Capitolo 7

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E' una settimana che Ethan non viene a scuola, una settimana che potrei definire abbastanza tranquilla visto che non litigo con nessuno, ma mi sento più nervosa del solito. Mi altero per tutto, mangio chili di gelato e ho preso due chili. Non sono mai stata quel tipo di ragazza particolarmente attenta alla linea, fondamentalmente non ho problemi col mio corpo. Sono quel genere di ragazza che se ne frega, si lava e si veste andando via senza nemmeno guardarsi allo specchio.
Oggi però è diverso.
Mi sento brutta.
Dannatamente brutta e imperfetta.
Sono impacciata con le uscite, Jake mi ha invitato con lui e i ragazzi e il mio riflesso mi sembra la cosa più brutta che io abbia mai visto. I capelli sono più indomabili del solito, non ne vogliono sapere di stare fermi e continuano a rimanere leggermente mossi e boccolati. No, non come quelli delle strafighe dei film, somigliano molto di più al crespo di Ugly Betty. Questi pantaloni due settimane fa mi andavano leggermente larghi. Ora gli riempio perfettamente.
Mi viene voglia di urlare, ma mi trattengo. Sono arrabbiata, quindi finisco di mettere la matita per gli occhi e sventolo nel cestello sulla lavatrice la trousse. Il rossetto rimane immacolato sul lavandino, l'ho comprato ieri pomeriggio dopo l'invito di Jake, volevo farmi bella per lui, ma sono così nervosa che esco di casa senza neanche truccarmi decentemente.
La temperatura si è alzata nuovamente, ma per sicurezza questa volta mi sono portata dietro un giubbottino, almeno starò bene.
Cammino spedita verso il posto in cui ci siamo dati appuntamento, e subito scorgo Ellie. I capelli biondo perla le sfiorano i fianchi, quasi, e il sorriso che trasmette è così radioso che istintivamente sorrido anch'io, anche se a dire il vero sento un pesetto dritto e spedito in gola nel guardarla attentamente. Indossa un vestitino bianco, delle calze nere velate e uno stivaletto dello stesso colore. Il rossetto scuro non dà tregua alle labbra sottili e perfette, gli occhi sono luminosi come al solito.

«Hey». Mi si avvicina, accorgendosi della mia presenza e continuando a sorridere.

Mi sento un dannato ed insignificante sgorbio, e stavolta il sorriso che produco è falso quanto una banconota da quindici.«Hey.» Ricambio, serrando d'istinto le palpebre quando vedo il nostro riflesso nella vetrina. Dio, non pensavo facesse così male.












Sono le undici passate e devo ammetterlo, la serata non sta andando così male. Ellie e Serena oltre ad essere belle e intelligenti sono molto simpatiche, io sono invece una noia mortale. Non riesco a inserirmi nei discorsi ed anche se ci provo è piuttosto faticoso, stanno parlando di cose sconce, e be', non sono molto pratica come sembrano esserlo loro. Sono molto espliciti, ne parlano tranquillamente mentre io arrossisco ogni due per tre, voltandomi di tanto in tanto a controllare che nessuno ci abbia sentiti. So che i ragazzi della mia età ne parlano, non sono mica stupida, accade anche nei libri che leggo, ma non pensavo fosse così. Loro sono aperti. Troppo aperti.
Il mio frullato è ancora pieno per metà e l'aria nel locale si sta facendo troppo consumata, nervosamente gioco col bicchiere, sospirando. Odio il casino, e questo locale è troppo frequentato. Se non fosse che mi piace la compagnia dei ragazzi e di Jake, il mio Jake, beh, me ne sarei già andata.
«Finalmente ti degni di prestarci attenzione, eh, Ethan?»

Alzo lo sguardo di scatto alle parole di Rachel, finendo per posarlo su una giacca di pelle. Porca puttana. Anche la giacca di pelle no.
Perchè è qui? Vuole rovinarmi la serata? Non gli presterò attenzione neanche per il cazzo.

«Ho avuto da fare.» Risponde solo, girandosi verso Jake. «Mi ordini un frullato, per favore? Ho bisogno di uscire a fumare.» Senza -ovviamente- attendere risposta si gira per uscire, frugando nelle tasche.

Guardo la porta, tentata, tornando con lo sguardo al ricciolino biondo. Sta conversando tranquillamente con i ragazzi. «Esco a prendere una boccata d'aria.» Affermo, alzandomi e dirigendomi verso l'uscita.
L'aria è fresca, ma non troppo, e almeno qui non c'è puzza di chiuso, di stretto. Ethan non è qui e un po' mi ritrovo costretta ad ingoiare la delusione. Non so perché ho questa predisposizione ad aiutare gli stronzi. Lui non mi merita, eppure voglio essergli amica. Voglio che mi racconti cosa non va, e sì, dai, vorrei anche parlargli di Jake e avere qualcuno con cui confidarmi.

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