Capitolo 1

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La sveglia suona puntuale, sono le sette, e i miei occhi non ne vogliono proprio sapere di aprirsi, come al solito sono rimasta sveglia fino a tardi, sarei andata a letto prima se solo non mi fossi messa a leggere. Ho questo vizio -definito tremendo da mia madre- se comincio a leggere un libro e mi piace, nonostante io mi sia imposta di leggere un solo capitolo, andrò avanti fino a quando gli occhi non bruceranno e le palpebre non cederanno disperate. Ma come si fa a smettere di leggere un libro quando te ne innamori? È stupido lo so, molti non possono capirlo, ma chi invece può, riesce a capire il modo in cui una persona si affeziona, si immedesima nei personaggi, nelle pagine, in quelle parole che siano semplici o complicate. Ti affezioni così tanto che, quando una storia finisce, quando arrivi all'ultima pagina, senti un vuoto dentro, desideri che quel libro sia infinito, non vuoi lasciare andare quella storia che ormai è la tua.
«Annie, tesoro, è ora di alzarsi.»

Mugugno infastidita nel cuscino, quando la luce del sole mi acceca gli occhi, seguendo la voce di mia madre e il rumore della tapparella che viene tirata su. «Altri cinque minuti, mamma.» Bofonchio assonnata, voltandomi dal lato opposto

«Hai letto fino a tardi anche ieri sera, non è vero?» Domanda, venendosi a sedere sul letto, carezzandomi fra i capelli.

«Mmmh..forse.»

«Dovresti prendere in considerazione l'idea di viverla tu una storia d'amore..ma non leggendola.» Sospira, facendomi sbuffare e alzare di scatto.

«Ho capito, ma', vado a prepararmi per andare a scuola.» Raggiungo velocemente il bagno senza preoccuparmi di darle il buongiorno e subito avvio il getto della doccia
Quale metodo migliore per non pensare a nulla?













La mia classe è la peggiore di tutto l'istituto, e no, non scherzo affatto, per davvero, se c'è una cosa che ho imparato in questi quattro anni di superiori è proprio questa, ne ho viste di tutti i colori da quando sono al liceo. Anche professoresse urlanti e disperate che hanno rinunciato alla cattedra. Il motivo principale porta il nome di Ethan Roberts, uno psicopatico che crede di essere superiore a tutti ma che in realtà ha solo bisogno di una bella revisione. Mi ricorda tanto uno di quei ragazzi che ci sono nei miei libri d'amore, la protagonista finisce sempre per innamorarsene e di lì la storia d'amore. Sarebbe troppo scontato e banale prendermi una cotta per lui, infatti, per distinguermi dalla massa ho una monumentale cotta per il suo migliore amico, Jake. Non mi spiego come possa essere nata la loro amicizia, si sono odiati fino al secondo superiore, poi all'improvviso ecco che li abbiamo visti ridere e spintonarsi nei corridoi come degli amici di vecchia data..per me è stato un colpo tremendo. Sono gli opposti, Ethan è arrogante, antipatico e strafottente, Jake ama la vita, è simpatico, sorride a tutti quanti e si preoccupa per tutti. L'aula è abbastanza piccola, fondamentalmente siamo solo quindici alunni, ma per essere così pochi, lo spazio è praticamente ridotto, quindi ci ritroviamo ammassati. Abbiamo una sola finestra, non molto lontana dalla cattedra, dalla quale affacciandoti puoi vedere il mondo. Forse quella vista è l'unica cosa che mi piace di questa scuola oltre il biondino dagli occhi neri.
Quando arrivo a scuola sono le otto meno dieci e la prima campanella è già suonata. Cammino spedita verso la mia aula, sistemandomi le spalline dello zaino e puntando lo sguardo sulla bacheca degli annunci.
Ripetizioni, cercasi babysitter, orari in cui è aperta la segreteria..nulla di nuovo, insomma. Picchietto le dita laccate di nero sulla relazione di storia che sorreggo tra le dita e continuo ad avanzare fino ad arrivare a destinazione. Mancano cinque o sei persone, per il resto ci siamo tutti. Ethan è alla finestra, ha una sigaretta tra le dita -deve aver dimenticato che qui a scuola è severamente vietato fumare- e il sopracciglio destro sembra sempre più gonfio da quando ha deciso di farsi quello stupido piercing.
L'anellino gli dona in un certo senso, ma non voglio nemmeno immaginare dove sia andato a farselo, probabilmente da uno non specializzato che non si preoccupa minimamente di disinfettare gli attrezzi del lavoro, non mi stupirebbe la cosa. Dinanzi a lui c'é Jake, seduto sul banco con le gambe penzoloni, stanno ridendo e parlando di qualche stupidaggine, le labbra sono increspate verso l'alto, sembra che stiano sorridendo anche gli occhi assieme alla bocca. Lo fisso di nascosto, mordendomi la bocca e sospirando, se solo la vita fosse un libro..adesso lui mi verrebbe incontro, sorridendo..Alt, è il caso che io smetta di sognare, sto davvero diventando ingestibile. Mi rendo conto di fissarlo con adulazione e di attirare così l'attenzione, solo quando gli occhi di Ethan finiscono su di me. Immediatamente abbasso lo sguardo, colta in flagrante come un bambino con le mani nel vasetto della marmellata. Per la prima volta nella mia vita ringrazio il cielo quando l'insegnante fa capolino in classe poco prima del suono della campanella. Spero che non abbia capito..sarebbe troppo imbarazzante se lo raccontasse a Jake, magari smetterebbe anche di salutarmi, oh andiamo, lui è buono, non è mica come quello stronzo di Ethan.







Durante l'intervallo tiro un sospiro di sollievo quando anche Ellie, l'unica persona simile a un'amica, abbandona la classe per andare alle macchinette con Serena. Le voglio bene, e mi piace stare in sua compagnia, solo che ieri sera non sono riuscita a finire il libro e sono in ansia, ho dormito, mi sono svegliata e sono venuta a scuola con questa assurda sensazione che mi mangiava il fegato. Sono malata lo so, ma che c'è di male ad essere se stessi? Dobbiamo imparare a conoscerci e ad accettarci così come siamo, e anche se con fatica..io ce l'ho fatta. Quindi mi sta bene se mi danno della strana, ho trovato la mia strada e so chi voglio essere in futuro. Apro il libro a pagina 197, ho una buona memoria, quindi teoricamente non ho bisogno di un segnalibro, ma non me ne privo mai, non si sa mai ciò che può succedere.
...
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«Ti penti di tutto quindi?» Domandai, piantando gli occhi nei suoi e sperando che fosse l'ultima volta che avrei sofferto in quel modo. Perché il modo in cui l'amore ti mangia il fegato..uccide.
«No, non mi pento di nulla. Non mi pento di essere stato sulla tua pelle, del fatto che tu sia riuscita a diventare come un tatuaggio dannatamente indelebile sulla mia. Di nulla. Quando si tratta di noi non mi pento di nulla.»
Ma non si avvicinò, man mano che parlava lo sentivo sempre più distante.
...
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«Cosa leggi?»

Alzo gli occhi di scatto, sussultando, Ethan è di fianco a me, lo sguardo curioso ed il capo leggermente inclinato verso destra. È la prima volta che siamo così vicini, riesco ad intravedere il verde delle sue pupille contornato da leggere pagliuzze dorate, non mi ero mai accorta di quanto belli fossero i suoi occhi.
«Un libro.» Sussurro appena, chiudendolo istintivamente e portandolo sotto il banco.

«Ma non mi dire..» Ride, ma non c'è alcuna traccia di derisione nella sua voce, sembra solo divertito dal mio improvviso cambio d'umore. «..non devi mica nasconderti, non è un crimine il fatto che ti piaccia leggere.» Aggiunge poi, senza smettere di fissarmi.

«Non mi vergogno mica.» Mormoro. È così diverso dalle persone che mi circondano, solitamente mi viene detto che la vita va vissuta e non letta e imparata dai libri.

«Se lo dici tu.» Scrolla le spalle, allontanandosi, le mani puntualmente infilate nelle tasche dei jeans aderenti. «Sono quasi del tutto certo che tu stia leggendo qualche storia d'amore strappalacrime.»

«E anche se fosse?»

«Ami nasconderti dietro i libri, ma te lo si legge in faccia che cerchi disperatamente l'amore.» E detto questo esce fuori dall'aula, portandosi con se un pezzetto di verità e lasciandomi un buonissimo profumo di menta.

Stay with me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora