Chapter 5

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CHAPTER 5

Usciamo da Starbucks, ma il mio umore certo non migliora. Continuo a pensare e a sprofondare nell'oblio nel quale mi trovo ormai da troppo tempo. Ma stavolta non è solo per Ash o per Luke, stavolta sto pensando a tutta la mia intera vita. Penso a mia madre che non mi ha mai davvero voluta, penso al padre che non ho mai conosciuto e che ha rifiutato persino Cal, penso a mio fratello che è sempre stato al mio fianco. E cado e sprofondo. Inizio a piangere, ma non all'esterno, piango dentro lasciando fluire le lacrime come pioggia, lasciando che bagnino i miei pensieri, che affoghino la mia mente.

Camminiamo per le strade, tutti sorridono, i ragazzi scherzano. Io osservo le persone, sorrido al mondo e tengo nascosto quello che sento, Michael continua a guardarmi con un'espressione interrogativa in volto. Sorrido, lo abbraccio e andiamo avanti a camminare così.

"Allora ragazzi, ora andiamo a comprare un po' di cose per la casa?" Ash parlò rompendo i miliardi di cazzate che stavano uscendo a raffica dalla bocca di mio fratello e di Luke. Adoro fare shopping, soprattutto mi piace scegliere mobili nuovi e pensare come staranno in una casa. Dimentico l'oblio nel quale sto affondando e mi godo le parole di Ash e la giornata che stiamo per affrontare.

"Dai allora, prima andiamo in un negozio di pitture e scegliamo i colori per le varie stanze, Luke e Ash per la loro, io e Cal per la nostra e Hope per la sua, poi scegliamo i colori per il resto delle stanze. Poi andiamo all'ikea e ci compriamo i mobili per ogni stanza. Abbiamo abbastanza soldi?"

Il progetto di Mike mi sembrava buono, finchè non richiamò l'attenzioni di tutti sui soldi.

"Si Mike" Cal rispose. Non può avere i soldi, non avevamo preso nulla da casa di nostra madre.

"Ma Cal, come?" chiedo.

"Ho preso la carta di credito di nostra madre, quella che le ha dato nostro padre, e stamattina presto io e Luke siamo andati a parlarle. Mi ha detto che potevamo prenderla dato che era nostra e che ogni primo del mese sarebbero arrivati nuovi soldi, da un mittente anonimo, che sarebbe mostro padre. Ha detto che lei aveva già avuto la sua parte anni fa. Poi mi ha detto addio, mi ha lasciato andare augurandomi la migliore delle fortune e dicendomi di non tornare per nessun motivo" Cal mi raccontò tutto con una freddezza che in lui non avevo mai trovato.

"Quindi siamo ricchi? Possiamo comprare tutto quello che vogliamo?" devo sapere.

"Si Hope, siamo liberi e siamo ricchi. Ora possiamo essere felici, senza pensare ai fantasmi del passato, senza avere paura del futuro" abbraccio Cal con tutta la forza e la felicità che riesco a trasmettergli, provando a tirargli su il morale che sapevo a terra. Adoro mio fratello, ma so bene quanto fosse attaccato lui alla mamma, l'ha sempre sostenuta anche se sbagliava continuamente. Cal mi sorrise, regalandomi uno di quei sorrisi appena accennati,che però ti illuminano la giornata.

"Bene allora andiamo!" esclamo mettendoci tutto l'entusiasmo possibile, Michael continuava a guardarmi, ma cercò di farsi passare la sindrome da stalker quando entrammo nel negozio di pitture. Per la mia camera scelsi un vedere facendomi aiutare da Ash.

"Ehi Ash, cosa ne pensi del verde?"

"Bello Hope, mi piace" Ash sorrise e io iniziai a sciogliermi. Il suo sorriso sarebbe capace di illuminare il mondo, farebbe apparire tutte le guerre più inutili di quanto non lo siano già. Ashton mi lasciò da sola a scegliere la giusta sfumatura di verde. Vedo arrivare Mikey con in mano della pittura blu, quindi la loro camera sarebbe stata blu. Bello, gran bel colore.

"Ehi Mike che si dice?" cerco di sembrare più disinvolta di quanto in realtà non ero.

"Dimmi tu Hope, ogni volta che succede qualcosa sembra sempre che tu sia sul punto di piangere. Io mi sto preoccupando per te piccola, non voglio che tu stia male"

Life Of HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora