Jodie sospirò. "Quindi è così? Sono proprio io?".
"Sì".
"E che accadrà? Mi possiederai e porterai la distruzione su questa terra? Farai abbattere meteoriti su tutto il pianeta? Risveglierai gli antichi mostri che faranno scempio del genere umano?"
Una grassa risata uscì dalla bocca del suo interlocutore, accompagnata da una nuvola di fumo. Jodie si ritrasse sulla sedia, mentre l'altro si sporgeva verso di lei: "Nulla di tutto questo". Gli occhi di Jodie si fecero lucidi, mentre diventava sempre più piccola.
"Ti darò un figlio che guiderà la tua armata".
Un altro sorriso affiorò sulle labbra del fauno: "Ricordi l'orfanotrofio?".
Il viso di Jodie avvampò. Certo che lo ricordava. Ricordava ogni doloroso momento passato in quel luogo, così simile all'inferno per una bambina. Le prese in giro, la solitudine, la confusione, poi le sadiche punizioni e gli abusi. E l'odio. Un odio così profondo che una bambina non dovrebbe essere in grado di provarlo.
"Ricordi Tommy Lee in seconda media? E Brandon al ballo di fine anno? Il tuo datore di lavoro? Il rispetto che ti portano le tue "amiche"? Il rifiuto dei tuoi genitori?".
Ricordava tutto. Ogni momento dei suoi 33 anni era marchiato col fuoco nella sua mente. Tommy l'aveva umiliata, Brandon non era passato a prenderla, il boss la insidiava ogni giorno, le amiche sfottevano la sua timidezza... e poi l'immenso, terribile rifiuto dei suoi genitori biologici di sapere anche solo chi fosse. Il dolore esplose nella sua testa, facendola urlare.
"Li odi, vero?".
"Sì! Sì, li odio tutti!".
Si alzò ribaltando la sedia. La sua pelle iniziò ad ardere, bruciando il lezioso abito turchese che indossava.
"Loro meritano di morire!".
Cadde in ginocchio. Appena si fu calmata, iniziò a piangere, sommessamente.
"Dunque è questo il mio destino? Sono io il nuovo Giuda?".
La grottesca figura, sempre sorridendo, le si avvicinò ulteriormente. Tese una mano e con voce trionfante rispose "No. Tu sei il nuovo Messia".
Jodie afferrò la mano.