Capitolo 6

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Passò più di un mese prima che accadesse di nuovo qualcosa degno di nota. In quel lasso di tempo i miei rapporti con classe erano lentamente migliorati: sia i miei due migliori amici, che erano stati messi in classe con me, che i membri della Raimon, che mi avevano presa a cuore, cercavano di far capire anche agli altri che non ero terribile come gli ero sembrata.

Quel giorno dopo gli allenamenti e la solita sosta al parco al fiume ero pronta a tornare a casa.
O almeno era così che quelli dell'orfanotrofio l'avevano definita, anche se era si e no un appartamentino di 10 metri quadrati dove, tra l'altro, abitavo completamente sola, situato in una zona periferica e malfamata, ma io non mi lamentavo: meglio quello che tornare nell'edificio principale.

Tornando però vidi una cosa che non credevo di poter vedere mai: Nathan era in una delle stradine che si affacciavano vicino casa mia che discuteva con tre ragazzi evidentemente più grandi di noi che, a giudicare dal loro comportamento, erano dei bulli. Non mi feci intimorire e mi avvicinai.
《Che state facendo?》chiesi stizza. Uno di quelli, il più alto, mi squadrò dall'alto in basso, fermandosi particolarmente sul davanti.
《Uh, ragazzi, guardate qui! Chi è questa bella bimba? La tua ragazza? Pensavo che tu avessi il fidanzato, non la fidanzata, baka*》disse questo. Poi mi prese e mi spinse sul turchese che mi afferrò poco prima che arrivassi a terra, stringendomi tra le sue braccia, come per farmi da scudo.
《Si》continuarono loro, ridendo 《Decisamente la sua ragazza》
Poi lo spilungone zittì gli altri due e, avvicinatosi pericolosamente a Nathan, chiese, alzandolo per la maglietta.
《Allora, baka, li hai portati i soldi?》
Nathan negò e il maggiore lo lanciò contro il muro, facendolo sbattere violentemente. Ma lui, in pochi secondi, riuscì a rialzarsi e a rimettersi davanti a me. 
《Uh,guardate! Coraggioso, non trovate? Che ne dite di fargliela passare una volta per tutte, eh ragazzi? Forza!》Abbaiò, scrocchiandosi le dita e avvicinandosi con i suoi compagni di nuovo a noi.
Io mi feci piccola piccola e mi nascosi dietro Nathan. Lui mi guardò e mi carezzò la testa, per poi girasi per affrontare i tre.
Il mio cuore batteva forte mentre i bulli si avvicinavano a noi.
《Ti diamo un'ultima possibilità: dacci i soldi e ti lasceremo scappare.》Concessero al turchese, ma la sua faccia e il suo sguardo tagliente furono sufficienti a capire che la risposta era negativa.
Quindi il grande caricò un pugno e colpì il minore dritto nella mascella. Un secondo colpo, un pugno sul petto, gli arrivò dall'altro bullo e un altro ancora gli fu affibbiato dal terzo ragazzo. Questo, un calcio dritto nel fianco, lo fece volare via, lontano da me, e sbattè contro un muro.
I liceali mi si avvicinarono.
《Che c'è, hai paura? Sai, piccola se ci facessi dare una palpatina potremmo anche passarci sopra》Mi propose, con voce seducente. Io per tutta risposta gli ringhiai contro.
Non potevo farci nulla: era un'abitudine che mi aveva passato quel deficente di Aiden. I maggiori si misero a ridere. Poi, tornando seri, mi si avvicinarono ancora, arrivando a pochi centimetri dalla mia bocca. Il loro alito puzzava di qualcosa simile all'alcool. Sogghignando, mi diedero un pugno molto forte nella pancia. Io mi chinai per il contraccolpo e crollai a terra. Poi, quando stavano per colpirmi di nuovo, Nathan si piazzò davanti.
《Non toccatela》sibilò lui, piano.
《Sennò? Che ci fai? Una bella ramanzina?》Risero i bulli, avvicinandosi comunque.
《NON TOCCATELA!!》a quelle parole sentii una corrente gelata attraversarmi, poi vidi, da dietro la sua schiena, i capelli alzarsi leggermente, come se stessero levitando, e una luce azzurra chiara levarsi dalla parte sinistra del suo viso. Il tutto durò poco più di un secondo, poi il vento e la luce cessarono. Nathan si coprì con le mani la bocca e il viso, per poi correre via.
I tre ragazzi erano rimasti pietrificati dalla paura. Gli lanciai un'ultima occhiataccia e poi, per quanto il pugno ricevuto me lo permettesse, corsi dietro al mio compagno di squadra.

Nathan era molto veloce, ma si vedeva che non era il suo territorio: arrancava e cercava la strada, per di più incappando anche in qualche vicolo cieco. Mi ci volle un po' ma alla fine riuscii ad afferrarlo per il polso.

*baka=idiota

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