A POCHI PASSI

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Ancora. Quanti me ne mancavano stavolta? Guardo verso il cielo notturno, l'unica cosa che mi possa salvare dalla mia pazzia. Tre, me ne mancano solo tre, ma dove sono? DOVE? Intanto, sento altri passi dietro di me. È troppo buio.

Impugno la mia lancia e mi guardo intorno. So che non sono umani quei passi. C'è "qualcosa" dietro di me e non è buono. Mi continuo a voltare con la lancia stretta in mano. Altri scricchiolii di foglie. Sono tentato di urlare, ma non posso, loro mi sentirebbero. Sento un graffio... Da dove viene quel rumore? Mi giro di nuovo. Nessuno. Ora uno scricchiolio più vicino, mi volto appena e li vedo:

enormi, due occhi rossi sangue, le fauci spalancate, ma soprattutto, affamati.

Non trattengo un urlo e inizio a correre a perdifiato tra gli alberi, loro dietro all'inseguimento. "Corri! Devi correre! Non puoi morire ora, dopo ciò che hai fatto! Devi salvarti!" Ma io non ci riesco, sono troppo veloci! Ho il cuore che batte all'impazzata, le gambe ferite, i vestiti stracciati e una lancia spuntata stretta in mano come unica mia arma. Correre, devi continuare a correre! Ma non ce la faccio più! Non è giusto! Dopo ciò che ho fatto! Corri maledizione, corri!  Ora sono a pochi passi da me, hanno le fauci spalancate, gli occhi iniettati di sangue che continuano a fissarmi come fossi stato sempre il loro unico obiettivo. Ma io sono stanco, non so quanto posso resistere. Intanto corro e corro, salto ostacoli, urlo, impreco e chiedo aiuto, un aiuto che mai mi potrà arrivare. E tutto questo senza un senso, senza una meta di salvezza. In fondo io cosa c'entravo con tutto? Non ho deciso io tutto questo, non ho ucciso per morire così, alla fine, su un letto di foglie e sangue, a pochi passi dalla mia salvezza! Corri, continua a correre! Ma io non ce la faccio più! Ho le gambe insanguinate, la lancia sudata e sono solo, contro un nemico che non si può battere. Rallento, continuo a correre, ma non ne ho più le forze. Tutto rallenta, inizia a farsi più sfumato, i colori si offuscano con le ombre, le mie ferite smettono di farmi male, ormai tutto è finito.

Ma loro non rallentano. Mi afferrano i piedi, poi le braccia. Ecco, ora non ho più scampo, se mai ne avessi avuto. Urlo, mi dimeno, so di non poter farci più nulla. Non sono umani, no, sono mostri creati per uccidere, per manipolare tutti noi a guardarci morire. A costringerci a credere in una speranza, a bruciarci un sogno, a bruciarci la vita, i nostri progetti, il nostro futuro, l'unica cosa in cui credere in un mondo come questo. Un mondo con omicidi in diretta e gente che ride davanti ad un ferito, e che si diverte in faccia a chi lotta per la sua vita. No, non siamo più umani ormai e mai più potremo esserlo.

Assassinati, torturati, straziati; non ho nemmeno il tempo per pensare al mio passato perché loro spalancano le fauci, le loro zampe sul mio petto. È triste, nonostante tutto nessuno si ricorderà di me. Colui che ha salvato, lottato, perso la sua vita per vederla consumare via così, per morire così, senza memoria, senza nulla. Le zanne iniziano ad affondarmi nel petto. Riesco solo a formulare un saluto. Addio Rue... Prima che il cannone rimbombi nell'aria. Il mio cannone.

Il cielo si illumina:

"Trash, distretto 11".

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