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Non sapevo cosa fare, avrei dovuto scappare oppure aiutarlo in qualche modo come lui aveva fatto con me?

Cercai un qualsiasi cosa per difendermi, finché le mie mani, tremanti per l'ansia, non afferrarono un bastone abbastanza resistente. In un corso di sopravvivenza che avevo trattato a scuola, ricordo che avevano esplicitamente spiegato di rimanere immobili se ci s'imbatteva in un orso, ma non ricordo se avessero spiegato come dissuaderne uno dall'uccidere un lupo.

Voltai lo sguardo verso quel frastuono di ringhi e ramoscelli spezzati sotto il peso dei loro movimenti: l'orso con una zampata aveva ferito il lupo alla testa che ora giaceva ai piedi di un albero.
Si avvicinò al corpo come per volerlo finire.

Velocemente presi il bastone e glielo lanciai in testa; sfortunatamente il mio gesto non provocò il benché minimo danno, riuscendo solamente a spostare la sua attenzione su di me.

Aveva iniziato ad osservarmi aprendo la sua mascella e mostrandomi i suoi inquietanti denti aguzzi.

Stavo per mettermi a correre e ad urlare nuovamente, quando qualcun altro mi precedette: ci fu un urlo che si propagò per tutto l'ambiente circostante, era aggressivo addirittura più spaventoso dei ringhi dei due animali che avevo davanti e vedendo la confusa reazione dell'orso credo che anche lui la pensasse come me.

I rumori si facevano sempre più forti, e l'orso spaventato se ne andò via; stavo per farlo anch'io, finché non scorsi la figura che causava tutto quel rumore.

"Signor Nirasaki, ma dove era finito? Mi ha spaventata!" chiesi con una punta di sorpresa nella voce mentre tiravo un sospiro di sollievo.

"Ero andato a funghi e non mi sono resoconto del passare del tempo, tu stai bene?" Chiese squadrandomi per controllare se mi fossi ferita.

"Sto bene, ma guardi l'orso ha attaccato un lupo e..." mi girai per indicargli il punto in cui era steso a terra costatando con delusione che era sparito.

"Un lupo èh?" Chiese con  fare ironico ricordando evidentemente i miei precedenti racconti.

"Lasci stare"

Ripercorremmo il sentiero di ritorno in silenzio: credo che lui si sentisse in qualche modo in colpa per quello che era successo, mentre io mi tenni per me il fatto del "lupo eroe" che mi aveva salvata.

Fuori dal bosco il signor Nirasaki, mi chiese se volessi accompagnarlo fino in paese per delle commissioni ed io sia perché non mi andava di stare da sola, sia perché anche a me avrebbe fatto comodo fare un po' di spesa gli risposi di sì.

Entrammo in un negozietto di alimentari, avendo perso il mio zaino nella fuga con l'orso, il vecchietto si offrì di pagarmi tutto quello che avrei preso, ed io poi gli avrei ridato i soldi appena arrivata a casa.

Lui si mise a parlare con la commessa, mettendosi a scherzare con lei: "è proprio vero che in posti come questo tutti conoscono tutti" pensai.
Invidiavo questo genere di rapporti: assomigliavano ad una grande famiglia dove la gente si confida con gli altri, cosa che nelle grandi città conoscere tutti è impossibile.

Mi aggirai tra gli scaffali pensando di prendere anche qualche scatoletta per il gattino.
Girato l'angolo sbattei contro una ragazza facendole rovesciare la sua borsa della spesa.

"Ehi stai più attenta!" Mi disse in modo sgarbato digrignando leggermente i denti.
Non mi sono mai piaciute le ragazze che hanno la luna storta, e questa qui o ha avuto una brutta giornata o è solo perennemente di cattivo umore.

"Mi dispiace" dissi aiutandola a prendere il resto della roba per terra.
Guardando gli alimenti che avevo in mano riamasi un momento perplessa prima di restituirli: praticamente aveva preso solo carne.

"Deve fare una grigliata?" Dissi scherzosa riferendomi al cibo che aveva preso cercando di sdrammatizzare il nostro precedente approccio.

"Non sono affari tuoi" si rimise in piedi pronta ad andare a pagare, quando i suoi occhi incontrarono quelli del signor Nirasaki.

"Yuki sei tornata!" Disse con un gran sorriso aprendo le braccia; lei cambiò completamente espressione andandolo ad abbracciare.

Rimasi un po' in disparte mentre parlavano: sembravano avere molte cose da dirsi. Perciò finii di fare la spesa e dopo aver pagato, vedendo che stavano ancora parlando, stavo quasi per andarmene quando il signor Nirasaki si ricordò di me.

"Yuki lei è Hikari la nuova vicina di casa di tua madre".
Lei si girò, squadrandomi un momento. Prima di fingere un sorriso e farmi un inchino di saluto, che io ricambiai.
Quindi lei era la figlia di Hana, sembrava di qualche anno più grande ma era anche molto carina, peccato per il carattere...

Dopo, per tornare a casa la ragazza si offrì di darci un passaggio, io cercai di rifiutare ma entrambi insistettero e così mi ritrovai sul sedile posteriore ad ascoltare aneddoti e vicende di cui non capivo niente.

E una volta scaricato il signor Nirasaki il disagiò era palpabile, ma inaspettatamente dopo qualche minuto fu lei a rompere il ghiaccio:
"Scusa per prima in genere non sono così e che ultimamente sto perdendo un po' il controllo" disse gentile cercando di spiare la mia espressione dallo specchietto.

"Tranquilla, come se non fosse successo" risposi sorridendo.

Arrivate la ringraziai e d entrai in casa e lei fece lo stesso o almeno così immagino poiché ho udito il grido di gioia di Hana pur avendo chiuso la porta; alla fine non avevo più restituito i soldi al signor Nirasaki perciò glieli avrei ridati la prossima volta che l'avrei visto.

Passai la serata guardandomi un film e sgranocchiando qualcosa, anche il micio mi fece compagnia e vedendo come aveva apprezzato le scatolette dubitai che da ora in poi si sarebbe accontentato dei miei avanzi.

Era già buio quando uscii sulla porta per osservare le stelle, pensavo fosse solo un' invenzione il fatto che fossero più belle in montagna ma non era vero, sembravano puntini fatti di zucchero a velo sparsi qua e là da una mano poco precisa; mentre qui il cielo notturno era così meraviglioso che mi sarebbe venuto il torcicollo a forza di guardarlo.

Mentre contemplavo l'orizzonte mi cadde l'occhio sulla casa di Hana, aveva le luci accese: probabilmente doveva essere molto felice del ritorno di Yuki, eppure per quel che avevo potuto vedere, mi sembrava che avessero caratteri molto diversi per essere madre e figlia:
"Chissà che tipo era il padre" pensai ad alta voce.

D'un tratto sentii un rumore tra i cespugli e vidi una figura scura dirigersi verso di me.
Subito entrai in casa e chiusi la porta a chiave.
"Chi era? ancora lui? Sarà venuto qui per finire il lavoro?!" urlai mentalmente pensando al peggio.

Credo che aspettai con l'orecchio attaccato alla porta per almeno 20 minuti abbondanti prima di decidermi ad aprirla.

C'era silenzio e l'unica cosa che lo spezzava era il cigolio della porta che provocava i miei gesti.
Tenetti gli occhi spalancati con la costante paura che appena aperta completamente quel lupo sarebbe entrato e mi avrebbe mangiato in un sol boccone.

Con mia sorpresa non trovai nessuno, ma cosa che prima non c'era era il mio zaino dell'escursione di stamani poggiato sullo zerbino.

Lo portai dentro e presi il telefono:
"Saki.......sì lo so che è tardi......ascoltami, non crederai mai a cosa mi è successo!"

IL RITORNO DELLA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora