Capitolo 6

51 3 2
                                    

«Cos'è successo fra te e Ethan?»

Sobbalzo, gemendo di dolore quando urto la testa allo spigolo di qualche mobiletto presente in stanza. Alla fine siamo rimasti a dormire a casa di Jake, fortunatamente aveva dei sacchi a pelo e non siamo stati costretti a coricarci sul pavimento direttamente. «Che intendi?» Guardo Serena, ma probabilmente sto guardando il divano, è buio pesto.

«Vi ho visti ballare, poi ti ha detto qualcosa all'orecchio ed è scappato..» Il suo tono si fa malizioso e sento le mie guance scaldarsi.

«Ma nulla, era ubriaco marcio e se non ballavo con lui non mi mollava!»

«Capirai, ti bastava spingerlo sul divano, non si sarebbe più rialzato.» Ride Ellie, solleticandomi i fianchi divertita, come fa a vedere, che io non vedo un cazzo? «Ammettilo, ti piace. Siete carini insieme.»

«Cosa? No, è uno stronzo patentato!» Strepito con voce stridula, sbuffando. «E mi sono appena ricordata che domani devo andare a casa sua per dargli ripetizion-»

«Oh sì, gli dai ripetizioni? Di cosa? Anatomia?» Ridono le due streghe, facendomi spalancare la bocca.

«Ma siete due depravate!»

«Oh, ma andiamo, An, vai a casa sua, a casa di Ethan Roberts, non parliamo di un ragazzo qualunque. Quello una ragazza la fa sciogliere anche solo sfiorandole l'orecchio.»

Sì, ricordo bene.

«Tzè, non è nulla di che.»

«Ma sentila..'Non è nulla di che.'» Mi sfottono, scoppiando nuovamente a ridere.

«Ma smettetela! Ho sonno! Buonanotte!» Borbotto, addormentandomi. L'ultima cosa che sento oltre al suono starnazzante delle loro risatine è il fiato caldo di Ethan sul collo.

















«Questi biscotti sono scaduti.» Jason arriccia il naso, assonnato, guardando male il padrone di casa. «Vuoi per caso farmi rimanere attaccato al gabinetto per un mese intero? Buttali, ucciderebbero lo stomaco anche a uno stitico.»

A tavola scoppiano tutti a ridere, io compresa. Fortunatamente il mio latte è buono, sono sicura che Jake l'abbia portato ieri, altrimenti a quest'ora quella attaccata alla tazza del water sarei io.

«Jas, se noti bene li ho conservati solo per te. Gli altri hanno i Pavesini.»

«Ma Ethan dov'è?» Smetto di ridere alla domanda di Dominic, vedendo poi il diretto interessato materializzarsi alle sue spalle con sguardo torvo.

«Fatti i cazzi tuoi, grazie.» Indossa un pantalone di tuta e una maglietta a maniche corte, il collo è umido, la fronte imperlata di sudore e i capelli piacevolmente arruffati.

«Sai di essere l'unico coglione che quattro ore dopo una sbronza va a correre?»

«Mi sfogo, è rilassante.» Scrolla le spalle, afferrando una tazza di caffè e ingurgitando il liquido amaro. Da quando è arrivato non mi ha guardata neanche per sbaglio. Normalmente avrebbe cominciato a romper-

«Anderson, possiamo parlare?»

Mi irrigidisco, interrotta dal suo tono glaciale. Si sta dirigendo in salotto senza nemmeno guardare se lo sto seguendo. Ovvio che lo sto facendo, io non sono stronza come lui.

«Dimmi.» Mi torturo le dita, guardandolo solo quando mi sono piazzata di fronte a lui.

«Per domani non se ne fa niente, è meglio che studi da solo.»

Inarco un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. «D'accordo, come ti pare.»

«Bene.»

Stay with me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora