lei non mi permise.

"Ascolta...Hikari giusto? Sono sicura che il buio ti abbia giocato qualche brutto scherzo, forse ieri hai visto qualcosa che ti ha condizionato, il signor Nirasaki mi ha raccontato che..."

"No Hana è diverso! Per favore chiudi la porta" dissi interrompendola e iniziando a singhiozzare: non penso di aver mai provato così tanta paura per una persona, non facevo questa donna così ingenua e se fosse stata sbranata io non avrei potuto vivere con un tale peso sulla coscienza, cioè del fatto che avrei potuto fare qualcosa per evitarlo.

Hana mi abbracciò per tranquillizzarmi per poi staccarsi e iniziando velocemente ad accendere tutte le luci approfittando del mio crollo momentaneo.

" Tranquilla, vedi? Non c'è nessun lupo. Ora ti preparo del tè, d'accordo?" Disse in tono calmo mentre si dirigeva verso la cucina.

Mi alzai mentre tenevo stretto a me il bastone, tirando un sospiro di sollievo quando constatai che non c'era veramente nessuno oltre a me ed Hana; intanto la donna con un gran sorriso mi porse del tè, che per poco non feci cadere per colpa delle mie mani tremanti.

"Ora calmati, non so cosa tu abbia visto fuori dalla finestra ma ti posso assicurare che qui non c'è nessun lupo, è chiaro?"
Mi disse in tono gentile.

"Possibile che io abbia visto male? In fondo era buio e se Hana dice di avere un cane, probabilmente sarà stato quello"  pensai.

Dopo aver bevuto il tè chiesi scusa ad Hana per il disturbo, lei aveva un'aria preoccupata: ci mancava solo che pensasse che fossi pazza.

Mi diressi rapidamente verso casa chiudendomi la porta dietro le spalle e accendendo tutte le luci.

Anche il mio gattino sembrava preoccupato forse mi dava della pazza anche lui...
"Ma allora perché aveva miagolato svegliandomi nella notte? Che avesse visto qualcosa anche lui?" Scacciai quei pensieri, lo presi in braccio e mi misi a dormire: volevo solo pensare fosse tutto un brutto sogno.

Mi risvegliai circa due ore dopo: i raggi del sole stavano timidamente iniziando a schiarire il cielo; feci per andare in bagno evitando di svegliare il micetto che ronfava, stravaccato sul mio cuscino. Fu allora che vidi il mio telefono appoggiato sul davanzale, dove lo avevo lasciato la sera prima; lo presi osservando con sollievo che riusciva ad accendersi:

"Allora il fatto che stanotte non aveva funzionato era solo temporaneo" Pensai felice e, quando si accese, apparve il video che stavo girando alla lepre stanotte.

Penso proprio di aver perso un battito nel vedere di nuovo quelle zanne trafiggere la carne del povero animaletto, e anche nello scorgere di nuovo quegli occhi scuri che per una frazione di secondo sembravano guardare esattamente nella mia direzione.

IL RITORNO DELLA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora